¿Te imaginas la vida sin El Sol?
Bilbao – Nel fine settimana dall’1 al 3 giugno si è svolto “El Sol” il Festival Iberoamericano della Comunicazione Pubblicitaria, arrivato alla sua trendaduesima edizione organizzata nella più nota città dei Paesi Baschi in Spagna.
“El Sol” viene istituito nel 1986 su iniziativa dell’Associazione Spagnola delle Agenzie di Comunicazione Pubblicitaria (AEACP – Asociación Española de Agencias de Comunicación Publicitaria) per promuovere la creatività nell’ambito pubblicitario spagnolo. Lo scopo del festival è dunque quello di incentivare e stimolare ancora di più la produzione creativa in pubblicità e a partecipare sono le varie agenzie che fanno parte di tutti i Paesi di lingua spagnola (ispanoablanti).
Le primissime edizioni del festival si svolgevano a Marbella, città marittima situata in Andalusia, per poi passare a San Sebastian (dove è rimasto per 25 anni) ed infine a Bilbao, attuale capitale del festival e lo rimarrà almeno fino al 2019. Nel 2008 per la prima volta è stata ampliata la partecipazione a tutti i Paesi di lingua spagnola e portoghese. Dando finalmente a “El Sol” un carattere internazionale.
Il festival di quest’anno si è svolto in tre giornate, partendo dal pomeriggio di giovedì 1 giugno e continuando per tutta la giornata di venerdì e sabato. Nei tre giorni della manifestazione le agenzie creative hanno avuto modo di presentare le campagne in gara, oltre a varie conferenze in cui grandi esperti in marketing raccontavano le loro esperienze di successo. La chiusura del festival il sabato pomeriggio con la Cerimonia di gala per la consegna dei Premi.
Divertente lo slogan di quest’anno che gli organizzatori dell’evento hanno scelto per la trentaduesima edizione del festival, slogan che ha invaso Bilbao durante i tre giorni della manifestazione: “¿Te imaginas la vida sin El Sol?” (“Ti immagini una vita senza Il Sole?”) facendo un divertente riferimento all’indispensabilità del Sole.
Tra le conferenze più interessanti, quella tenuta da Jordi Pont Gasau, Global Brand Communications e Senior Director per Nike, svoltasi venerdì pomeriggio al Palazzo Euskalduna, dal titolo “Comunicazione senza limiti”. Jordi Pont ha potuto raccontare la sua esperienza di lavoro in Nike, la cui casa base è Portland (Oregon, Stati Uniti) dove si è trasferito da ormai tre anni.
Il concetto di comunicazione senza limiti inteso da Jordi Pont è quello di una campagna pubblicitaria basata su “insight”, quindi su emozioni che devono esser suscitate nel consumatore. È dunque fondamentale che la campagna abbia una buona dose di “emozione” perché una vera campagna pubblicitaria parte con il piede giusto quando il messaggio che si vuole trasmettere è una “verità umana”. Nel senso che il messaggio deve apparire agli occhi di chi lo riceve come qualcosa di reale, di tangibile, nel quale ci si possa identificare. Solo così sarà possibile suscitare, generare stupore ed attrazione verso la campagna.
Campagna “global” per Jordi Pont è un concetto flessibile, perché una campagna nata per essere una campagna “globale” può avere lo stesso (o maggiore) successo di una campagna locale. È indifferente, perché si tratta della stessa emozione e dello stesso sentimento.
Un’altra conferenza molto interessante è stata quella dell’ex vicepresidente esecutivo e responsabile mondiale di marketing Coca Cola, Marcos De Quinto che sostiene come nel momento in cui si decide di montare una campagna pubblicitaria bisogna puntare sulle “persone” perché sono loro i diretti destinatari della strategia di marketing, alle quali le imprese devono adattarsi. Nel senso che non è solo importante ascoltare il consumatore, ma anzi “osservarlo” e capire quello che fa. Questo dovrebbe essere il nuovo compito degli esperti in marketing, ossia smettere di ascoltare i consumatori ed iniziare ad “osservarli” per capire come poterli afferrare, attraverso l’analisi di ciò che fanno.
La strategia di Coca Cola per vendere al meglio il suo prodotto è quella di raccontare una buona storia, scommettendo sul “customer centric” (consumatore al centro del processo strategico) e risolvere il reale bisogno del consumatore, mostrando “indirettamente” come il mondo possa apparire “migliore solo con l’acquisto di una Coca Cola”.
I punti fondamentali delineati da Marcos De Quinto sono imprescindibilmente connessi a tre principi basici, validi nel mondo del marketing: è necessario avere la capacità di distinguere le buone idee da quelle mediocri o cattive; ricordarsi ed esser consapevoli di non vendere prodotti “mediocri” facendoli passare per “buoni”; se non si è arrivati ad una buona idea è meglio continuare a lavorare per trovare un’opzione migliore.
I premi del Festival si suddividono in Gran Premi, Premi d’Oro, Premi d’Argento e di Bronzo, distribuiti in 15 categorie. Quest’anno sono stati consegnati 293 premi durante la Cerimonia di gala svoltasi al Palazzo Euskalduna.
Alla Spagna (il paese più premiato al Festival di quest’anno) sono andati un totale di 182 Premi, di cui 8 Gran Premi, 36 premi Oro, 60 d’Argento e 78 di Bronzo. Stesso successo per la Spagna nel 2016, quando si è portata a casa ben 118 premi. È considerato dunque il paese ispanoablante con maggiore “olfatto” per la pubblicità. Tra i Gran Premi vinti dalla Spagna troviamo la campagna “La muñeca que eligió conducir” (“La bambola che ha scelto di guidare”) realizzata da Proximity per Audi, appartenente alla categoria “Contenuto di Marca e Marketing promozionale”; ed anche “21 de diciembre”, campagna realizzata da Leo Burnett per la Lotteria e Scomesse di Stato, appartenente alla categoria “Campagne Integrate”.
Si è chiuso così il festival “El Sol” che ritornerà il prossimo anno con una nuova ed emozionante edizione. Sarà interessante vedere se la Spagna continuerà a mantenere il primato in termini di premi ed intuito pubblicitario, o se avremo nuove sorprese. Ma del resto il mondo della pubblicità è fatto per “stupire” e quindi aspettarsi un cambio potrebbe essere la cosa più ovvia e naturale.
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