Italia delle Regioni
I comuni italiani dell’Anci dono vicini alle comunità di Marche e Umbria che il 26 ottobre sono state nuovamente colpite dal terremoto. “In particolare siamo vicini ai sindaci e agli amministratori, impegnati da subito con Protezione civile, Vigili del fuoco ed altri corpi dello Stato nelle operazioni di soccorso”. Queste le prime dichiarazioni di Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari.
“Ho voluto mettermi in contatto già sera delle prime scosse con Mauro Falcucci, Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, al quale ho espresso la mia personale solidarietà e quella dell’Associazione. Siamo in costante contatto con molti altri colleghi delle zone colpite dalle scosse di ieri. I sindaci sono in prima linea, stanno gestendo queste ulteriori situazioni di forte criticità, rimangono punto di riferimento per i cittadini e le comunità”.
“Quella passata è stata una lunga notte di attività anche per il personale dei Comuni che da tutta Italia, grazie al lavoro di coordinamento svolto dall’Anci sin dallo scorso agosto, sta supportando i Comuni colpiti. Visto il momento critico, abbiamo chiesto il rinvio – prosegue Decaro – dell’audizione al Senato sul decreto legge sisma, e annullato la riunione di coordinamento con i Sindaci convocata a Roma”.
“Il nostro auspicio – conclude il presidente dell’Anci – è che il governo si muova nel solco dei provvedimenti già adottati in agosto, scaturiti anche dal confronto positivo con il Commissario Vasco Errani, le regioni, i sindaci del territorio. Resta urgente un tema: quello della messa in sicurezza antisismica di larga parte del territorio nazionale, per la quale servono una forte progettualità e risorse adeguate.”
Nella materia del contrasto alla diffusione di organismi nocivi all’agricoltura, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha recentemente approvato un Ordine del Giorno. Nel documento delle regioni si legge che tra le conseguenze della globalizzazione si è assistito, negli ultimi anni, ad un aumento drammatico delle emergenze fitosanitarie conseguenti all’introduzione in Italia di organismi nocivi per il settore agricolo provenienti da altre aree geografiche. Tale fenomeno causa danni ingenti al settore agricolo.
Nel documento delle regioni italiane si precisa che, in caso di emergenze fitosanitarie, le Regioni sono costrette a farvi fronte, attraverso uno sforzo finanziario basato essenzialmente su fondi propri sia per contenere la diffusione dei nuovi organismi sia per indennizzare le aziende colpite.
I Programmi di Sviluppo Rurale non costituiscono lo strumento idoneo ad intervenire tempestivamente in situazioni di questo genere e le norme sulle assunzioni nel pubblico impiego non consentono di aumentare la dotazione di personale dei servizi fitosanitari e quindi di adeguare la dotazione organica degli uffici, che presentano carenze particolarmente rilevanti al fine di fronteggiare le nuove emergenze anche mediante assunzioni a tempo determinato.
Le recenti criticità riscontrate per gli ulivi ed i castagni, hanno evidenziato che le emergenze fitosanitarie rappresentano un gravissimo problema che ha rilevanza nazionale e in quanto tale, non può essere affrontato dalle sole Regioni colpite nella fase iniziale di diffusione della malattia. Occorre quindi mettere a punto una strategia generale e complessiva che, da un lato consenta di prevenire l’introduzione di nuovi organismi nocivi e dall’altro di porre in essere interventi coordinati per contrastare la diffusione dei medesimi organismi nocivi in modo da scongiurare gravi danni all’agricoltura.
Le regioni italiane riconoscono che la così detta “lotta biologica” rappresenta un metodo di contrasto alla diffusione delle malattie delle colture efficace e più compatibile con l’ambiente, ma che necessita dell’introduzione di antagonisti, spesso provenienti dai paesi d’origine dei medesimi organismi nocivi. Occorre tener presente che le norme attualmente in vigore rendono impossibile l’introduzione degli “organismi antagonisti” in tempi sufficientemente rapidi per affrontare le nuove emergenze fitosanitarie e che la Commissione Europea ha più volte richiamato l’Italia a intervenire con maggior efficacia per evitare l’introduzione e la diffusione di nuovi organismi nocivi, peraltro attivando procedure d’infrazione volte a indurre il potenziamento del Servizio Fitosanitario Nazionale sia a livello centrale sia a livello regionale.
Per queste motivazioni le Regioni italiane nel documento proposto dal presidente Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, e recentemente approvato chiedono al Governo di: a) istituire un fondo nazionale per le emergenze fitosanitarie prontamente attivabile; b) sbloccare le assunzioni di ispettori fitosanitari e tecnici di laboratorio per i servizi regionali cronicamente sottorganico (come già avvenuto per altre strutture quali la protezione civile, la sicurezza pubblica, la tutela ambientale e la sanità), con particolare riferimento alle assunzioni a tempo determinato che si rendano necessarie per affrontare le emergenze; c) prevedere per le autovetture dei servizi fitosanitari una deroga al vincolo posto dalla legge c.d. “Spending review 2” come già fatto ad esempio per le autovetture dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco;d) rafforzare le attività del servizio fitosanitario centrale in modo che siano garantite: 1- la messa a punto di un sistema informativo che consenta un efficace scambio d’informazioni con i servizi regionali relativamente al monitoraggio della diffusione dei nuovi organismi nocivi ed alla produzione vivaistica; 2- la produzione di relazioni periodiche sulle emergenze fitosanitarie (oggi questa funzione, di chiara pertinenza statale, viene svolta dai servizi regionali); 3- la preventiva definizione di procedure d’intervento nazionali standardizzate; e) modificare la normativa vigente al fine di semplificare le procedure di intervento in modo da rendere più agevole e sollecita l’introduzione di organismi antagonisti destinati alla lotta biologica.