Neruda (Film, 2016)

Siamo nel Cile del 1948, anni di proibizionismo e dittatura, quando il senatore Pablo Neruda – poeta di fama nazionale per le sue liriche d’amore – viene accusato dal Presidente Gonzalez Videla di incitamento alla ribellione, per aver accusato il governo di tradire il Partito Comunista. Il prefetto Óscar Peluchonneau viene incaricato di arrestare il poeta, che decide di fuggire dal paese insieme alla moglie, la pittrice Delia del Carril.

La fuga del politico letterato verso il Sud del Cile, organizzata dal Partito Comunista, conduce lo spettatore verso la stupefacente visione della Cordigliera delle Ande coperta di neve. La cosa singolare del racconto sceneggiato da Guillermo Calderón e girato da Pablo Larrain è che tutto viene visto dagli occhi del persecutore, innamorato dei versi di Neruda, affascinato esteticamente dal suo obiettivo finale. Mentre in Europa Pablo Picasso parla di persecuzione e attende di abbracciare un fratello spirituale in fuga, in Cile va in scena la caccia senza tregua di un poliziotto al poeta, tra indizi, false piste e tentativi di cattura. Il film si risolve in una contrapposizione tra un uomo e la sua nemesi, un poliziotto e il perseguitato, ma al tempo stesso è anche la storia di un amore-odio tra due personaggi, secondo il ritmo dei versi di Neruda, soprattutto del Canto general.

Neruda è un film che si pone come antecedente storico de Il postino di Neruda (1994) di Michael Radford e Massimo Troisi, narrando tutto quello che è accaduto prima della fuga e del confino tra Italia e Francia. Un’opera interessante e complessa, girata con passione e competenza tecnica, fotografata con toni anticati, giallo ocra, montata a ritmi lenti, sceneggiata usando molte opere di Neruda e ambientata benissimo nel Cile di fine anni Quaranta. Un lavoro che ha impegnato Larraín per oltre cinque anni, tra letture di biografie, interviste e realizzazione tra restrizioni di budget, che forse avrebbe meritato maggior considerazione in sede di assegnazione del Premio Oscar per il miglior film straniero. Interpretazione autentica di Larraín: “Neruda è un’opera sulla devastazione dell’anima di un popolo. Il Cile sognava un mondo che non si è mai concretizzato. Quando Neruda ha vinto il Nobel,  ha dichiarato di non sapere se quei due anni di fuga li avesse sognati, scritti o vissuti. E questa è la chiave. Il film non è incentrato sulla figura di Neruda, ma sul cosmo nerudiano, sul suo universo”. In Italia è uscito un libro interessante sul cinema di Pablo Larraín, scritto da Juri Saitta. Lo trovate al link. Leggetelo e dopo andatevi a cercare Neruda, ché ne vale la pena.

. . .

Regia: Pablo Larraín. Sceneggiatura: Guillermo Calderón. Montaggio: Hervé Schneid. Scenografia: Estefania Larraín. Suono: Sebastian Esquivel, Ivo Moraga. Produzione: Javier Beltramino, Peter Danner, Fernanda Del Nido, Juan Pablo García, Axel Kuschevatzky, Juan de Dios Larrain, Ignacio Rey, Gaston Rothschild, Jeff Skoll, Alex Zito, Samuel Lumbroso, Eduardo Castro. Paesi di Produzione: Argentina, Cile Spagna. Genere: Biografico, Storico, Drammatico. Durata. 107’. Interpreti: Luis Gnecco, Gael García Bernal, Alfredo Castro, Mercedes Morán, Pablo Derqui, Michael Silva, Jaime Vadell, Diego Muñoz, Marcelo Alonso, Alejandro Goic, Victor Montero, Francisco Reyes, Emilio Gutiérrez Caba.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

Condividi
precedente

Raqqa, cade l’ultima roccaforte Isis in Siria

successivo

Cronache dai Palazzi

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *