Politici in TV
Ancora alta tensione nel PdL dopo un lungo incontro notturno a palazzo Grazioli, tra il 13 e 14 novembre, tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. Il vicepremier, come spiega il servizio andato in onda su Sky TG24, “ha cercato un ravvicinamento ma le posizioni restano lontane. Occhi puntati, sabato 16, sul Consiglio nazionale che sancirà il passaggio a Forza Italia”. Il faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano è durato tre ore: l’incontro a Palazzo Grazioli c’è stato al termine dell’ennesima giornata fatta di accuse e controaccuse tra lealisti e governativi. Sono state fatte tre richieste dai governativi che il servizio riferisce essere le “condizioni” per mantenere unito il PdL: “sostegno al governo, nessuna tentazione di ricorrere a elezioni anticipate e un partito che scelga democraticamente la sua classe dirigente”.
Nella riunione avuta nel tardo pomeriggio prima della discussione tra il Cavaliere e il vicepremier, i governativi hanno assunto posizioni sempre più rigide. La giornalista ha sentito il parere di Formigoni per cui: “se nel consiglio nazionale del PdL del 16 non ci sarà spazio per il dibattito, non sarà posta ai voti anche la nostra mozione ma solo la loro, bhe’, di fronte a questi segnali di guerra è chiaro che noi ci rassegneremo a non avere quello che noi vorremmo: un dibattito franco, serio, aperto, come avviene nei partiti seri che, in momenti come questi, vogliono ragionare insieme per il futuro”. A ciò fa da contraltare il muro dei lealisti. Santanché: “Il governo è un contenitore, io voglio i contenuti, non sono per i contenitori, i contenitori si cambiano, i contenuti restano”. “Voglio che sabato per Berlusconi sia davvero una festa“, replica Alfano, ma c’è anche chi vuole che il consiglio nazionale PdL sancisca un divorzio sotto gli occhi di tutti.
Su altro fronte, rimbalzano anche sui principali Tg nazionali e sono oggetto di commento generale le dichiarazioni di Carlo De Benedetti che afferma, sulle righe dell’ultimo libro di Alan Friedman, di votare per Renzi e di augurarsi che diventi presidente del Consiglio. La notizia, come commentano i vari TG, desta scalpore perché, come si sa, De Benedetti è lo storico editore del gruppo Espresso-Repubblica. L’ironia la fa da padrona perché De Benedetti ha appoggiato, nel corso dei decenni, tutti i candidati del centrosinistra alla premiership che, poi, hanno perso: prima Ciriaco De Mita (scalzato all’epoca da Craxi), quindi Rutelli e Veltroni. L’appoggio di De Benedetti a Renzi, quindi, sarebbe curioso capire com’è visto dall’attuale sindaco di Firenze e quali equilibri giornalistico-politici potrebbe rischiare di rompere nel PD.
Ospiti di Giovanni Floris, nella puntata del 12 novembre di Ballarò, sono stati Paolo Romani del PdL, Roberto Speranza del PD e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Il presidente della Camera Laura Boldrini, intervistata dal suo studio,è intervenuta nel corso di una puntata dedicata alle tasse e ai rischi per l’Italia. Boldrini ha parlato di una situazione economica difficilissima, con “tre milioni di greci che non hanno più accesso alle cure, c’è stato un radicale impoverimento della classe media: serve fare cordata, fronte comune”.
Sul tema dei rischi per l’Italia, Paolo Romani (PdL) nota che “dal 2008 noi paghiamo una crisi internazionale spaventosa, partendo dal fallimento dell’Islanda, la crisi immobiliare della Spagna, la crisi finanziaria di Irlanda e Portogallo e il fatto che la Grecia ha falsificato i conti pubblici. Il Portogallo paga anche la dipendenza dalla Troika formata da UE, FMI e BCE. L’Italia, però, non rischia l’arrivo della Troika perché, pur essendo vero che il deficit è al 130%, abbiamo un rapporto molto virtuoso tra debito e ricchezza delle famiglie: il patrimonio è 4 volte quello del debito pubblico”.
Roberto Speranza del PD: “Stiamo passando una fase difficilissima, però attenzione a sparare nel mucchio: vedo tanti sindaci del nostro Paese che non esito a definire eroi civili. Dobbiamo avere più fiducia su una generazione politica giovane che si trova sulle spalle una grande responsabilità. La politica non può permettersi di esprimere solo opinioni. Chi si può permettere di pagare la tassa sulla prima casa la deve pagare per ridistribuire i soldi in altri settori per chi ne ha bisogno”.
Giorgia Meloni (FDI): “Sulle pensioni il tentativo è di allargare la platea per non andare a colpire dove si dovrebbe. E’ vergognoso che a chi eccede i 150 mila euro di pensione si richiede solo il 5% del surplus, poi a chi ha fino a 2 mila euro di pensione netta al mese gli blocchiamo l’indicizzazione. Gli esponenti qui presenti di PD e PDL sarebbero un esempio se considerassero la nostra proposta di legge in materia sul taglio delle pensioni eccedenti i 5 mila euro”.
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