Opinionisti

Ci sono tanti modi per fare carriera in tivù. Intanto bisogna essere piacenti; di mostri (sacri) ne accettano due o tre al secolo e solo rigorosamente maschi; poi naturalmente tutto dipende dal programma che si vorrebbe fare e in che ruolo. Adesso in modo molto monotono si spazia dalla scuola di cucina con grandi chef ai talk show che parlano di fatti di cronaca nera e ai contenitori  misti di politica e società.

In questi due ultimi casi è emersa da tempo una figura che poco a poco si è ritagliata un ruolo fondamentale: l’opinionista. Quello che parla con cognizione ed è informato; che con le sue dichiarazioni spesso al limite della querela, può far dubitare di sentenze e indagini in corso magari riguardanti efferati fatti di cronaca. Al momento vanno molto di moda i criminologi; se poi sono piacioni, capello lungo e bel trucco lei, impeccabile vestito su misura e capello brizzolato lui, diciamo che con l’auditel siamo già un pezzo avanti.

Varie volte e quasi sempre per programmi delle reti televisive private, ci sono stati richiami a programmi troppo tarati sulla cronaca nera, eccessivi nel mostrare anche testimonianze lacrimose o molto difficili da digerire per una parte o per l’altra dei coinvolti; a tal proposito l’AGCOM scriveva nel 2008 una specie di decalogo sulla rappresentazione in televisione di temi di cronaca nera e giudiziaria: “La cronaca giudiziaria deve sempre rispettare i principi di obiettività, completezza, correttezza e imparzialità dell’informazione e di tutela della dignità umana, evitando tra l’altro di trasformare il dolore privato in uno spettacolo pubblico che amplifichi le sofferenze delle vittime e rifuggendo da aspetti di spettacolarizzazione suscettibili di portare a qualsivoglia forma di “divizzazione” dell’indagato, dell’imputato o di altri soggetti del processo”. Ecco imputati come divi, presunti assassini come vittime. E fiumi di lacrime.

Adesso, perché al peggio non c’è mai fine, nella spasmodica ricerca del di più, si legge una notiziola: Raffaele Sollecito, condannato in primo grado ma poi definitivamente assolto dall’accusa di avere partecipato nel 2007 all’omicidio di Meredith Kercher, farà l’opinionista sui temi della Giustizia nel programma ‘Il Giallo della Settimana”, uno spin-off della trasmissione Quarto Grado, che viene trasmesso il sabato sera da TgCom24.

«Sollecito è stato definitivamente assolto anche dalla Cassazione, è stato in carcere, ha affrontato tutti i gradi del processo: conosce la macchina della Giustizia meglio di tutti noi – ha dichiarato il Direttore  Paolo Liguori durante la presentazione alla stampa della nuova veste del TgCom24 – e ci racconterà anche il suo calvario. A volte quando guardo la televisione mi chiedo: quella è una criminologa? È una bella ragazza, lo vedo anch’io, ma dove si prende il diploma di criminologa? Io mi sento molto come Sollecito e se lui è uno specchietto per le allodole, allora lo sono anch’io».

Che commenti fare? È proprio vero che ormai non ci sono più vecchi concetti come il buongusto, il rispetto per gli altri, magari anche il silenzio che una volta era doveroso in casi imbarazzanti. Adesso il concetto è “appaio dunque sono”. Di questo passo, aspettiamoci che la moglie del muratore di Mapello diventi autore di Pomeriggio Cinque, perché lei conosce il dolore. Io francamente lo trovo fuori luogo. Ma i programmi che permettono all’audience di guardare dal buco della serratura sono i programmi di punta.

Penso con sollievo che la vicenda del Mostro di Firenze è accaduta troppo tempo fa; adesso sarebbe la storia regina alla faccia di tutti i compagni di merende del mondo e Pacciani una vera star. Ci siamo salvati.

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