Cronache dai Palazzi

Di nuovo ping pong tra referendum  e legge elettorale. Mentre la partita del 4 dicembre rischia un rinvio – rinvio immediatamente smentito da Palazzo Chigi – una commissione lavora per cambiare l’Italicum cercando di quietare gli animi all’interno del Pd.

L’emergenza terremoto potrebbe mettere in discussione circa 30 mila voti, in sostanza le popolazioni delle zone colpite dal sisma potrebbero avere ben altro a cui pensare il 4 dicembre. Seguendo l’onda di questo ragionamento sarebbe balzata fuori l’ipotesi del rinvio del referendum costituzionale, anche se il Palazzo ha subito smentito una simile mossa, avanzata come ipotesi dal ministro Alfano. “Se una parte dell’opposizione fosse disponibile a valutare una soluzione di questo genere, sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione”, ha affermato il ministro dell’Interno.

Alcuni ritengono si tratti di un gioco delle parti con Renzi ma il premier smentisce personalmente qualsiasi ipotesi di rinvio: “Non perdiamo tempo in queste vicende. Quello del rinvio è un dibattito surreale. E’ legittimo che Alfano abbia dato una disponibilità alle opposizioni – ha commentato Renzi – ma abbiamo detto che l’argomento non è in discussione, si vota il 4 dicembre, evitiamo di incrociare referendum e terremoto”. Il monito delle opposizioni è ben più forte come tuona il capogruppo forzista Brunetta.”La posizione di FI è chiara e cristallina: rinviare la consultazione costituzionale sarebbe da folli e da irresponsabili”.Dal’interno dello stesso partito Toti spera “sia uno scherzo”.

Beppe Grillo invece, dopo aver accusato Renzi di aver “fino a ieri supplicato Berlusconi di aiutarlo a rinviare”, ammonisce: “Un ulteriore rinvio sarebbe insopportabile. Non azzardatevi, dovete rispettare i vostri datori di lavoro. Io voglio votare, non vedo l’ora”. Nel frattempo il capo Cinquestelle lancia per l’appunto l’hashtag “IoVoglioVotare”. I centristi continuano comunque a sostenere che una decisione di rinvio alla prossima primavera ” che fosse trasversalmente condivisa” non sarebbe “né bizzarra né immotivata”, come ha affermato Dellai. Mentre, dalla minoranza dem, Davide Zoggia afferma che tra Renzi e Alfano è in corso un accordo e, di concerto, Mauro (Pi) ritiene che Alfano sia “un ventriloquo di Renzi”.

All’interno del Pd la sinistra dem è schierata decisamente sul fronte del no con Pier Luigi Bersani che scenderà in piazza a Siracusa partecipando al dibattito: “Riforme e democrazia: le ragioni del No”. I renziani ovviamente leggono un cambio di casacca dell’ex segretario, che dopo aver promesso lo scorso 2 maggio il suo sostegno al referendum ora prende parte ad una serie di iniziative in giro per il Paese senza celare la sua idea a proposito di riforma costituzionale. Bersani ha dichiarato ad esempio che andrà in Piemonte e in Veneto “a parlare di economia e sociale senza tacere di quel che penso sul referendum e senza controllare i sottotitoli delle iniziative”. In questo contesto L’Unità parla di “lancio in grande stile di una aperta campagna contro la riforma”. A proposito di legge elettorale, infine, Bersani ha affermato di apprezzare l’impegno di Cuperlo – pur non condividendo il selfie in Piazza del Popolo con la ministra Boschi – ma non ritiene che dalla Commissione sull’Italicum si genererà alcun accordo. “Quello di Cuperlo è un impegno ammirevole… Però non è che io veda grandi possibilità”, ha dichiarato Bersani. I bersaniani rassicurano dicendo che il loro leader non animerà dei veri e propri comizi a sostegno della scelta del No ma dall’interno del Pd Luigi Zanda ammonisce: “Non agirei mai in dissenso dalle posizioni del mio partito”. Dopo il via libera del Tar del Lazio, che il 20 ottobre ha giudicato inammissibile il ricorso di M5S e Sel con il quale veniva contestato il quesito sulla scheda del prossimo referendum, si presenta comunque sulla strada verso il 4 dicembre un altro aut aut avanzato di fronte al Tribunale di Milano dall’ex presidente della Consulta Valerio Onida che contesta allo stesso modo il testo del quesito sulla scheda. Se questa volta il ricorso venisse accolto il referendum potrebbe subire un arresto, anche se secondo gli esperti si tratta di un’ipotesi dalle possibilità ridotte.

Per quanto riguarda l’Italicum 2.0 la commissione guidata da Lorenzo Guerini a Montecitorio ha prodotto un documento in cui vengono elencate le eventuali modifiche da apportare al famigerato Italicum 1.0, seguendo in grandi linee le indicazioni della sinistra dem. Si rinuncia al ballottaggio. Il premio andrà alla coalizione e non alla lista. I deputati saranno eletti con i collegi e non più con le preferenze. Ovviamente la suddetta bozza dovrebbe diventare un disegno di legge e dopo il referendum si dovrebbe formare una maggioranza disposta ad approvarla. In definitiva il documento di Guerini, Rosato, Zanda, Orfini e Cuperlo è per Bersani e Speranza solo “una dichiarazione di intenti”, anche se l’ex segretario ha dichiarato di voler vedere il testo anche perché “i miracoli possono sempre avvenire”. Nel contempo, però, Bersani afferma: “Non sono ottimista”. Sull’altro versante si apre a Firenze, all’insegna del Sì, la settima edizione della Leopolda dove una kermesse ardita cercherà ovviamente di smontare le ragioni degli avversari.

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