Un bellissimo novembre (Film, 1969)
Un bellissimo novembre è un buon dramma erotico – che a tratti vira in commedia – sostenuto da un robusto soggetto introspettivo di Ercole Patti, da un’intensa sceneggiatura scritta a sei mani (Demby, Altoviti, Vaughan) e dall’attenta regia di Mauro Bolognini.
Il romanzo, adattato alle esigenze cinematografiche in maniera fedele, descrive la furente passione amorosa del diciassettenne Nino (Turco) per la matura zia Cettina (Lollobrigida), mentre trascura le attenzioni della coetanea cugina Giulietta (Savona) ed è geloso dello zio Biagio (Ferzetti) e del giovane amante Sasà (Laurence), che si fa vedere in atteggiamenti equivoci con Cettina. Soltanto nel finale del romanzo viene tradito. Patti opta per la svolta tragica, con la morte del ragazzino, suicida dopo aver visto la zia far l’amore con l’amante in un casolare. Bolognini sceglie un’immedesimazione edipica tra zia e madre, mostra l’adolescente punire con sonori ceffoni il tradimento d’amore mentre vorrebbe punire la madre di aver fatto accettato un altro uomo dopo la morte del padre. Bolognini pare citare il suo Agostino (1962), tratto dal racconto lungo di Alberto Moravia, fondendo le pulsioni adolescenziali con il rapporto edipico madre-figlio. Il finale realizzato in sceneggiatura vede Nino sposare la cugina Giulietta – ma pensa sempre alla zia – e il cugino in procinto di partire per l’Inghilterra. Tutto resta come prima, con lo zio e l’amante di Cettina soci di lavoro che si dividono (consapevoli?) la stessa donna, oltre a una famiglia in decadenza, ancorata ai valori del passato, mentre alcuni parlano di modernità, di cambiamento, e certi giovani scelgono la fuga.
I motivi d’interesse della pellicola sono molti. Prima di tutto – pur nella sua essenza drammatica – il film è un precursore di tanta commedia sexy, anticipando temi presenti sia in Malizia (1974) di Salvatori Samperi che in lavori successivi minori – si veda Cugini carnali di Sergio Martino -, spesso ambientati in Sicilia. Abbiamo l’adolescente che s’innamora della donna matura, una sorta di tema della lolita al contrario, ma anche sequenze d’amore spiate, sia dal buco della chiave che da porte socchiuse. Il tema ricorrente della doccia nuda è sostituito da una doccia con la brocca che bagna il corpo della Lollobrigida coperto da una lunga camicia bianca. Motivo d’interesse pure una Gina Lollobrigida alle prese con il solo soggetto scabroso della sua carriera e con diverse sequenze morbose, rapporti sessuali, toccate fugaci, parti erotiche piuttosto audaci. La bella attrice ci regala una delle sue ultime memorabili interpretazioni (farà il Pinocchio di Comencini per la televisione come fata dai capelli turchini) e – pur non mostrandosi mai del tutto nuda – interpreta diverse sequenze erotiche con il giovane Turco e con Laurence.
Il film è girato in Sicilia – tra Acirerale, Catania, Giarre, Nicolosi, Pedara, Viagrande e Aci Sant’Antonio – e mostra le bellezze del paesaggio costiero, tra scogliere e campagna assolata durante la vendemmia. Tutto si svolge in un bellissimo novembre soleggiato, tra la festa dei morti che come tradizione portano i regali, vacanze in campagna e bagni di mare fuori stagione. Ottima la fotografia sicula di Armando Nannuzzi, scura nelle prime sequenze notturne che ritraggono una festa patronale, luminosa e solare nelle parti campestri e marine. La colonna sonora di Ennio Morricone è una vera e propria sinfonia drammatica, ben diretta da Bruno Nicolai, con una canzone leitmotiv (Nuddu), molto originale, con echi di musica popolare, cantata da Fausto Cigliano. Bolognini usa abbastanza lo zoom e il piano sequenza, insiste su particolari decorativi e cura molto l’ambientazione, non può mancare una parte a teatro, sua vera passione. Impianto teatrale, molti campi e controcampi, buon uso del dialogo (letterario), mentre la macchina da presa insiste su momenti erotici secondari, come nella sequenza della lunga cena, che per tanto cinema sexy ha fatto scuola. Girato nel 1968, distribuito dalla Dear Film il 5 aprile del 1969, doppiato dalla CDS, con due ruoli importanti per Rita Salvagnone che presta la sua voce a Gina Lollobrigida e a Danielle Godet, mentre l’esperto Pino Colizzi doppia Gabriele Ferzetti e Jean Meaucorp.
Un’opera interessante come anticipatrice di tutta la commedia sexy, i drammi erotici a venire e di tutto il sottogenere dei peccati in famiglia. Un film letterario che rispetta l’opera narrativa di Ercole Patti, modificandola solo nel finale, in senso cinematografico. Da recuperare.
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Regia: Mauro Bolognini. Soggetto: Ercole Patti (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Lucia Drudi Demby, Antonio Altoviti, Henry Vaughan. Fotografia: Armando Nannuzzi. Montaggio: Roberto Perpignani. Organizzazione Generale: Antonio Altoviti. Musiche. Ennio Morricone. Direzione Musiche: Bruno Nicolai. Edizioni Musicali: Neapolis spa. Canzone: Nuddu, di Ennio Morricone, canta Fausto Cigliano. Scenografia. Vanni Castellani. Costumi: Cesare Rovatti. Direttore di Produzione: Lucio Orlandini. Aiuto Regista: Fabrizio Gianni. Assistente Regia: Umberto Angelucci. Operatore alla Macchina: Claudio Cirillo. Negativo: Eastmancolor. Sviluppo e Stampa: Istituto Luce spa. Doppiaggio: CDC. Registrazione Sonora: CDS.Paesi Produzione: Italia/Francia. Produzione: Adelphia Compagnia Cinematografica spa (Roma), Les Artistes Associes (Parigi). Genere: Drammatico. Durata: 91’. Interpreti: Gina Lollobrigida (Cettina), Paolo Turco (Nino), Gabriele Ferzetti (Biagio), André Laurence (Sasà), Danielle Godet (Elisa), Margarita Lozzano (Amalia), Isabella Savona (Giulioetta), Jean Maucorps (Mimì), Corrado Gaipa (Alfio), Ettore Ribotta (Concetto), Grazia Di Marzà (Assunta), Ileana Riganò (Rosana), Pasquale Fortunato (Umberto), Franco Abbina (Enzo), Amalia Troiani, Maria Di Benedetto.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]