Renzi in isolamento
Il 4 dicembre 2016 sarà un giorno che difficilmente Matteo Renzi potrà dimenticare perché, oltre a segnare la data di una sconfitta politica gigantesca sulla quale l’ex premier aveva scommesso tutto, ha segnato anche l’inizio dell’isolamento dal suo stesso Partito.
La riconferma a Segretario nazionale lo scorso maggio non è servita a ricompattare le file Dem che invece hanno iniziato ad allentarsi fino alla spaccatura con MDP e le tensioni interne che ancora persistono.
Anche l’attuale Primo Ministro Paolo Gentiloni che, al momento della sua nomina, fu definito “il burattino di Renzi” ha acquisito una forte autonomia e non poco prestigio negli ambienti politici nazionali ed internazionali tutti a scapito dell’ex Sindaco di Firenze. Evidente è stata la totale sconfitta di Renzi nel tentativo di imbastire la caduta anticipata del suo ex Ministro degli Esteri per forzare la corsa elettorale il prossimo autunno. Nulla di fatto.
Oggi, l’esposizione mediatica di Renzi si è notevolmente affievolita, soprattutto a favore dei suoi competitor interni, sostenendo anche la ripresa nei sondaggi di un centrodestra che, prima della fatidica data del 4 dicembre, sembrava in dissolvimento. Ora, dopo la lunga pausa estiva fatta di incontri e alte tensioni su diversi provvedimenti che attendono il Governo, Renzi ha la necessità di uscire dall’isolamento in cui è stato confinato.
Se ne prossimi mesi il clima interno dovesse ulteriormente deteriorarsi, il rischio di vedere la sua rapida ascesa politica spezzarsi prematuramente è evidentemente alto. Ma a deporre le armi dovranno essere anche i suoi compagni di partito perché i sondaggi danno ormai il PD in caduta libera e incapace di lasciare i propri problemi all’interno delle stanze del Partito.
Nonostante la reticenza di molti esponenti a riconoscere l’importanza dell’appuntamento elettorale siciliano, il mese di novembre sarà determinante sia per definire i prossimi schieramenti futuri che per rideterminare il peso specifico di Renzi all’interno del proprio Partito. Diversamente, potremmo assistere ad una vera e propria carneficina politica degna della compianta “Unione” di prodiana concezione e che vedrà l’ex premier in uno scontro frontale con il Partito.
Nel suo isolamento agostano Renzi medita su quali siano le migliori mosse per il futuro, anche perché il tentativo continuo di ripristinare quello che fu con il “Nazareno” un esperimento di larghe intese non sembra dare buoni frutti, né dentro né fuori il PD e trasformando il Segretario Dem in un Don Chisciotte del modello tedesco.
Come sempre non resta che attendere i primi passi del governo sui provvedimenti in attesa. Già questo potrà fare da cartina tornasole su quale futuro politico ci aspetta.
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