Rassegna stampa estera

Il destino dei giovani italiani che si lega a quello dei loro bisnonni in cerca di fortuna all’estero,  la produzione industriale che non decolla, l’ennesimo tentativo di salvataggio delle banche al quale si da il beneficio del dubbio, ma che non convince, il prezzo pagato da Renzi per gli ultimi scandali che portano il PD giù nei sondaggi, la vittoria per la riforma del Senato mitigata dall’esito del referendum confermativo. Questi gli argomenti di politica interna che hanno occupato gli osservatori internazionali e che si riflettono sulla stampa estera. Per quanto riguarda la politica estera, molte notizie “tecniche” sul viaggio del nostro Premier  in Iran: contratti, promesse, strette di mano e politica. Ma una lettera del prigioniero politico iraniano Hassan Sadeghi , diretta a Matteo Renzi e riportata dal sito del Consiglio Nazionale per la Resistenza iraniana, che critica questa scelta. Anche il Ministro degli Esteri Gentiloni è stato molto citato dai media della regione mediorientale. Non è mancato un saluto a Giandomenico Casaleggio.

François Lenglet e Loic Farge nella loro trasmissione radiofonica su Rtl.fr si sono occupati dei nostri giovani disoccupati, “legati al destino dei loro bisnonni “ costretti a cerca fortuna all’estero. Le cifre sono terribili. “In Italia, la disoccupazione colpisce il 39,1% dei giovani tra i 16 e i 25 anni. E’ molto di più che in Francia dove è già molto elevata, quasi il 25%. E questo dato è solo la media nazionale. Appena si scende sotto Roma, si arriva a livelli catastrofici: 56% nella regione di Napoli, la Campania; 57% in Sicilia; e quasi il 60% in Calabria. Queste tre regioni sono le più disastrose d’Europa, appena dietro la Grecia e allo stesso livello del Sud della Spagna”. Ma l’affermazione più allarmante è questa: “Il Mezzogiorno, il Sud dell’Italia, sta  letteralmente sprofondando sul piano economico, perché viveva molto grazie a sovvenzioni che si sono assottigliate negli anni (…) Abbiamo visto Matteo Renzi, il Primo Ministro, fare grandi comunicati vittoriosi sull’occupazione (…) L’economia sommersa e i suoi piccoli lavoretti offre ai giovani risorse parallele che permettono loro di vivacchiare a casa dei genitori fino oltre i 30 anni o riempire le fila dei partiti contestatori (…) gli altri lasciano l’Italia.” (…)

Liam Moloney su MarketWatch riporta altri dati poco gratificanti: “la produzione industriale in Italia inverte la rotta del precedente aumento (…) è calata in Febbraio vanificando l’aumento del mese precedente, in un momento in cui il Paese fatica a recuperare dopo il più lungo periodo di recessione dal dopoguerra (…) Venerdì scorso, il Governo del Primo Ministro Renzi ha ridimensionato le sue previsioni di crescita, già caute, per quest’anno e per il prossimo, con un conseguente aumento del deficit più del previsto 2017, cosa che  rischia di scatenare un nuovo scontro con la commissione Europea sulle onerose politiche fiscali di Roma.” (…)

Zonebourse approfondisce la questione riportando che “Roma conta ancora una volta su Bruxelles per vedersi concedere maggiore ‘flessibilità’, sottolineando che il deficit rimane ben sotto il 3% del PIL e che l’economia ha bisogno di ossigeno per continuare a crescere. ‘Il deficit cala’, insiste il Ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan. La Commissione deve pronunciarsi in Maggio, ma ha già fatto sapere a più riprese che l’Italia aveva già largamente beneficiato delle misure di flessibilità di bilancio, argomento che ha dato adito a parecchie stilettate verbali negli ultimi mesi. Bruxelles teme un deragliamento del processo di riduzione dell’indebitamento: il debito italiano è di fatto gigantesco, raggiunge quasi 2.200 miliardi di euro.” Uno degli elementi che più preoccupa l’UE è lo stato delle banche italiane.

Banche: una delle croci della nostra economia. In molti cantano vittoria per la “soluzione” trovata per ricapitalizzare le istituzioni in difficoltà, ma non tutti ne sono convinti. Uno di questi è Marcel Micheslon , collaboratore di Forbes, che afferma: “bisogna concedere il beneficio del dubbio al piano di salvataggio delle banche italiane, ma è necessaria un’ulteriore drastica correzione (…) Il Governo italiano sta cercando di puntellare le banche più deboli del Paese con la creazione di un fondo speciale, Atlas (…) Questo può sembrare come buttare soldi buoni dopo quelli tossici (…) ma il gioco può valere la candela perché ne sta andando di mezzo la reputazione dell’Italia (…) Il Ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha lavorato molto per ottenere un pacchetto di accordi nel quale è il settore finanziario stesso a finanziarsi e gestire il fondo (…) Ma il fondo Atlas è solo un palliativo. L’Italia è arrivata tardi nella ristrutturazione del suo malconcio settore finanziario e la mancanza di governance e regolamentazione di vigilanza ha permesso ad alcune persone di trarre benefici alle spalle delle loro banche e dei loro clienti”.

