Putin e noi

Tra poco più di un mese, Donanld Trump assumerà la presidenza degli Stati Unii e potrà mettere in marcia le sue scelte, anche in politica internazionale. Però, di segnali ormai inequivocabili ne ha già dati parecchi, il più importante dei quali sta nella scelta a Segretario di Stato del Presidente della Exxon-Mobile, un uomo d’affari di portata globale, che ha stretto rapporti d’interesse enormi con la Russia di Putin ed è stato da questi addirittura insignito dell’Ordine dell’Amicizia. Più chiari di così non si poteva essere.

Putin ha reagito finora con una sorta di modesta riserva, dicendo sostanzialmente: noi siano disponibili al dialogo, adesso stiamo a vedere. Ma è evidente che le possibilità che si aprono davanti a lui sono molto promettenti. Che abbia contribuito o no alla campagna di Trump (penso sia molto probabile, ma quasi sicuramente poco incidente sul risultato finale) non cambia molto le cose. Il fatto è che non dovrà più affrontare un’America diffidente e ostile, che cerca di contenerne le ambizioni.

Un’altra buona notizia per Mosca è venuta dall’Europa, che a quanto pare si asterrà da nuove sanzioni contro la Russia (lo ha detto esplicitamente il Premier Gentiloni e non posso dargli torto). In sostanza, in poche settimane, il panorama è cambiato e Putin è per ora vincitore ai punti.

Come utilizzerà questo vantaggio? Ci sono almeno due pezzi dello scacchiere dove le sue pedine sono già ben avanzate: la Siria, dove è l’appoggio determinante della Russia a permettere ad Assad di recuperare terreno e, si spera, eliminare l’ISIS; e l’Ucraina dell’Est, e più in generale quella che fu fino alla fine del Patto Varsavia una zona d’influenza esclusiva di Mosca, o addirittura parte della stessa URSS. Se Trump terrà fede alle sue dichiarazioni, Washington non si propone di contrastare l’estensione di una “zona d’influenza” a cui la Russia ha diritto come grande potenza, e si capisce che da sola l’Europa non può far nulla.

Ho sempre pensato e scritto che un qualche tipo di accordo Est-Ovest è necessario e sano per la pace e la stabilità del mondo. Bisognerà vedere che effetto avrà sugli equilibri mondiali e in particolare europeo, l’abbandono dei vecchi sistemi che hanno retto in piedi, male o bene, per settant’anni. Ma si sa, nulla è eterno, neppure la NATO e forse dovremo presto adattarci a questa sgradevole realtà.

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