Cronache dai Palazzi

Cambia il Trattato di Dublino. La Commissione libertà civili di Bruxelles ha messo a punto delle nuove norme per cui non varrà più il criterio secondo cui la richiesta di asilo dovrà essere presentata nel primo paese di accesso, o paese d’ingresso. Per di più non si potrà rimandare nel luogo di arrivo un richiedente asilo solo per il fatto di essere arrivato in quel Paese. Tali provvedimenti riguardano molto da vicino l’Italia dato che molti degli sbarchi avvengono sulle nostre coste e le nuove norme, nello specifico, potrebbero comportare una notevole diminuzione delle permanenze nel nostro Paese.

Il sistema attuale, in effetti, affida in maniera piuttosto gravosa la responsabilità dell’accoglienza ai Paesi di frontiera come l’Italia, mentre le nuove norme mettono in moto un meccanismo permanente e automatico di ricollocamento che coinvolge tutti gli Stati membri. Il suddetto meccanismo comporta che qualora non risulti applicabile nessuno dei criteri di responsabilità (come ad esempio ricongiungimento familiare, minori, soggiorno precedente, titoli accademici e altri) il richiedente asilo sarà ricollocato attraverso un meccanismo centralizzato al quale partecipano tutti gli Stati che non possono sottrarsi, pena la perdita dei fondi strutturali. Al richiedente è invece riservata la possibilità di scegliere tra quattro Stati membri tra quelli con il minor numero di richiedenti rispetto alla loro quota. “Rivendicherò davanti al Consiglio europeo il lavoro del Parlamento e chiederò di fare in fretta – ha dichiarato il presidente dell’Eurocamera Antonio Tajani –. Il testo va nella giusta direzione. Merkel, Macron e l’Italia sono per andare avanti rapidamente”.

Il primo obiettivo rimane l’aggiustamento delle regole per quanto riguarda le richieste di asilo per cui, oltre alla cancellazione del criterio del primo paese d’ingresso, il nuovo testo prevede una procedura accelerata per il ricongiungimento familiare, per il quale saranno sufficienti alcune indicazioni, come ad esempio avere un familiare in un altro Stato membro, per essere ricollocati subito nel medesimo luogo. Risultano inoltre rafforzate le garanzie procedurali e gli obblighi di informativa per i richiedenti e, in particolar modo, le salvaguardie per i minori non accompagnati, tra le quali la celere nomina di un tutore.

In Europa sarebbero circa 20 mila – tra giovani donne, minori e uomini – le persone che ogni anno entrano nei sistemi di protezione, e di questi circa mille sono in Italia. In questo contesto il Governo ha potenziato lo stanziamento dei fondi, che sono passati dagli 8 milioni del 2015 ai 22,5 per 21 progetti del 2017.

Sul fronte interno prende invece forma la prossima legge di Bilancio, il cui testo del disegno di legge non è ancora definitivo. Tra le novità più importanti è prevista la parificazione per il lavoro pubblico con il regime della previdenza complementare dei privati. Oggi i privati usufruiscono di un’aliquota del 15%, mentre i lavoratori della Pubblica amministrazione sono vincolati ad un’aliquota marginale Irpef dal 23% in su. Per le partite Iva, invece, l’Agenzia delle entrate predisporrà una bozza di dichiarazione Iva precompilata, sulla base dei dati della fatturazione elettronica.

Una novità assoluta della manovra riguarda, dal prossimo anno, le spese per la manutenzione del verde privato che potranno essere detratte dal reddito, come avviene per le ristrutturazioni edilizie e le spese energetiche. In pratica, “ci sarà una detrazione del 36% sull’acquisto di piante, di alberi, di impianti per l’irrigazione, per la costruzione di pozzi e, in generale, per la sistemazione a verde delle aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Tutto ciò per trasmettere “un messaggio positivo”, in quanto si vuole “premiare chi aiuta a combattere l’inquinamento e rendere l’ambiente più vivibile e bello”, ha aggiunto il ministro puntualizzando che, come con l’ecobonus, “che ha sostenuto l’edilizia in generale”, anche con quest’ultima misura dedicata al verde privato si mira ad un sostegno del settore floro-vivaistico che in Italia risulta essere di grande valore . A proposito di eco bonus, invece, “vengono confermati tutti”, ha specificato Galletti, e viene assicurata “la portabilità del credito” per cui si può “vendere l’incentivo alla ‘Esco’ che realizza i lavori, oppure agli intermediari finanziari”. In aggiunta esiste “un fondo di garanzia con soldi stanziati dal ministero dell’Ambiente e da quello dello Sviluppo economico, che daranno la possibilità di avere le garanzie per ottenere finanziamenti in banca per effettuare i lavori”. Si tratta di una dotazione di “50 milioni”, ha specificato il ministro Galletti, “ma con la leva finanziaria si possono movimentare finanziamenti per 500-600 milioni”.

Confermati anche gli sgravi contributivi, ossia la riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel caso in cui siano assunti giovani fino a 29 anni. L’aliquota ridotta verrà applicata per tre anni. Solo per le assunzioni effettuate nel 2018 l’agevolazione riguarderà anche i lavoratori fino a 34 anni. Lo sconto contributivo scatterà, inoltre, anche nel caso di prosecuzione di un contratto di apprendistato in contratto a tempo indeterminato qualsiasi sia l’età anagrafica. Per il solo Mezzogiorno continueranno invece ad essere erogati incentivi più generosi pari alla decontribuzione totale.

Nel settore Pensioni la novità più importante riguarda L’Ape sociale, l’indennità che anticipa il trattamento previdenziale a beneficio di alcune particolari categorie. Potranno quindi beneficiare dell’Ape sia le lavoratrici madri sia i disoccupati che hanno interrotto l’attività alla fine di un contratto precario. Nel caso delle madri lavoratrici è prevista una riduzione dei contributi richiesti di sei mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni; per cui basterebbero 28 anni di contributi invece di 30. Nel caso di mansioni faticose 34 anni invece di 36.

Per i Comuni che si uniscono producendo una maggiore efficienza di gestione aumenta l’incentivo statale, per cui il contributo straordinario pari al 20 per cento dei trasferimenti erariali del 2010 già potenziata al 50 per cento nel 2017 salirà ulteriormente fino a raggiungere il 60 per cento nel 2018. Città metropolitane e province delle Regioni a statuto ordinario godranno invece di un contributo complessivo di 342 milioni di euro per l’anno 2018, di 110 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2019-2020, e di 180 milioni annui a partire dal 2021 per quanto riguarda le province.

In preparazione infine la cosiddetta web tax, la nuova imposta sui ricavi dei colossi digitali, che potrebbe essere oggetto di un emendamento parlamentare. Le imprese della Rete “sono quelle che sfuggono di più all’imposizione fiscale”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Un’altra questione che fa discutere riguarda inoltre la fatturazione ogni 28 giorni nel campo della telefonia, già oggetto di analisi da parte dell’Agcom, l’autorità di garanzia per le comunicazioni, che ha aperto procedure contro alcuni operatori soprattutto per quanto riguarda offerte congiunte fisso-mobile. “Va messa a posto il più rapidamente possibile perché è una cosa inaccettabile”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Calenda interpellato sulla possibilità che il provvedimento riguardante la telefonia entri a far parte della prossima legge di Bilancio come emendamento. Il Parlamento a sua volta ha esplicitamente richiesto un intervento legislativo più corposo da applicare, nello specifico, anche alla telefonia mobile.

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