Italia delle Regioni
“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” è l’appello rivolto dall’Associazione dei Comuni Italiani ai candidati alle elezioni comunali del 5 giugno prossimo.
Questi i primi candidati che hanno aderito all’appello dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Anci diffuso il 6 maggio scorso durante una conferenza stampa che chiede ai candidati alla poltrona di primo cittadino alle elezioni di giugno di inserire nel suo programma l’impegno al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e in particolare dell’obiettivo 11: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e i relativi 10 sotto-obiettivi.
Roberto Giachetti candidato sindaco di centrosinistra a Roma, Alfio Marchini candidato sindaco civico a Roma, Giuseppe Sala candidato sindaco di centrosinistra a Milano, Valeria Valente candidato sindaco centrosinistra a Napoli, Piero Fassino candidato sindaco per il centrosinistra a Torino, Osvaldo Napoli candidato sindaco di Forza Italia a Torino, Manes Bernardini, candidato sindaco per la lista Insieme Bologna, Virginio Merola candidato sindaco di centrosinistra a Bologna.
“Un buon inizio e un ottimo segnale”, ha rimarcato il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini. “Speriamo che seguano numerose altre adesioni. Noi continueremo a sollecitare i candidati sindaci per ottenere il loro responsabile sostegno a politiche che tengano conto, in modo integrato, degli obiettivi dell’Agenda Globale 2030 che il nostro paese ha sottoscritto di in sede ONU a settembre dell’anno scorso”.
Inserire nei propri programmi elettorali l’impegno a lavorare per rendere lo sviluppo del territorio sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico, sociale e istituzionale. E’ l’invito contenuto nella lettera rivolta ai candidati sindaci dei 1.368 Comuni che correranno alle amministrative di giugno che l’Anci e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) hanno diffuso oggi. L’iniziativa è stata illustrata durante una conferenza stampa svoltasi presso la sede nazionale dell’Associazione, cui hanno partecipato il vice presidente, Matteo Ricci, ed il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini.
Quelle del prossimo 5 giugno sono infatti le prime elezioni dopo la sottoscrizione, da parte dell’Italia e dei governi di tutto il mondo, dell’Agenda Globale 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile che si basa su 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi. Ai sindaci che verranno eletti ANCI e ASviS chiedono di impegnarsi a rispettare il dettato dell’obiettivo 11 – “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” – in modo integrato con gli altri 16 obiettivi che riguardano temi su cui potranno intervenire, assieme agli altri attori istituzionali coinvolti: temi come povertà, alimentazione, salute, educazione, occupazione, diritti civili, protezione dell’ambiente, innovazione.
“In questi mesi sul tema dello sviluppo sostenibile, anche grazie all’azione dell’ASviS, – afferma Matteo Ricci, vice Presidente Anci – si sta sviluppando un dibattito che non è più generico ma focalizzato su elementi e misuratori tangibili. Ed a questo dibattito l’Anci vuole portare il proprio contributo di concretezza”. “Quello che prendiamo oggi – ha sottolineato il vice presidente Anci – non è un impegno tra i tanti, ma un obbligo che ci impegniamo a misurare e su cui si gioca la responsabilità degli amministratori verso le proprie comunità. Nel momento in cui i tassi di crescita a livello mondiale sono sempre più bassi, la vera sfida si gioca sulla qualità dello sviluppo.
E su questo versante – precisa il sindaco di Pesaro – gli amministratori devono giocare da protagonisti, basti pensare all’impatto delle politiche urbanistiche o a quelle della gestione dei rifiuti sulla qualità della vita quotidiana dei cittadini”. Tanto più che “per misurare il conseguimento degli obiettivi non bisognerà attendere il 2030 ma basterà confrontarsi anno dopo anno in modo visibile e misurabile”.
“Dalle urne usciranno sindaci che, nei prossimi cinque anni, saranno chiamati ad affrontare sfide importanti, dalla povertà all’inquinamento, dal traffico allo smaltimento dei rifiuti, dall’educazione di qualità all’esclusione sociale”, ha evidenziato Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS. Per questo “la vera sfida non si gioca sulla conclusione di accordi internazionali, quanto sulla effettiva capacità di rispettarli partendo da coloro che amministrano le comunità”, ha aggiunto riferendosi alla Carta di Milano sottoscritta alla fine di Expo 2015.
Serve insomma un approccio multidimensionale ed integrato che coinvolga attori e livelli decisionali eterogenei. “L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – ha aggiunto Giovannini – caratterizzerà l’agenda politica, le strategie delle imprese e della società civile, i comportamenti dei cittadini e i loro orientamenti politici per i prossimi 15 anni. L’impegno a promuovere un approccio sostenibile non finisce con le elezioni del 5 giugno ma continuerà dopo anche per gli oltre 6 mila Comuni dove non si voterà”, ha concluso.
Migliorare la qualità della vita e rendere le città sostenibili rappresenta quindi una vera sfida per i futuri sindaci ed è per questo che l’ANCI e l’ASviS chiedono un impegno formale, un’adesione all’Agenda Globale 2030, per portare il Paese sul sentiero della sostenibilità e quindi di inserire tra gli impegni che assumeranno i candidati con la cittadinanza nel corso della campagna elettorale quelli indicati dall’Obiettivo 11 e gli associati dieci “sotto-obiettivi”, facendosi carico della responsabilità, una volta eletti, di perseguire, per quanto di competenza, gli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso azioni concrete da parte dell’amministrazione comunale.