Casaleggio “eroe nazionale”?
La morte di chiunque, specie in età relativamente giovane, è sempre un fatto triste e ogni defunto merita, se non altro, un tributo di clemenza. Parce sepulto! Anche per il Codice Penale la morte estingue il reato. Ma il chiasso che si è fatto, nella TV nazionale e in tanta parte della stampa, attorno alla scomparsa di Gianroberto Casaleggio, mi stupisce e un po’ m’indigna.
Mi indignano (senza stupirmi) le declamazioni di Beppe Grillo e dell’ormai senile Dario Fo. E m’indigna il rilievo che alla triste vicenda hanno dato i telegiornali della RAI, dedicandovi minuti e minuti di “prime time”. È come se (per apparire imparziali? Per paura degli attacchi grillini? Per puro servilismo?) si volesse trasformare in una sorta di eroe nazionale una persona che, al meglio, fu solo un fortunato imprenditore nel campo dell’elettronica e, in politica, seppe dare forma organica alle intuizioni eversive di Beppe Grillo, contribuendo non poco all’imbarbarimento della nostra politica. Guadagnandoci, di passata, molti soldi.
Di recente, era stato accusato di spiare le comunicazioni elettroniche di deputati e senatori 5 Stelle e questa accusa non è mai stata smentita in modo convincente e, a mio avviso, è una macchia molto seria sulla sua immagine.
Di eroi nazionali ne circolano in verità pochini (personalmente, voterei per Giorgio Napolitano e Mario Monti, per l’effetto che la loro azione ha avuto per il Paese, ma so che in molti non sarebbero d’accordo). Gianroberto Casaleggio non è tra questi. Si è spenta una persona di notevole intelligenza, capacità organizzativa e con indubbia influenza (negativa a mio avviso, ma questo è un parere personale) nella nostra vita politica. Niente di piú e niente di meno. Tutto il resto è fumo e “flatus vocis”.