UE, Rapporto 2016 sui Diritti fondamentali

L’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti Fondamentali (FRA – European Union Agency for Fundamental Rights) ha reso noto che è stato pubblicato il “Fundamental Rights Report 2016”, pubblicazione che precede di poco il “Forum sui Diritti Fondamentali”, che si terrà a Vienna dal 20 al 23 giugno prossimi (dal titolo quanto mai emblematico: “Diritti, Rispetto, Realtà: l’Europa dei valori nel mondo di oggi”, che esamina molte delle questioni già oggetto del Rapporto 2016 della FRA, le sfide esistenti e le buone pratiche oltre le sfide e le opportunità future, affinché i risultati dei lavori del Forum possano avere un impatto concreto che vada a vantaggio di tutti, che consentano di applicare le conoscenze acquisite e le idee e di cementare la coesione, lavorando insieme per rafforzare i diritti fondamentali per il beneficio di tutti. Forum che vuole essere anche un punto d’incontro tra professionisti, pensatori, lavoratori e decision maker in una piattaforma che vuole essere innanzitutto aperta ed inclusiva).

Il Rapporto 2016 sui Diritti Fondamentali analizza e sintetizza la situazione, nei 28 Paesi dell’Unione, della tutela dei Diritti Fondamentali nell’Unione Europea nel 2015, mappando quella che è, attualmente, la situazione sui principali fronti aperti in tema di diritti fondamentali (asilo e immigrazione; uguaglianza e discriminazione; inclusione sociale, razzismo, xenofobia e intolleranza; integrazione dei Rom; società dell’informazione, privacy e protezione dei dati; diritti dei bambini ; accesso alla giustizia e tutela dei diritti anche per le vittime di reati) e cercando di fornire proposte per sopperire alle problematiche ed alle aree di crisi individuate.

Molto è stato fatto in tema di tutela e garanzia dei diritti fondamentali nei Paesi dell’Unione Europea dalla sua costituzione ai nostri giorni, è stato uno straordinario processo d’integrazione che è tutt’ora in corso, ma altrettanta ne dobbiamo ancora compiere, come la cronaca di ogni giorno non smette mai di ricordarci, con tutti i fatti di cui sempre le pagine dei giornali sono piene e che, se mai ce ne fosse bisogno, sottolineano la necessità di un’Europa forte e unita per meglio risolvere i problemi con cui si trova alle prese. Un’ Europa che ha bisogno di frontiere aperte, di Erasmus, di fondi europei a sostegno di progetti di sviluppo locale, di opportunità di studio e di lavoro.

E’ questo il senso del Rapporto che l’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali annualmente redige: fornire una “consulenza”, ai decisori politici dell’Unione Europea e ai responsabili politici dei singoli Stati, basata su dati oggettivi e concreti, analizzati, studiati e sviluppati, fornendo materiale che abbia valenza scientifica per correzioni di rotta, un confronto reciproco tra le specifiche difficoltà nazionali e una migliore tutela e salvaguardia dei diritti fondamentali. Il Rapporto, che contiene anche un capitolo focus specifico su “asilo e immigrazione” ed uno dedicato alla “Carta dei diritti fondamentali” e a come viene rispettata nei diversi Paesi, è stato pensato in modo tale che in ogni suo capitolo viene sviluppato un tema specifico nel campo dei diritti fondamentali.

Dicevamo che tra i temi principali non poteva non esserci la questione della migrazione. Situazione della migrazione che, con 60 milioni di sfollati in tutto il mondo, è destinata ad essere in cima all’Agenda Europea, a causa dei disordini causati dalle migrazioni che mettono alla prova le Risoluzioni in materia di Diritti fondamentali della UE (come rende noto la FRA in un sua nota e dato che sviluppa nel dettaglio nel Rapporto 2016) così come lo è la questione del razzismo e della xenofobia, il cui aumento è stato notato in molti Stati membri, acuito, anche, dalle paure derivanti dall’immigrazione e da una serie di attacchi terroristici, a cui purtroppo abbiamo già avuto modo di assistere (in quest’ultimo ambito il Rapporto FRA fa notare che i mussulmani e le comunità ebraiche sono stati particolarmente colpiti da rappresaglie da parte di terroristi).

Ed è ancora la paura terroristica che ci chiede di porre particolare attenzione a trovare un giusto equilibrio tra tutela dei dati personali e il mantenimento e la garanzia della sicurezza interna degli Stati a salvaguardia della sicurezza personale di tutti e di ciascuno. Il percorso verso un’Europa realmente pacificata al suo interno e nei suoi rapporti internazionali è fragilissimo ed occorre che sia continuamente rilanciato. E’ imprescindibile rinsaldare sempre più lo spirito di coesione interno in Europa, senza dimenticare il ruolo di potenza mondiale nello scenario internazionale. Un esempio per tutti la questione della Siria che ha bisogno di un’Europa forte quanto lo ha il mondo di un’Europa che sia unita e consapevole del proprio ruolo.

“Lo scorso anno, la determinazione dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea è stata messa a dura prova, con assalti a molte delle libertà, dei diritti e dei valori su cui si fonda l’Europa” – dichiara il Direttore della FRA Michael O’Flaherty – “L’UE e i suoi Stati membri devono rimanere saldi nella difesa dei diritti, che devono essere garantiti a tutti, se hanno vissuto in Europa per generazioni o sono appena arrivati sulle sue coste”.

E’ dalla fine del 2009 che l’Unione ha redatto quello che è il proprio disegno di legge vincolante sulla tutela dei diritti: la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” che integra la tutela dei diritti umani dei singoli Stati nazionali e la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Ogni anno e questo in particolare il Rapporto FRA valuta il ruolo determinante degli “attori nazionali” nell’attuazione della Carta, sottolineando, al contempo, l’urgenza di aumentare la consapevolezza negli operatori giuridici e politici per avvalersi appieno del potenziale racchiuso in questa ed esaminando come questa viene rispettata nei singoli Stati nazionali dell’Unione.

©Futuro Europa®

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