Lega e PD verso il Congresso

Mentre Forza Italia e NCD cercano di capire quale sarà il loro futuro politico, ci sono due partiti, oggi in totale contrapposizione che, per motivi diversi, stanno attraversando una fase difficile nel rapporto con il proprio elettorato. Lega e Partito Democratico dovranno prossimamente rinnovare le proprie segreterie nazionali con tutti i dubbi e le riserve che oggi ruotano intorno ai propri leader.

Il Carroccio, da statuto entro dicembre dovrà decidere se confermare o meno Matteo Salvini alla guida di Via Bellerio. Abbiamo già parlato della situazione interna difficile, delle elezioni amministrative disastrose, del calo dell’appeal di Salvini e della sua forte contrapposizione con il governatore della Lombardia Roberto Maroni.

L’ultimo strappo in ordine cronologico nel finesettimana scorso. A seguito dell’ipotesi di nomina di Vasco Errani quale Commissario straordinario per il post terremoto, l’eurodeputato leghista aveva etichettato come scandalosa la proposta del Premier vista la mala gestione del sisma in Emilia del 2012. Di differente avviso però Maroni, che ha ritenuto Errani “uomo di grande esperienza” andando così di fatto a rendere evidente la spaccatura lombarda della Lega.

A Dicembre si dovrebbe tenere il Congresso che quasi sicuramente vedrà contrapporsi almeno tre correnti forti nella Lega: salviniani, maroniani e zaiani. Le ultime uscite dell’attuale leader padano hanno raffreddato l’entusiasmo degli elettori che negli ultimi tempi avevano condotto la Lega a raggiungere percentuali a due cifre su scala nazionale facendo così storcere il naso a molti esponenti. Ma nonostante il buon risalto mediatico di Salvini a muovere voti e militanti in Lombardia e Veneto sono gli attuali governatori che hanno ormai perso il feeling con Salvini.

Il nemico più ostico sarà di certo Maroni con il quale ormai è stata intrapresa una guerra territoriale che lascerà certamente feriti sul campo. Ma tutto potrebbe essere congelato. Il Referendum potrebbe scombussolare il normale corso della legislatura e se, come sembra, si dovesse ricorrere al voto anticipato, è certo che la Lega congelerà le posizioni per prepararsi alla tornata elettorale.

Ma come detto, anche il PD dovrà fare i conti con la nomina del nuovo segretario nazionale che a statuto scadrà nel dicembre del 2017, ma che la congiuntura politica potrebbe far anticipare. Ormai si fa fatica a tenere il conto dei detrattori di Renzi all’interno del PD, una corrente guidata, checché se ne dica, dall’ex Premier Massimo D’Alema, vero nemico dell’ex Sindaco di Firenze.

Anche in questo caso a fare da spartiacque sarà il Referendum costituzionale. Vittoria o sconfitta definiranno le strategie del partito: un rafforzamento di Renzi permetterebbe molto probabilmente di consolidare la propria leadership portando alla segreteria Nazionale Maria Elena Boschi; la sconfitta renderebbe la minoranza molto più forte e forse capace di spodestare Renzi dal trono facendo finire prematuramente la sua esperienza politica.

In ogni caso, per entrambi i partiti il Referendum ha un valore non indifferente che potrà definire, quasi sicuramente, oltre che il futuro assetto istituzionale del paese, anche quello politico.

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