La tragedia del Venezuela

Quello che sta accadendo nel Venezuela, un Paese in cui vivono centinaia di migliaia di italiani, è davvero terribile. Il risultato di lunghi anni di malgoverno è drammatico: corruzione dilagante, inflazione a tre cifre, mancanza o grave scarsezza dei beni elementari, comprese le medicine. Un caos! La popolazione in maggioranza ne ha abbastanza, lo ha segnalato con chiarezza votando massicciamente per l’opposizione nelle ultime elezioni legislative. Lo ha confermato nel recente referendum, in cui oltre 7 milioni di elettori (il 98% dei votanti) ha detto No al progetto di Assemblea Costituente lanciato dal Presidente Maduro. Il progetto ha un solo scopo: mettere da parte il Parlamento, ove il Governo chavista è in minoranza, e possibilmente riformare la Costituzione per rendere il regime più autoritario e il mandato presidenziale rinnovabile senza limite.

Il regime naturalmente nega ogni carattere vincolante al referendum (che era stato convocato dall’opposizione) e ne contesta i risultati. L’opposizione ha reagito convocando uno sciopero generale, che ha avuto successo soprattutto nei maggiori centri urbani. Maduro ha risposto con furia selvaggia, ordinando di arrestare “i terroristi” (così definisce gli oppositori). Niente di nuovo: le carceri venezuelane, come quelle cubane, sono piene di persone che non la pensano come il “leader massimo”. Come può accadere che tutto un popolo sollevato non riesca a mandare a casa il tiranno? Perché questi ha tuttora l’appoggio delle Forze Armate (in ultima analisi, sempre un fattore decisivo nella politica sudamericana) e di un ordine giudiziario asservito e complice (unica eccezione, la Procuratrice Generale, che ha assunto posizioni di forte critica al regime). È stata infatti la Corte Suprema a bloccare il tentativo dell’opposizione, mesi fa, di indire un referendum per far decadere Maduro dal potere prima del suo termini naturale.

Insomma, malgrado la determinazione e lo spirito unitario di cui fanno prova le varie forze oppositrici, malgrado la profonda esasperazione di tutto un popolo, è probabile che il regime riesca ad afferrarsi al potere.

Le conseguenze sul piano internazionale non mancano,ma sono lungi dall’essere sufficienti. Il cambio di regime in Brasile e Argentina ha fatto sì che i due grandi Paesi abbiano isolato Caracas. Ma i principali attori, di fatto, tacciono: gli Stati Uniti di Trump continuano a comprare petrolio venezuelano e ad avere rapporti sotterranei col regime, il Papa, sempre tanto pronto a denunciare la violazione dei diritti umani in Occidente, dice ben poco sul Venezuela. Malignamente, si potrebbe pensare che ciò conferma la sua non tanto occulta simpatia per i populismi di sinistra. Per essere benevoli,si può però pensare che esita a esporre la Chiesa in prima linea contro il regime tuttora forte.

Ma il solo modo di aiutare i venezuelani a ritrovare una vita normale sta nell’isolare completamente il regime, nel metterlo al bando della vita internazionale e, sì, se necessario, strangolarlo economicamente. Altrimenti i tragici populismi continueranno a risorgere qua e là in un Continente non ancora immunizzato. E ci sarà anche da noi qualche imbecille, di sinistra, grillino o leghista, che continuerà a trovare lo chavismo il migliore dei sistemi possibili.

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Un Commento

  • articolo perfetto…grazie.

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