Costa-i-Font (LSE): Catalogna, rischio effetto a catena

Madrid ha settato l’orologio a lunedì mattina alle dieci ora locale, momento nel quale, minuto più’ o minuto meno, sapranno se i ‘cugini’ catalani faranno ancora parte a tutti gli effetti della grande famiglia della comunità spagnola. Dopo il referendum del primo d’ottobre, infatti, la Spagna è di fatto entrata in un vacuum legislativo e il futuro rimane incerto. Per far luce sulla situazione attuale, Futuro Europa ha parlato con Joan Costa-i-Font, professore di economia politica presso la London School of Economics (LSE).

Il governo regionale della Catalogna ha dichiarato e firmato l’indipendenza ma, allo stesso tempo, ha chiesto di avviare il dialogo con Madrid. Rajoy ha chiesto un chiarimento a Puigdemont dandogli tempo fino a lunedì per confermare la sua posizione. Come si giocherà’ la partita?

Fondamentalmente, un’indipendenza dichiarata senza negoziazioni avrebbe portato ad una reazione violenta da parte dello Stato spagnolo. Per evitare disordini sociali e un contraccolpo a catena sull’economia spagnola e sull’euro,  e’ stato richiesto un negoziato ‘acclamato’. La Slovenia ha seguito una procedura simile. Ciò potrebbe portare a un referendum negoziato con una promessa di riforma costituzionale, il cui esito sarà l’indipendenza o una scelta collettiva di rimanere parte integrante della Spagna. Il che porterebbe a una situazione di win-win sia per la Spagna che per la Catalogna, in quanto la Stato potrà affermare che i catalani hanno scelto collettivamente di restare nella Spagna. Sebbene la memoria dei conflitti non sarebbe cancellata e alcune persone rimarranno inevitabilmente amareggiate.

La Catalogna ha il potere legale di dichiarare l’indipendenza unilateralmente? Se sì, cosa può fare Madrid per impedire che ciò accada? Che cosa implica l’attivazione dell’articolo 155?

Ora c’è un conflitto di legislazioni e legittimità. Entrambi hanno potere giuridico. Se l’articolo 155 viene invocato porterà sicuramente a disordini e ad uno scenario nel quale entrambi saranno considerati perdenti. La Costituzione spagnola è stata reinterpretata in modo centralistico nella sentenza del 2010 sullo statuto catalano, ed è passata solo come alternativa a una dittatura, ma non aveva lo scopo di mantenere i catalani intrappolati in Spagna per sempre.

Madrid avrebbe potuto trattare in modo diverso? Il governo condivide la responsabilità con Barcellona per quello che sta succedendo?

Il PP avrebbe potuto chiamare il referendum o offrire una riforma costituzionale. La maggior parte dei catalani avrebbe accettato volentieri un miglioramento delle condizioni di autogoverno. Tuttavia, dopo la brutalità dell’ultimo 1 ottobre, è improbabile che ciò accada a meno che l’offerta non sia davvero generosa. La repressione della polizia e’ stata totalmente inutile, avvicinando la Spagna a somigliare agli stati non democratici.

L’unità e il Paese sono sull’orlo del collasso? Esistono rischi sostanziali che altre comunità autonome seguano le orme della Catalogna?

Penso che lo sia da molto tempo, e c’è il rischio di un effetto a catena sui Paesi Baschi.

Nuove elezioni o un cambio di governo potrebbero facilitare una transizione?

Le elezioni non cambierebbero molto la situazione, e se il governo catalano le chiamerà o gli saranno imposte, potrebbero utilizzarle come un’altra arma per chiamare un referendum sull’indipendenza. I sondaggi suggeriscono un aumento di supporto per la coalizione indipendente. Altrettanto, un cambio di governo centrale non farebbe la differenza, in quanto per cambiare la costituzione resta necessaria l’adesione del PP.

Alcune aziende hanno già fatto le valigie o hanno spostato il loro quartier generale altrove. Quali sono le conseguenze economiche di questa crisi? Si prevedono ripercussioni più gravi sull’economia e sulla stabilità politica?

Le compagnie che hanno cambiato sede, lo hanno fatto principalmente, per avere ancora accesso ai fondi della BCE o per evitare il boicottaggio dal resto della Spagna. Ma queste sono principalmente società operanti in Spagna, invece le multinazionali come Grifols che vendono in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, non sono così toccate. In un certo senso, i cambi di quartier generale delle aziende danno un’idea di come potrebbe cambiare la Catalogna dopo la secessione, con aziende meno dipendenti dal mercato spagnolo e concentrate più sul mercato europeo e internazionale.

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