Svizzera, dal nucleare alle rinnovabili
Se gli investimenti in energie rinnovabili continueranno a crescere con la attuale velocità, la Svizzera potrebbe sostituire il nucleare entro soli sei anni. E Zurigo è la città più sostenibile del mondo. E’ il trionfo del modello non coercitivo, basato su cultura dell’innovazione e investimenti piuttosto che su vincoli e sanzioni, che è alla base dell’Accordo sul Clima di Parigi: accordo che, per la sua non coercitività, è stato invece criticato. Perché è evidente che se la Svizzera, che ha un potere simbolico e un ruolo comunicativo enorme nella cultura contemporanea, punta in questa direzione per profitto economico e non per evitare sanzioni, a seguire questa strada saranno in molti.
La notizia ‘accompagna’ positivamente e segue a breve quella della ratifica dell’Accordo di Parigi da parte di USA e Cina, che però da sostituire hanno in primo luogo le loro centrali a carbone: a darla è stata Energie Zukunft Schweiz (EZS), che riunisce produttori di energia rinnovabile o a basso impatto ambientale. Mentre Zurigo risulta la città più sostenibile del mondo nel Sustainable Cities Index redatto dalla società di consulenza italiana Arcadis insieme al londinese Center for economic and business research. La classifica, che valuta le grandi città per tipi di energia utilizzata, gestione ambientale e qualità della vita, vede al secondo posto Singapore, seguita da Stoccolma, Vienna e Londra. Roma è ventiduesima, Vancouver ventitreesima, New York ventiseiesima, Milano quarantaduesima. L’Europa vi appare fortemente rappresentata: risultato, questo, della cultura, delle istituzioni e dell’attività legislativa dell’UE e di tutti i Paesi, non solo dell’Unione, come il caso della Svizzera dimostra.
Siamo davanti ad un evento culturale epocale: in fatto di nuova economia, quella che non può essere – secondo l’Accordo di Parigi – non sostenibile, il Vecchio Continente sta insegnando la Modernità al resto del mondo. Andando poi, con la Svizzera, ‘oltre’: perché la lotta per il Clima portata avanti dalle COP dell’ONU ha nel mirino i combustibili fossili più comuni, quelli che inquinano, oggi, l’atmosfera, ovvero carbone, gasolio e anche il meno inquinante gas; la sostituzione del nucleare incide invece su un combustibile fossile più tollerato, che non inquina oggi l’atmosfera, ma potrebbe inquinare l’intero ambiente per millenni.
L’attenzione va tutta a questo punto sull’iniziativa popolare dei Verdi Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare – Iniziativa per l’abbandono del nucleare, che chiede lo spegnimento di tutti i reattori al massimo nel 2029. Gli Svizzeri la voteranno il 27 novembre. Se vincesse il No al nucleare, il risultato sarebbe significativo anche per noi Italiani: che nel 1987 rinunciammo per Referendum al nucleare, ma, attraverso la rete di rifornimento energetico europea, continuiamo ad utilizzare energia prodotta, pure col nucleare, anche dalla Svizzera.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]