Incendi, Cultura nel mirino

Nella notte fra il 6 ed il 7 settembre un incendio ha devastato l’area archeologica di Faragola, ad Ascoli Satriano, nel foggiano. Una autentica calamità storico-culturale, come spiegato dai ricercatori impegnati nello scavo di un sito con ricche presenze tardo-antiche, del IV-VI secolo a.C., ma non solo. Scalpore. Finalmente attenzione da parte delle Istituzioni, Governo in primis, anche perché il sito era stato da poco visitato dalla Presidente della Camera Laura Boldrini. Attenzione dal Ministero dei Beni Culturali. Aperto fascicolo di indagine.

Ma nell’orrenda estate di questo 2017 la mano degli incendi ha attaccato il patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese in molte altre occasioni. Casi isolati, anzi ‘casualità’, sia pure nella miriade di incendi che hanno costretto Vigili del Fuoco, Carabinieri, Protezione Civile e volontari a una ‘guerra di movimento’ estenuante e spostato qua e là l’attenzione della gente, finché non se ne fa l’elenco. Eccolo.

Il 18 giugno un incendio ha minacciato l’area archeologica di Elea Velia, nel Cilento: le fiamme, difficoltosamente domate dai Vigili del Fuoco, hanno lambito la famosa ‘Casa degli Affreschi’. Il 9 luglio un incendio si è sviluppato all’interno di Villa Ada, villa storica romana, dove prima di essere domato ha interessato un’area boschiva. Il 3 luglio, tocca di nuovo ad un parco della Capitale: Villa Pamphilj, altra villa storica. Il 5 agosto incendio nell’area archeologica a Vito Soldano, frazione di Canicattì, Sicilia. Il 13 agosto un incendio minaccia l’area archeologica di Cerveteri. Il 16 agosto ancora Villa Pamphilj: questa volta l’incendio è molto vasto, tanto che la nuvola copre il cielo dei quartieri circostanti. E il 28 agosto va in fiamme una vasta area a ridosso degli scavi archeologici di Vaglio, in Lucania. In tutti i casi, solo l’intervento tempestivo e massiccio di tutti gli operatori responsabili dello spegnimento ha evitato disastri. Ma il rischio di perdere parti importanti del nostro patrimonio è stato altissimo.

Se si esclude il disastro di Faragola, la serie di incendi descritta è stata raccontata solo dalla stampa locale e dalle pagine regionali di alcuni quotidiani nazionali. In questo modo, mancando un collegamento fra i vari episodi di natura simile, quello di Faragola è filtrato nella percezione collettiva come un evento estremo, un caso isolato, e nulla più. Non si è percepita a sufficienza la sofferenza per la ferita di attacchi a beni pubblici tutelati dallo Stato. E non si è creata la domanda sociale, il consenso condiviso, non si è aperta la strada ad una strategia di difesa di quella che è l’identità del Bel Paese nonché ‘il vero petrolio dell’Italia’, come ama descriverlo il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: il nostro ricchissimo patrimonio culturale e ambientale ereditato dal passato.

Ora, i Beni Culturali sono soltanto una delle ‘vittime collettive’ della stagione di incendi 2017. Ma sono una vittima illustre. E quindi questa operazione va compiuta. Perché l’Italia possiede l’ottanta per cento dei beni culturali mondiali. Ha un’immensa responsabilità nella tutela di questo autentico bene dell’umanità; una responsabilità onerosa, ma anche redditizia grazie al turismo che può generare; un turismo che deve rimanere tuttavia a margine delle aree stesse, che sono pubbliche, patrimonio dello Stato. Una responsabilità che l’Europa per prima deve riconoscere, soprattutto dal punto di vista economico, per quello che ci costa. Per questo è urgente una riflessione sulla minaccia subita da tutto il nostro patrimonio durante la scorsa estate, persino dentro la Capitale. Una riflessione ‘social’ e istituzionale insieme, che generi nell’arco di pochi mesi atti concreti e organizzazione sul campo.

Urge tenere alta l’attenzione sull’iter parlamentare di approvazione del nuovo statuto penale a tutela dei beni culturali e paesaggistici, che prevede l’introduzione di nuove figure di reato con sanzioni adeguate. Urge, peraltro, non sguarnire ma rafforzare il controllo puntuale del territorio da parte delle Forze dell’Ordine. Urge monitorare gli interessi che possono minacciare i beni dello Stato e portare avanti le indagini sugli episodi estivi. Urge insomma ‘tenere alta la guardia’. Urge: per resistere e respingere un mostro che nella nostra splendida Italia non può entrare.

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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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Un Commento

  • Hai ragione da vendere Francesco: URGE !!!

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