La bellissima estate (Film, 1974)
Muore Lino Toffolo (Murano, 30 dicembre 1934 – 18 maggio 2016), stroncato da infarto, attore di cinema, televisione, cabaret e cantante comico che ha accompagnato la nostra fanciullezza. Rivediamoci un film da lui interpretato, dove non è protagonista – ruolo che non ha mai avuto – ma è interprete di un personaggio importante e surreale: La bellissima estate.
Sergio Martino – un artigiano a tutto tondo del nostro cinema popolare – non poteva evitare di cimentarsi con il cinema strappacuore, realizzando un ottimo prodotto come La bellissima estate (1974). Il film narra le disavventure di Gianluca (Cocco) un bambino che si vede nascondere dalla madre (Berger) la morte del padre (Richardson) avvenuta durante una gara automobilistica. La mamma prolunga le vacanze al mare sulla costa tirrenica e iscrive il figlio alla scuola elementare di Rosignano Solvay per non tornare a Milano. Festeggia il compleanno del bambino come se niente fosse accaduto, dice al figlio che quella stagione non dovrà mai finire perché è stata “una bellissima estate”. Gianluca non si rassegna, sente la mancanza del padre e lo ricorda in numerosi flashback che il regista rende al meglio utilizzando una fotografia flou. La mamma continua a dire che il babbo si trova in America per lavoro e intanto frequenta un misterioso architetto. Gianluca diventa amico di Olga (Gaddi), nipotina di una contessa snob (Boratto) ed è proprio la ragazzina a infondere il dubbio di una possibile separazione. Il bambino ricorda le liti per gelosia dei genitori, ma rivede anche il padre che gareggia a bordo di un auto da corsa e il loro patto segreto di non dire niente alla madre.
Gianluca proviene da una famiglia benestante e a scuola combatte contro la diffidenza dei figli degli operai di Rosignano che lo accolgono con battute livornesi. Una poesia di Rodari sull’odore delle cose e delle persone fa pronunciare a un compagno la battuta: “Di cosa puzzano i milionari?”. Gianluca si fa accettare quando dimostra di sapersi battere per difendere il proprio onore e soprattutto di non essere uno spione. Per questo motivo Marco (Crociani), che lo sfotteva sempre, diventa il suo miglior amico. Gianluca conosce il Barone Rosso (Lino Toffolo), un singolare personaggio che vive in una baracca sul mare e racconta di aver fatto l’aviatore con Gabriele D’Annunzio. Gianluca, Marco e il Barone Rosso si procurano i soldi per andare a Milano, dove il bambino scopre la triste verità da una donna che lavora nella ditta del padre.
La parte tragica che rivela un elemento importante nell’economia della storia è preceduta da alcuni intermezzi comici di Lino Toffolo che diluiscono la tensione. Prima vediamo il macinino scassato con cui vorrebbe portare i ragazzi a Milano perdere pezzi e infine si comprende che il Barone Rosso non ha mai volato in vita sua perché ha paura di prendere l’aereo. La lezione di Incompreso pare metabolizzata a dovere: Martino segue Comencini dosando comico e drammatico con la sapienza di un consumato sceneggiatore. Il padre è morto in un incidente automobilistico, la madre confida a Gianluca che lei non avrebbe mai voluto che corresse, ma era la sua passione e non poteva farne a meno. Gianluca lo sa bene, perché andava a vederlo correre di nascosto dalla madre e vedeva il padre come un eroe. Madre e figlio leggono insieme l’ultima lettera del padre e si commuovono alle parole di un uomo che voleva tornare in America insieme al figlio “per vedere le praterie sconfinate e i tramonti”. Gianluca decide di restare a Rosignano insieme alla madre, perché a scuola ha trovato dei veri amici che cercano di fargli dimenticare la triste esperienza.
Molto ben girate le parti scolastiche dove il regista dimostra per immagini il clima di complicità che si crea tra i ragazzi. Gianluca è molto amico di Marco e passa le giornate in sua compagnia nella grande villa affacciata sulle scogliere di Castiglioncello. Il terribile finale viene preparato da una serie di bozzetti che illustrano la vita quotidiana, passeggiate sul mare e corse a perdifiato per i viali alberati della villa. Tutto è in sintonia con la poetica del cinema strappacuore, anche la villa padronale, l’arredamento sfarzoso, i grandi giardini, domestici e autisti. Martino e Scavolini scrivono una storia ispirata sia a Incompreso che a L’ultima neve di primavera ma con una ben precisa originalità. L’autista (Marignano) aiuta i ragazzi a costruire un carrettino di legno come quelle che andavano di moda tra i ragazzini degli anni Settanta. Gianluca vede il volto del padre come in un sogno, decide di imitarlo per diventare un campione e si lancia senza valutare il rischio su una pericolosa strada in discesa. Marco vorrebbe fermarlo, ma non ci riesce e il ragazzo finisce la sua folle corsa sotto le ruote di un’auto. Le ultime sequenze mostrano Gianluca immobile su un letto di ospedale, il medico confida che non c’è niente da fare, la madre piange e lui chiede perdono, ma è felice perché sa che rivedrà suo padre.
Il finale è ben fotografato, alterna tramonti rossi sul mare, voli di gabbiani e dissolvenze con il padre che prende per mano il figlio. “La mamma non può venire con noi”, dice. Il film termina con la madre disperata alla finestra e i compagni di scuola che abbandonano in lacrime il parco dell’ospedale dove attendevano un’impossibile guarigione. La parte finale – molto carica di patos – segue la lezione più spinta del lacrima movie, al punto che alcuni critici hanno parlato di horror sentimentale (si veda Antonio Guastella su Nocturno).
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Regia: Sergio Martino. Soggetto e Sceneggiatura: Sergio Martino, Sauro Scavolini. Fotografia: Giancarlo Ferrando. Montaggio: Daniele Alabiso. Costumi: Oscar Capponi. Scenografie: Francesco Calabrese. Musiche: Alberto Pomeranz. Edizioni Musicali: R.C.A.. Colore: Technospes spa. Operatore alla Macchina: Claudio Morabito. Assistente Operatore: Rolando Ferrario. Fonico: Bruno Zanoli. Microfonista: Angelo Amatulli. Arredatore: Giovanfrancesco Fantacci. Trucco: Raffaele Cristini. Segretario di Produzione. Francesco Fantacci. Fotografo di Scena: Francesco Narducci. Assistente al Montaggio: Teresa Negozio. Doppiaggio e Sincronizzazione: N.C. con la collaborazione della C.D.. Mixage: Bruno Moreal. Direttore di Produzione: Maurizio Pastrovich. Produzione: Dania Film di Luciano Martino. Distribuzione: Titanus. Interpreti: Senta Berger, John Richardson, Alessandro Cocco, Lino Toffolo, Duilio Crociani, Caterima Boratto, Mario Erpichini, Renzo Marignano, Fabrizio Montinaro, Sabina Gaddi, Carla Mancini, Bernardo Toccaceli, Renzo Piani, Aldo Di Marco.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]