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Carabinieri: Gen. Del Sette; 4.641 stazioni, nessuna soppressa Forestali inseriti al meglio, ora grande polizia ambientale – Le 4.641 stazioni e tenenze dei Carabinieri – cui si aggiungono le quasi mille stazioni forestali e parco – sono “presidi di legalità, ma anche luoghi di ascolto e di rassicurazione, veri erogatori del servizio di prossimità e, pure in un quadro di doverosa attenzione alle risorse, non ne abbiamo soppresso nessuna. Anzi, ne abbiano istituite in Veneto, Lombardia e Campania per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza di quei territori”. Lo ha detto il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola ufficiali dell’Arma. E l’impegno dei carabinieri, ha ricordato il generale, si esercita anche all’estero “in 11 teatri operativi esteri, in cui piú di 400 uomini assicurano soprattutto attività addestrative e di consulenza a favore delle forze di polizia locali, in particolare in Iraq, Palestina, Gibuti e Somalia. Il comandante ha poi elogiato i “carabinieri provenienti dal Corpo forestale, che in pochi giorni si sono inseriti nella nuova realtà mutando uniforme e portando con loro una grande storia, una prestigiosa tradizione di professionalità, di dedizione e di valori che noi conosciamo e rispetteremo sempre. Con l’assorbimento nell’Arma del Corpo Forestale – ha aggiunto – il Paese ha di fatto costituito una forza di polizia ambientale senza precedenti, non solo in Europa, per ampiezza e potenzialità”. (ANSA)
Forestale, verso nuova Direzione all’interno del Mipaaf Incontro sindacati Fai-Flai-Uila e viceministro Olivero – La volontà di istituire una Direzione forestale in seno al Mipaaf e l’impegno di dare forma a un piano di riordino che assicuri una visione nazionale nel coordinamento e nell’indirizzo della gestione del patrimonio montano, boschivo e dei bacini idrici. Sono alcuni punti emersi nel corso di una riunione operativa che si è svolta al Mipaaf tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e il viceministro Andrea Olivero in cui – informa una nota unitaria dei tre sindacati – sono stati affrontati alcuni nodi che ancora frenano le politiche di rilancio del settore forestazione e le strategie di valorizzazione del lavoro idraulico-forestale. Il sindacato – aggiunge la nota – promuove con energia e convinzione questo percorso, sostenendo una riforma che riunisca in uno sguardo d’insieme capacità di programmazione e di pianificazione, certezza e qualità degli investimenti. La strada è quella di un comparto ambientale che colga le immense potenzialità inespresse in termini di produttività, prevenzione, protezione e manutenzione dei territori, sviluppo e rilancio occupazionale. Il decreto legislativo di riordino del settore e la nascente Direzione nazionale forestale interna al Ministero possono davvero segnare una svolta, a patto però – precisano i sindacati – di mettere al centro il vero motore del cambiamento, che è il lavoro di qualità, ben tutelato, dignitoso, professionalizzato e retribuito. Primo passo da compiere – proseguono – è individuare una nuova controparte pubblica che permetta la ripartenza dei negoziati per il Ccnl, strumento indispensabile per dare vigore e linfa al protagonismo regionale e territoriale attraverso la contrattazione decentrata e restituire ai nostri lavoratori un diritto alla contrattazione vergognosamente negato da cinque anni. Apprezziamo per questo – concludono – l’impegno assunto dal viceministro di riconvocare i sindacati di categoria entro un mese, di sensibilizzare gli assessori regionali competenti e di coinvolgere in questa difficile vertenza anche il ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa. (ANSA)
Piano lupo: direttori Parchi, contenerli ma non uccidendoli – Contenere i danni non uccidendo i lupi ma incentivando forme di prevenzione perché la loro tutela non si può scaricare solo sugli allevatori. E’ la soluzione che propongono i direttori del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnlam) Dario Febbo e del Parco Gran Paradiso Michele Ottino interpellati dall’ANSA sul piano di Gestione e conservazione del lupo che tornerà in Conferenza Stato-Regioni giovedì 23 febbraio. Ci torna dopo il ‘no’ delle Regioni al 5% degli ‘abbattimenti selettivi’ previsto dal piano del ministero dell’Ambiente. “Dopo 40 anni di protezione del lupo con leggi specifiche ora l’ipotesi di contenere la popolazione con abbattimenti controllati è un pugno nello stomaco” spiega il direttore del Pnlam Dario Febbo ricordando che il lupo “fa un servizio all’ecosistema perché garantisce l’equilibrio naturale” visto che ad esempio “si nutre per il 70% di cinghiali che si sono notevolmente diffusi e fanno tantissimi danni all’agricoltura”. Nel condividere il Piano, che è “ben fatto dai migliori esperti italiani ed europei della specie del lupo”, Febbo e Ottino si dicono d’accordo sulla necessità di “un sistema di contenimento” altrimenti “l’aumento incontrollato della specie confligge pesantemente con l’attività economica”. Per contenere la predazione, però, ci sono diversi “meccanismi come la recinzione elettrificata, cani da guardia e guardiani”, spiegano suggerendo forme di contributi per prevenire gli attacchi. (ANSA)
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