I guai di Renzi non sono finiti. Come scrive Philippe Ridet “il veleno del dubbio fa il suo lavoro. Sospettato di aver favorito gli interessi di una compagnia petrolifera e del suo compagno, la Ministra italiana per lo sviluppo economico Federica Guidi ha dovuto dimissionare, anche se non è stata messa sotto accusa. Ma il nome di altri membri del Governo, come quello di Maria Elena Boschi, o di Graziano Delrio sono apparsi sui giornali senza che si sappia fino a che punto siano coinvolti in questo caso. Risultato immediato: secondo un sondaggio dell’Istituto Demos pubblicato Domenica 10 Aprile dal quotidiano La Repubblica, 45% degli italiani ritengono che il Governo debba dimissionare per via del sospetto conflitto di interessi (50% pensa il contrario).Il  45% ritiene anche che la corruzione sia ‘più diffusa’ oggi che all’epoca di Tangentopoli (…) Anche se mantiene un tasso di popolarità ancora invidiabile (40%), si tratta del livello più basso dal suo arrivo al Potere. Siamo lontani dai fasti delle elezioni europee del 2014, quando aveva raggiunto il farraginoso risultato di 74% di opinioni positive. Anche la sua formazione, il Partito Democratico (centrodestra) paga il conto: non ha più che il 30,1% delle preferenze (…) Parallelamente e conseguentemente il Movimento 5 Stelle cresce.” (…)

Referendum confermativo in vista. Crispian Balmer per Reuters spiega dove porterà l’approvazione del Parlamento della riforma costituzionale “di punta” del Primo Ministro Matteo Renzi. (…)Renzi afferma che la riforma aumenterà la stabilità politica e metterà fine a decenni di Governi volubili che hanno reso difficile il rilancio dell’indebitata economia italiana. Ha promesso di lasciare il suo incarico qualora il referendum non passasse (…) Il voto di martedì servirà da stimolo per Renzi, che nelle ultime settimane non ha fatto che  lottare contro scandali politici e risultati negativi di una economia sotto perenne sforzo”. (…)

E Renzi combatte. La sua visita ufficiale in Iran ha come obbiettivo  di incrementare la cooperazione economica e rimuovere i vincoli commerciali ereditati dall’era delle sanzioni. Molti i media iraniani che riportando dati e cifre, come la Tasnim News Agency o la Mehr News Agency. “L’Italia è stata uno dei maggiori partner economici e commerciali prima delle sanzioni quando gli scambi annuali erano arrivati a cifre pari a 7 miliardi di euro, oggi si aggirano a 1,6 miliardi di dollari”, riporta Tasnim News. Sulla Mehr leggiamo le parole del Presidente Rouhani che in conferenza stampa ha salutato il ruolo dell’Italia nell’accordo per il nucleare”.(…)

Ma non tutti hanno gradito. In una lettera indirizzata al Primo Ministro, il prigioniero politico iraniano Hassan Sadeghi scrive dal tristemente noto carcere di Gohardasht. Come leggiamo dal sito del CNRI, “lo critica per aver previsto di fare una visita ufficiale a Teheran con l’intento di incrementare i rapporti commerciali con il regime dei mollah”. Diritti umani e Democrazia sono in effetti due punti spinosi da chiarire sul futuro dei rapporti con il “nuovo” Iran.

Gulftimes, The Time of Oman, e molti altri hanno riportato la visita lampo di Paolo Gentiloni in Libia. Ahmed Abbas sul Daily News Egypt sottolinea che è “la prima visita nel Paese  di un funzionario dell’UE dal 2014” e Lucien Mpama su Adiac-Congo parla di “diplomazia nuovamente attiva nei confronti della Libia (…) L’Italia prende nuovamente l’iniziativa per rafforzare il laborioso ritorno alla normalità della sua ex colonia. La prima visita di un altro responsabile occidentale in Libia dal 2014 non poteva essere che italiana. I legami storici tra i due Paesi, la minaccia jihadista che l’hanno trasformata in testa di ponte contro l’Europa ma anche la prossimità geografica fanno si che l’Italia si sia sempre  trovata in prima linea sulla Libia. Senza parlare dei grossi interessi economici che Roma trae dall’attività estrattiva che ha in Cirenaica il gigante petrolifero ENI.” (…)

François Lenglet e Loic Farge, En Italie le chomage des jeunes fait des ravages, Rtl, 12 Aprile 2016; awp per Zonebourse, L’Italie risque un bras de fer avec Bruxelles sur le deficit, 12 Aprile 2016; Marcel Michelson, Italy’s Bank Plan Should Be Given Benefit Of Doubt But Drastic Overhaul Still Needed, Forbes, 12 Aprile 2016; Liam Moloney, Italy’s Industrial output reverses previous rise, MarketWatch, 11 Aprile 2016; Crispian Blamer, Italy passes renzi’s flagship reform, opening way for referendum,  Reuters, 12 Aprile 2016; Philippe Ridet, Renzi paye dans les sondages le supçon de conflit d’interet, Le Monde, 10 Aprile 2016; Tasnim News Agency, Italian PM Arrives in Teheran for Key Economic Talks, 12 Aprile 2016; Mehr News Agency, Rouhani hails role in nuclear deal, 12 Aprile 2016; Conseil  National de la Resistance Iranienne, Le prisonnier politique iranien Hassan Sadeghi critique le Premier Ministre italien Renzi pour son voyage en Iran, 12 Aprile 2016; Ahmed Abbas, Italian foreign minister arrives in Tripoli to meet new Libyan prime minister, Daily News Egypt, 13 Aprile 2016; Reuters per Gulftimes, Italian Foreign Minister meets new leaders in Libya, 12 Aprile 2016; Lucien Mpama,  La diplomatie de nouveau active autour de la Libye, Aidac-Congo, 12 Aprile 2016.

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