Rivoluzione digitale per l’industria europea
La Commissione Europea ha destinato 50 miliardi di euro, contenuti in un pacchetto di misure, allo stimolo di investimenti pubblici e privati per il sostegno della digitalizzazione dell’industria europea, in modo da aiutare la ripresa in campo industriale, le PMI, i ricercatori. Internet e le tecnologie digitali stanno operando una trasformazione profonda e sistematica del mondo in cui viviamo e del modo in cui ci relazioniamo e interagiamo ad esso.
“L’Europa possiede – come dichiara Gunther H. Oettinger, Commissario responsabile per l’Economia e le società digitali – una base industriale molto competitiva ed è leader in settori importanti a livello mondiale. Potrà conservare un ruolo guida solo se la sua industria verrà digitalizzata in modo rapido ed efficace. Occorre uno sforzo comune a livello europeo per attirare gli investimenti di cui abbiamo bisogno per la crescita dell’economia digitale”.
A causa delle barriere ancora esistenti, le industrie, le aziende e i Governi non riescono a giovarsi pienamente degli apporti che il digitale potrebbe offrire, con la semplificazione delle metodologie e delle procedure, con la velocizzazione delle tempistiche sia di contatto che di risposta che di soddisfacimento delle richieste e realizzazione delle offerte di prodotti e servizi. Soprattutto, astenendosi dalla digitalizzazione, si tratta di perdere possibili acquirenti e di restringere i confini possibili di un Mercato e di un momento storico che li vuole, invece, in espansione e aperti a tutti i diversi Paesi U.E. Occorre fare in modo che siano definitivamente superati gli angusti confini nazionali, eliminate le barriere che spesso e volentieri i cittadini europei incontrano quando utilizzano strumenti e servizi digitali, che siano abbattuti i muri di regolamentazione e di movimento e che dei 28 “Mercati nazionali” se ne realizzi uno solo.
Questo semplice fatto basterebbe da solo ad aumentare gli introiti della nostra economia a 415.000.000.000 di euro all’anno (stando alle ultime stime) e a creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Quello che occorre, per una rivoluzione digitale, un approccio globale. “Un Quadro di Governance” che sarà istituiti dagli stati membri e dagli esponenti del mondo dell’industria. Alcuni Stati membri dell’Unione Europea stanno adottando misure a favore di un processo di digitalizzazione efficace, ma occorre un approccio globale a livello europeo per evitare che i “Mercati” restino frammentati e giovarsi pienamente di strumenti innovativi di semplificazione delle nostre abitudini di vita quotidiane, come “l’Internet delle Cose”.
L’obiettivo che muove la Commissione è quello di collegare e promuovere le iniziative dei singoli Stati della UE per la digitalizzazione dell’industria e dei “servizi connessi” nei diversi settori, avviando misure concrete per la realizzazione di un “cloud” europeo per i dati della ricerca e di una “Rete paneuropea di Poli di Innovazione Digitale” (Centri di eccellenza nelle tecnologie) a cui sono destinati i primi 500 milioni di euro del pacchetto e in cui le imprese potranno essere supportate e sperimentare le innovazioni digitali (questo è quanto rende noto la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea in una Nota).
Questo è quello che sta a monte e muove la Commissione Europea nel presentare la sua Strategia per il “Mercato Unico Digitale”. Come ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per il Mercato Unico Digitale, Andrus Ansip “…la rivoluzione industriale dei nostri giorni è digitale. E’ necessario sviluppare a livello adeguato tecnologie come il cloud computing, la scienza basata sui dati (data-driven) e l’internet delle cose affinché possano realizzare appieno il loro potenziale”.
Le imprese, ogni giorno di più, per la loro stessa sopravvivenza, nel contesto sociale che si è prodotto e in cui ciascuno di noi svolge la propria attività e vive, necessariamente hanno bisogno di espandersi nel Mercato Unico e i servizi dovrebbero adeguarsi per rispondere a queste nuove e mutate esigenze e diventare sempre più digitali, aperti e transfrontalieri. In sostanza stiamo assistendo – e possiamo concordare con quanto affermato da Elzbieta Bien’kowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI – a una “fusione tra l’economia digitale e l’economia reale. Abbiamo bisogno di leadership e di investimenti nelle tecnologie digitali in settori quali i processi produttivi avanzati, l’energia intelligente, la guida automatica e la sanità elettronica”.
Sono soprattutto i settori tradizionali, come l’edilizia, o la PMI ad essere indietro nel processo di trasformazione digitale e di riconduzione dei propri processi produttivi a tecnologie o strumenti digitalizzati, che non riescono a sfruttare pienamente delle opportunità offerte dalla digitalizzazione e questo mancato adeguamento porterà auna perdita, che studi recenti, hanno stimato pari a 110 miliardi annui nei prossimi 5 anni.