Renzi-D’Alema, ormai è scontro frontale
C’è una guerra che è rimasta fredda per tre lunghi anni e che ora è entrata nel vivo della battaglia sul campo. A sfidarsi in questa partita tutta interna al Partito Democratico Massimo D’Alema, ex Presidente del Consiglio e Matteo Renzi, attuale Premier.
Che i due non andassero d’accordo era cosa nota, visto che D’Alema è da sempre arruolato nelle file della Minoranza PD, sin dai tempi della vittoria alle Primarie dell’ex Sindaco di Firenze. Ai tempi, su invito di Bersani, venne convinto a non sfidare il giovane ambizioso fiorentino, portandosi per anni rimorso e rancore per la scelta. Da quando le tensioni sono aumentate, a seguito della scelta di D’Alema di guidare i comitati per il No alla Riforma costituzionale, è stato un susseguirsi di accuse e complottismi da far tremare i migliori sceneggiatori di soap opera argentine.
Ad iniziare il valzer delle colpe ci ha pensato Matteo Renzi che, pubblicamente, ha accusato l’ex Premier di vendicarsi per non essere stato indicato come Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Dal canto suo l’ex leader dei DS sostiene che il suo No sia lo strumento per “tutelare” la sinistra italiana dall’inciucio del Partito della Nazione che vedrebbe Renzi e Berlusconi governare a braccetto. Insomma una serie botte e risposte che stanno mettendo in seria difficoltà la campagna renziana del Si e la stessa stabilità del Partito Democratico.
La scelta di D’Alema di opporsi a Renzi rientra nella più ampia strategia di sopravvivenza della vecchia guardia rispetto alla volontà del segretario PD di dare un taglio netto con il passato, sia nell’ottica di un rinnovamento del partito che di rigenerazione della politica. Nonostante però la sicurezza ostentata da Renzi, la figura di D’Alema non è da sottovalutare: un serio e impegnato appoggio alla causa del No rischierebbe seriamente di compromettere la permanenza del giovane Matteo a Palazzo Chigi, con una Legge elettorale completamente da rifare e il rischio Movimento 5 stelle sempre alla porta.
Ed è proprio per questo che, a differenza di quanto sostenuto nei mesi scorsi, sembra proprio che il Premier sia intenzionato a cedere ai ricatti della Minoranza, mettendo in agenda la possibile revisione dell’Italicum. La mossa dovrebbe essere propedeutica alla possibilità che, come sta avvenendo silenziosamente a destra, i sostenitori del No riducano il proprio impegno a fronte di modifiche alla Legge elettorale.
In realtà, ancora molto è da decidere e attualmente lo scontro D’Alema-Renzi sembra nel pieno della sua attività. Solo nelle prossime settimane – dopo la decisione della consulta sull’Italicum e la definizione della data del Referendum – sarà possibile definire le strategie future sia del Premier che del suo predecessore. Tutto ciò con il centrodestra alla finestra che aspetta di capire chi uscirà vincitore dallo scontro per iniziare a trattare anche sulla propria posizione nel futuro panorama politico italiano.