Post Expo, le sfide di domani

Milano – Passano i mesi ma la situazione sembra non sbloccarsi. Il sito EXPO è ancora ostaggio della burocrazia e della politica. Come già scritto in passato, la volontà è quella di non lasciare l’area al degrado ma, almeno fino alla realizzazione del progetto firmato dal Governo, sarà necessario tutelare l’area. E così Regione Lombardia ha deciso di perseguire diverse strade nel tentativo di tenere alta l’attenzione sul tema dello sviluppo dell’area cercando di tenerla impegnata almeno fino al 2018.

A gestire la partita per conto del Governatore Maroni è l’Assessore al post Expo, la varesotta Francesca Brianza, che la settimana scorsa ha riferito in commissione sullo stato dell’arte. Innanzi tutto si è proceduto con il concorso “dai un nome all’area Expo”, niente di sostanzioso, ma comunque un modo per coinvolgere la popolazione. Più in concreto invece è la prossima riapertura del Cardo per l’esposizione della Triennale che dovrebbe aprire verso la fine di maggio. La Regione ha inoltre già stanziato 50 milioni di euro per i primi interventi di messa in sicurezza e lo sviluppo delle attività del fast post Expo, utilizzando quei padiglioni che hanno l’autorizzazione all’uso prolungato delle proprie strutture, e soprattutto conservando l’enorme piastra di sottoservizi tecnologici costata ben 240 milioni di euro.

Ad oggi la fase più delicata resta però la liquidazione della società Expo Spa e la ricapitalizzazione con conseguente entrata tra i soci del MEF, che però tarda ancora a muoversi. La versione ufficiale recita che si stanno effettuando delle valutazioni sul valore dei terreni, ma sembra più plausibile che Renzi voglia tergiversare per vedere quali saranno le sorti, sia dei conti di Expo, che della tornata amministrativa, per sapere se sarà socio di minoranza “politica” o meno.

Insomma ancora molta carne al fuoco e poco di concreto, anche perché, dopo la manifestazione di interessi da parte di IBM ad entrare nel progetto dello Human Technopole, sembra invece cedere il passo l’idea del campus universitario della Statale di Milano. A definire meglio la situazione sarà sicuramente l’ingresso in società del Ministero che darà maggior slancio alle idee per la valorizzazione delle aree anche alla luce di un maggior coinvolgimento di possibili investitori come CdP.

Al momento, oltre al concertone del primo maggio realizzato proprio all’open theatre, sarà necessario curare attentamente l’ultima fase di smantellamento, riorganizzare la mobilità intorno al sito per gli eventi della Triennale e monitorare attentamente la strutturazione della Società Arexpo che dovrà a sua volta costruire le condizione affinché il milione di metriquadri tra Milano e Rho non rimangano una cattedrale nel deserto.

©Futuro Europa®

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