Un italiano su tre non vota

Un dato: 66 per cento. E una marea di commenti. La cifra è quella di chi è andato a votare, su base nazionale, nel primo turno delle Elezioni amministrative di domenica 5 giugno. I massimi esperti dei sistemi politici hanno analizzato il dato, dando la colpa al solo giorno di elezioni invece che due, al sole che attira i cittadini al mare piuttosto che in cabina elettorale e al ponte del 2 giungo o ancora al poco appeal dei candidati. Al di là dei motivi, ognuno ne ha di validi, resta il dato crudo e semplice: un italiano su tre non vota. Alle Comunali del 2011, tanto per capirci, di era ricordato di andare a votare il 70 per cento degli aventi diritto.

Mentre a Milano Sala e Parisi si sfidano alla ricerca dell’ultimo voto, con Silvio Berlusconi in ospedale e il futuro del centrodestra da scrivere in crisi per una lotta di successione che adesso sembra davvero inevitabile, l’incognita interessante da capire, o almeno da ipotizzare senza essere troppo presuntuosi, è quanti elettori andranno a votare domenica prossima. I fari sono puntati su Roma – la Raggi parte con una vittoria in tasca – e Milano ma proprio nelle grandi città il dato dell’astensionismo è più alto. A parte che nella Capitale – dove ha votato il 58 per cento degli elettori, con un dato in lieve crescita rispetto al 2013 – ma lo scandalo di Mafia Capitale e le dimissioni di Ignazio Marino creano uno scenario sicuramente particolare. Nel resto delle grandi città la gente è stufa.

I conti si fanno alla fine, ma tutti i candidati in corsa per la partita del ballottaggio sperano di convincere a votare per loro una bella fetta di astenuti. Una sfida ardua anche perché il secondo turno di amministrative, tradizionalmente, registra un calo dei votanti rispetto al primo. Nel 2008 a Milano, al ballottaggio tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, votarono il 67,3 per cento di elettori. Al primo turno, quest’anno, il dato è stato del 61 per cento. Molto complicato, quindi, raggiungere lo stesso risultato di 5 anni fa. L’83,6 per cento delle politiche del 2006 è una cifra che oggi fa quasi spavento.

Dalla tornata del 2013 la gente è sempre più disaffezionata alla politica e ai Partiti in generale. I grandi politologi dicono che il dato non è così allarmante perché in linea con quello europeo. E, francamente, chissenefrega se anche in Europa hanno perso la voglia di votare: non andare al seggio significa aver smarrito la fiducia nella democrazia.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Costa d’Avorio, Simone Gbagbo sotto processo

successivo

Salatto, politico generoso

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *