Sicilia, primo tassello di un Centrodestra unito?
Il primo mattoncino per la costruzione del centrodestra unito anche alle elezioni politiche è stato messo proprio in Sicilia, la Regione che ha fatto parlare tutta l’estate.
Dopo aver atteso invano Alfano e aver commissionato decine di sondaggi che analizzavano le varie ipotesi in campo, Berlusconi si è convinto del sostegno a Nello Musumeci, fortemente voluto da Meloni e Salvini alla guida di Palazzo dei Normanni.
E la scelta del Cavaliere sembra aver premiato sia il centrodestra che Forza Italia data abbondantemente sopra il 20% nell’isola con un candidato Governatore saldamente i testa sui candidati di Grillo e PD. Se questi dati dovessero essere confermati dai fatti, si potrebbe prospettare per il Centrodestra un felice percorso che vedrebbe i tre partiti costruire una coalizione con ottime probabilità di tornare al governo del Paese.
Unico ostacolo a questo percorso potrebbe essere la riforma della Legge elettorale. Se PD e Centrodestra non dovessero trovare l’accordo per il premio alla coalizione invece che alla lista, l’idea di un unico contenitore elettorale potrebbe non essere così facile da realizzare soprattutto per l’impossibilità di misurarsi e definire i pesi all’interno della coalizione.
Sta di fatto che la situazione siciliana metta al sicuro anche quelle Regioni (Lombardia e Lazio) che si apprestano a ricorre alle urne nel 2018 dove le tensioni legate agli alleati stavano rischiando (soprattutto in Lombardia) di creare spaccature irrimediabili.
Berlusconi – che sta lucidando l’armatura da battaglia – vuole impegnarsi in prima persona per la corsa siciliana e mostrare, soprattutto a Salvini, che Forza Italia è viva e vegeta e che la corsa alla premiership non è ancora del tutto chiusa.
I prossimi mesi saranno fondamentali per definire quei passaggi strategici (la Legge elettorale in primis) necessari a consolidare l’alleanza tra i tre leader di centrodestra ma con uno sguardo verso il mondo di centro che da Arcore non vogliono assolutamente lasciare alla mercé della sinistra.
Infatti, se Alfano dovesse realmente abbandonare il Centrodestra, molti sono pronti all’esodo verso lidi più sicuri. Esponenti che al Cavaliere servono prima di tutto per mantenere la propria credibilità nel PPE ma soprattutto per arginare la deriva populista di Lega e FdI che sta mostrando discrete difficoltà in tutta Europa.
Nel frattempo i tre reggenti si godono i sondaggi e la pace ritrovata, anche se all’orizzonte le nuvole non lasciano del tutto scongiurare l’arrivo di ulteriori tempeste pronte a mettere in discussione ogni tassello finora costruito nella prospettiva di ridare al Paese un timido tentativo di bipolarismo dal gusto anglosassone.
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