Il Ponte di Rialto

Fa realmente rabbrividire l’idea che dei fanatici imbecilli pensassero di attentare al Ponte di Rialto, uno dei tesori del mondo, non solo di Venezia o dell’Italia, programmando centinaia di morti “infedeli”, sicuro così di essere accolti nel paradiso di Allah.  Fa rabbrividire perché, in questo caso come in quello del Ponte di Westminster, non si tratta di un’iniziativa programmata e organizzata da un centro terroristico identificabile (anche se, a cose fatte, l’ISIS non avrebbe mancato di rivendicarla) ma del frutto di menti fuorviate,  aspiranti martiri isolati, azioni  in qualche modo spontanee, anche se ovviamente influenzate da una scellerata propaganda di odio. E dagli atti individuali di follia (o di estrema stupidaggine) che possono prodursi in luoghi e momenti imprevisti e imprevedibili, è difficile proteggersi. C’è e ci sarà sempre gente disposta a immolarsi per sentirsi eroi e assicurarsi il paradiso con le Uri e tutto il resto.

Molte cose si possono combattere, ma con la credulità umana è difficile farcela. Come ci è difficile alle volte comprendere le motivazioni di certi atti. I quattro mascalzoni  risultano esse kosovari, di un territorio cioè in cui la NATO e l’Italia hanno agito con forza e determinazione alla fine degli anni Novanta per proteggere la popolazione musulmana dalla barbarie serba. Arrivando fino a bombardare Belgrado per costringere Milosevic a cedere. A parte un generico e insensato odio contro tutto quello rappresenta la civiltà, la storia, la bellezza occidentali, cos’hanno contro di noi questi fanatici imbecilli?

Questa volta, i nostri Servizi si sono mossi a tempo e va riconosciuto loro un doppio merito: quello di aver realizzato un’attenta sorveglianza di soggetti ritenuti pericolosi, e di essere intervenuti per stroncare sul nascere l’attentato. Altrimenti, nei prossimi giorni avremmo dovuto deplorare un altro atto di barbarie, e piangere altro sangue innocente versato. D’altra parte, le statistiche mostrano che l’opera di monitoraggio e intervento delle nostre Forze dell’Ordine è di livello qualitativamente e quantitativamente elevato e la loro efficienza è riconosciuta a livello mondiale. Questo non ci mette completamente al riparo, cosa umanamente impossibile, ma costituisce un elemento di una certa tranquillità. Una osservazione tuttavia, che nulla toglie al rispetto e alla riconoscenza dovuti ai nostri Sevizi: il giovane che pare fosse l’ispiratore della brillante idea di attaccare Rialto era divenuto sospetto per il suo viaggio e poi ritorno dalla Siria. Non sarebbe meglio respingere alle frontiere tutti quegli elementi islamici che tornano da quel Paese? Ci vuole il genio di Trump per capire che prevenire è meglio che guarire?

Cosa accadrà ora ai quattro insensati? Il delitto loro attribuito è abbastanza grave da assicurare loro qualche anno di prigione (sempre che qualche giudice irenico non si lasci impietosire), ma sono tutti giovani, quando uscissero di prigione non sarebbero certo cambiati (se non in peggio) e potrebbero aver voglia di ricominciare (è già accaduto, per esempio, in Francia e Belgio). Io spero veramente che alla giusta pena segua automaticamente l’espulsione dall’Italia. Non possiamo permetterci di dare lavoro e alloggio a chi vuole attaccare e distruggere le nostre cose migliori.

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