USA, Jon Huntsman in Russia

Donald Trump ha scelto di nominare il moderato Jon Huntsman come Ambasciatore degli Stati Uniti in Russia. Un diplomatico agguerrito che il Presidente aveva in passato definito essere un “uomo mediocre” e “codardo”.

E’ indubbiamente una delle cariche diplomatiche più delicate del momento. Per occupare il posto di Ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, Donald Trump ha puntato tutto sull’esperienza del cinquantasettenne repubblicano Jon Huntsman Jr. La Casa Bianca ha annunciato la sua nomina lo scorso 18 Luglio, poco dopo aver confermato la conversazione che Donald Trump avena avuto con Vladimir Putin a margine della cena del summit del G20 che si è tenuta all’inizio di Luglio ad Amburgo. “Jon Huntsman ha avuto un’insigne carriera come uomo politico, diplomatico e uomo d’affari”, ha ricordato in un comunicato. L’ex Governatore dello Utah (2006-2009), mormone e padre di sette figli, vanta un considerevole curriculum. Prima di lanciarsi nella corsa alle presidenziali del 2012 – per schierarsi poi con Mitt Romney -, il repubblicano è stato, sotto l’Amministrazione di George Bush padre, Ambasciatore a Singapore (1992-93) e in Cina con Barack Obama (2009-2011). La sua esperienza diplomatica con gli autocrati di Pechino dovrebbe tornargli utile per muoversi in seno alla burocrazia russa. “Ha già lavorato in un regime autoritario che ha sempre avuto relazioni complesse con gli Stati Uniti”, commenta sul New York Times Dimitri K. Stimes, Presidente del Center for the National Interest, un think thank con base a Washington. Per il ricercatore, le autorità ufficiali russe vedono di buon occhio la nomina di questo ex Ambasciatore a Pechino perché sarà “in grado di arrivare al Presidente”.

Rimane la questione delle relazioni tra Jon Huntsman e il Presidente Trump che negli ultimi anni sono state a dir poco burrascose. Tra il 2011 e il 2012, quando il diplomatico era in servizio a Pechino, Donald Trump se l’era presa con lui attraverso la consueta raffica di tweet. Il magnate dell’immobiliare dell’epoca lo aveva definito “un tizio senza polso” e “codardo”. Malgrado questi attacchi, Jon Huntsman ha, durante l’ultima campagna presidenziale, dato il suo sostegno al candidato Trump per poi chiedere il suo ritiro dalla corsa dopo la divulgazione di un video del 2005, nel quale il candidato esprimeva concetti volgari sulle donne. Il repubblicano moderato aveva allora dichiarato che la campagna non era che  “una corsa livellata verso il basso”, chiedendo al vice candidato Mike Pence di prendere il suo posto. Per la Casa Bianca queste incomprensioni sono state spazzate via dalla vittoria di Trump alle presidenziali. La prova? All’inizio di Dicembre 2016, Jon Huntsman ha difeso la decisione di Trump di riprendere i contatti con Taiwan, dichiarazione scottante visto che Washington così interrompeva la sua politica degli ultimi anni, con il rischio di inasprire le relazioni già tese con la Cina. Il suo nome era emerso anche nella rosa dei candidati alla Segreteria di Stato, carica poi occupata da Rex Tillerson.

Questo porterà Huntsman ad allinearsi totalmente alla politica di Trump che invoca un riavvicinamento con il Cremlino? A  Mosca sono in molti ad avere dei dubbi, in virtù della carica di Presidente che ricopre in seno al think thank specializzato in affari esteri Atlantic Council. Un gruppo di studi che mostra da sempre una posizione critica nei confronti di Mosca. Ma Huntsman ha in Russia interessi che vanno oltre la diplomazia. L’azienda di prodotti chimici di suo padre, The Huntsman Corporation, ha diversi progetti aperti nel Paese, soprattutto a Obinsk, a sudest di Mosca. L’uomo d’affari fa anche parte dei consigli di amministrazione di grandi compagnie americane, come la Ford Motor –che ha diverse aziende in Russia – o ancora il colosso delle macchine da lavoro Caterpillar. Questi conflitti d’interesse potrebbero essere il fulcro della sua audizione in Senato per la conferma dell’incarico. Se la sua nomina fosse convalidata, Jon Huntsman si ritroverà in mano una serie di dossier molto spinosi, come l’inchiesta sulla sospetta collusione tra il team di Trump e i dirigenti russi durante l’ultima campagna presidenziale negli Stati Uniti. Anche le crisi siriana e ucraina aprono serie discussioni tra la Casa Bianca e i Cremlino. Washington ha emesso una serie di sanzioni contro la Russia legate a questi dossier e per le quali Mosca chiede la sospensione. Chi prevarrà? L’uomo d’affari Huntsman o il diplomatico Huntsman?

Questa missione a Mosca potrebbe rivelarsi un vero test per colui che alcuni osservatori percepiscono essere un potenziale rivale di Donald Trump, che, in effetti, cerca di sbarazzarsene. “E’ abbastanza comune allontanare chi vi spaventa e che potrebbe diventare un rivale politico,” afferma sul Telegraph Sam Greene, direttore dell’Istituto per la Russia al King’s College London. Per lui, Huntsman ha tutte le qualità per sfidare Trump alle prossime elezioni. Ancora una volta il Presidente degli Stati Uniti disorienta per le sue scelte. Come per altre situazione create da Trump, non rimane che aspettare e vedere cosa accadrà.

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