Per amore di Cesarina (Film, 1976)
Vittorio Sindoni (Capo D’Orlando, 1939) firma il suo primo film nel 1967 (Omicidio per vocazione), ma si specializza in commedie garbate, sulla scia della commedia all’italiana, dirigendo attori interessanti, di stampo classico, oltre a realizzare una buona produzione televisiva. La sua cifra stilistica è il grottesco, il suo miglior film resta Gli anni struggenti (1979) – vero e proprio romanzo di formazione -, l’ultimo lavoro per il cinema è Una fredda mattina di maggio (1989), che indaga sui motivi del delitto Tobagi. Regista teatrale e televisivo, come dimostra Per amore di Cesarina, film che abbiamo rivisto grazie alla Notte di Rete 4, lavoro ideale per il piccolo schermo, caratterizzato da un senso del grottesco tipico del teatro.
In breve la trama. Davide (Chiari) gestisce una pensione a Cesenatico mentre il suo amico Vindice (Bramieri) vende mangimi agricoli. Sono due ex partigiani che si ritrovano per caso dopo molti anni, purtroppo Davide (detto Stalin) – sposato con Elvira (Morriconi) – perde la testa per la giovanissima figlia dell’amico, Cesarina (Monreale). Fuga d’amore che porta il caos nelle famiglie e in paese, Davide cerca rifugio dal padre (Pinciroli), un nostalgico fascista, ma alla fine abbandona la ragazza e torna pentito dalla moglie. Renato Pinciroli (il padre fascista) non riesce a vedere il film finito, perché muore il 12 settembre del 1976, giorno di uscita nelle sale.
Tutto il film si regge sulle grandi prove di Walter Chiari (straordinario protagonista) e Gino Bramieri, che spesso esce fuori a suon di barzellette dalle secche di una sceneggiatura poco approfondita. Ottima la contrapposizione padre-figlio, il primo ex partigiano, detto Stalin per le simpatie comuniste, il secondo fascista nostalgico. Molto brava, nei panni della moglie decisa a riprendersi il marito con ogni mezzo, la teatrale Valeria Morriconi. Tutta la parte tragicomica che vira in grottesco, vede il cinquantenne innamorato della ragazzina, una sorta di Lolita da strapaese ben interpretata dalla fresca e spontanea Cinzia Monreale (vero cognome Moscone), diciottenne debuttante sul grande schermo. Alta, magra, sensuale, capelli lunghi di colore castano che tendono al biondo, fisico ben proporzionato, sguardo intenso e sorriso dolce. Perfetta per interpretare parti erotiche nel periodo di maggior fulgore della nostra commedia sexy. Il suo ruolo è quello di Cesarina, lolita supersexy, figlia di Bramieri che fa innamorare un uomo maturo.
Per Morandini “una commedia insolita nel panorama del cinema italiano anni Settanta, per il brio dei due mattatori, per l’aria di Romagna, per un dialogo senza fronzoli e per i personaggi disegnati con acutezza”. Il film non fu un successo, anzi nessuno se ne accorse proprio, a parte registi e produttori che si innamorarono della bella Monreale. Da rivedere.
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Regia: Vittorio Sindoni. Soggetto e Sceneggiatura: Ghigo De Chiara, Vittorio Sindoni. Fotografia. Safai Teherani. Montaggio: Mariano Faggiani, Gisella Nuccitelli. Musiche: Enrico Simonetti. Scenografia: Giorgio Luppi, Maurizio Narducci. Costumi: Gabriella Pescucci. Casa di Produzione: Megavision – Sepac. Interpreti: Walter Chiari (Davide Camporesi), Gino Bramieri (Vindice Forattini), Cinzia Monreale (Cesarina), Valeria Morriconi (Elvira Camporesi), Renato Pinciroli (padre di Davide), Roberto Chevalier (Paolino Mariani), Armando Bandini (impiegato Grand Hotel), Deddi Savagnone (Adalgisa), Ettore Mattia, Roberto Bonacini, Kim Francis, Maria Antonietta Beluzzi, Lucio Papa D’Amico, Aristide Caporale.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]