Quandeel Baloch, la blogger che scuoteva il Pakistan

Molti di noi non conosce Qaundeel Baloch. La giovane donna nel suo Paese veniva paragonata a Kim Kardashian ed era la star del social media, dove scatenava passioni e scalpore.

Adesso Qandeel non provocherà più i suoi compatrioti con le sue pose suggestive. E’ morta. E’ stata strangolata da suo fratello a casa dei loro genitori, nella provincia del Pendjab, dove si trovava per le festività dell’Aid (Festa del sacrificio). Il suo assassino è stato arrestato ed ha confessato di averla uccisa per motivi di “onore”. Ha anche affermato che non di pentiva di nulla, lei andava fermata prima che nuocesse alla famiglia intera. Vent’anni, Qandeel Baloch, o Fauzia Azeem come si chiamava in realtà, era seguita da decine di migliaia di internauti. Appariva regolarmente sui social network – accuratamente vestita e pettinata –  in pose provocanti, a volte giudicate scandalose dai suoi compatrioti più conservatori. Ma se i suoi detrattori non aspettavano altro che avere nuovi spunti per insultarla online, erano in molti ad ammirarla per il suo coraggio nell’esprimere le sue idee e per la sua sfacciataggine, due modi di fare inusuali per una donna in una società molto patriarcale.

La giovane donna sapeva perfettamente cosa faceva. Qandeel aveva fatto parlare molto di sé il giorno di San Valentino presentandosi con un vestito scollatissimo color porpora, sfidando apertamente l’appello del Presidente pachistano ai giovani del suo Paese, pregandoli di non farsi irretire da quella festa “occidentale”. “La gente diventa matta, soprattutto le ragazze. Ricevo tantissimi messaggi dove mi dicono che le ispiro e che vorrebbero essere come me”, aveva detto durante un’intervista alla AFP in quell’occasione. Recentemente, aveva posato per alcuni selfie con un importante dignitario religioso, prendendolo in giro facendo la smorfiosa con in testa il suo cappello di astrakan. Il mufti è stato sospeso da un comitato religioso. A Muzaffarabad, il villaggio vicino a Multan dove vivono i genitori della ragazza, dopo l’assassinio sono stati schierati più di cento poliziotti intorno alla loro casa, in un clima molto teso. I genitori della vittima è gente semplice, e Qandeel pagava loro l’affitto, mentre il suo presunto carnefice, suo fratello Wasim, era senza lavoro e senza soldi. I genitori non capiscono, non realizzano cosa sia successo e perché sia successo, continuando a ripetere di essere “innocenti”, che la loro figlia era “innocente” e che vogliono giustizia.

L’annuncio della morte della ragazza a suscitato vivaci reazioni in Pakistan, dove centinaia di donne vengono uccise ogni anno dai persone a loro molto vicine con il pretesto che hanno “sporcato l’onore familiare”. “#QandeelBaloch uccisa per una questione d’onore. Quante donne dovranno morire prima che il Pakistan non adotti una legge contro questa arcaica giustizia fai da te?” si chiede la regista Sharmeen Obaid-Chinoy, vincitrice quest’anno di un Oscar per un documentario che denuncia proprio questo tipo di crimini. La cosa spaventosa è che si espandono a macchia d’olio. Per la regista nessuna donna sarà veramente in sicurezza fino a quando non verranno punti con il carcere gli uomini che le uccidono. Ma altri internauti, al contrario, salutano l’atto del fratello di Qandeel come una “buona notizia” per il Pakistan che “lei copriva di vergogna”. Una controversa disposizione del diritto islamico in vigore in Pakistan prevede che gli uomini che uccidono le donne della propria famiglia possono sfuggire a qualsiasi condanna se i parenti li “perdonano” in cambio di una somma di denaro riparatrice. Il Primo Ministro Nawaz Sharif si è impegnato lo scorso Febbraio a sradicare la pratica dei delitti d’onore, ma nessuna legge è stata approvata dalle sue dichiarazioni.

Rimane il fatto che in Pakistan, ogni anno, almeno 1000 donne vengono assassinate per aver “trasgredito” norme del fidanzamento, del matrimonio o per aver avuto un comportamento non confacente alla sfera pubblica. Qandeel Baloch, grazie alla sua notorietà, ha provato a rompere gli schemi e scuotere l’opinione pubblica, ma la tradizione ha avuto la meglio.

©Futuro Europa®

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