Fuga da Reuma Park (Film, 2016)

Com’è che non riesci più a volare? La nota canzone di De André si adatta bene a molti volti noti della commedia italiana, in questo caso va declinata al plurale, ma il senso non cambia. Sembrano lontanissimi – e forse lo sono – i tempi di Tre uomini e una gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono felice, Tutti gli uomini del deficiente. Il trio composto da Aldo, Giovanni e Giacomo non riesce più a decollare, incollato nelle secche di opere irrisolte e sconclusionate come Il cosmo sul comò, La banda dei Babbi Natale, Il ricco, il povero e il maggiordomo, per arenarsi (definitivamente?) sulla spiaggia di Reuma Park.

L’ultimo film del trio comico milanese va oltre il concetto di brutto e di inutile – categorie oggettivamente non critiche – cavalcando persino scenari pretenziosi e supponenti. Aldo, Giovanni e Giacomo da un po’ di tempo a questa parte sono anche registi dei loro film (con l’aiuto di Morgan Bertacca per gli ultimi due) e forse cominciano a sentirsi un po’ Fellini, visto che si azzardano a scrivere un’opera complessa quanto fallimentare da risultare – alla fine – non comica, ma irritante. Partecipano alla festa della depressione anche Ficarra e Picone, nei panni dei figli gemelli omozigoti di un Aldo invecchiato che viene condotto in un grottesco ospizio-Luna Park, diretto da un’infermiera russa, dove incontra i colleghi Giovanni e Giacomo. Fellini deborda da ogni sequenza: il Luna Park prende il posto del circo, la kapò che guida l’ospizio è un donnone enorme che ricorda i tipi femminili descritti in Amarcord e ne La città delle donne, il tentativo di rileggere il passato in funzione del presente è tutto felliniano. Inutile dire che non c’è niente di più triste che fare Fellini senza essere Fellini.

Il modesto ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo è un pretesto per rivedere vecchi personaggi, ritagli da riusciti spettacoli teatrali, sequenze di interpretazioni memorabili e idee televisive di successo come Tafazzi e la Televisione svizzera. I fan saranno contenti di apprezzare il ricordo di quanto i loro beniamini hanno prodotto di buono negli anni. Certo, il pubblico giovane comprenderà poco questa operazione nostalgia, dedicata a coloro che seguono il gruppo sin dagli anni Novanta, in gloriose trasmissioni come Mai dire goal. Tutto finisce in fuga verso il Brasile, a bordo di una pilotina che solca le placide acque dei navigli milanesi, con l’infermiera coinvolta nel progetto, dopo un inutile tentativo di cattura.

Non è tanto il clima grottesco a infastidire, ché rappresenterebbe la cifra stilistica del trio, quanto l’assoluta mancanza di idee e la povertà della sceneggiatura a sconcertare. Certe volte sarebbe meglio prendersi una pausa di riflessione e non insistere a produrre un film ogni anno, perché niente è più deprimente che assistere alla caduta di un mito, alla triste apoteosi di un gruppo che ha tentato di rinnovare la comicità televisiva, portandola prima a teatro e poi al cinema.

Reuma Park può concorrere al poco ambito titolo di film più brutto dell’anno, con buone possibilità di vittoria, anche se nel panorama del cinema comico italiano deve vedersela con rivali piuttosto agguerriti.

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Regia: Aldo, Giovanni e Giacomo, Morgan Bertacca. Soggetto e Sceneggiatura: Aldo, Giovanni e Giacomo, Morgan Bertacca, Valerio Bariletti. Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci. Montaggio: Marco Spoletini. Produttore: Paolo Guerra. Casa di Produzione: Medusa Film, Agidi. Musiche:Mauro Pagani. Distributore: Medusa Film. Durata: 90’. Genere: Commedia Grottesca. Interpreti: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Silvana Fallisi, Giorgio Centamore, Carlotta Natoli.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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