Uccisa in attesa di giudizio

Roma – Per la sezione Altri Eventi della Festa del Cinema di Roma, lo scorso mercoledì presso l’Auditorium del MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) la Fondazione Doppia Difesa Onlus, che dal 2007 aiuta le donne che hanno subito violenze ad intraprendere l’iter di denuncia, ha presentato la proiezione del corto Uccisa in attesa di giudizio per la regia di Andrea Costantini.

Il corto racconta la storia di una donna (interpretata da Ambra Angiolini) che, dopo aver compreso la pericolosità del compagno (interpretato da Alessio Boni), lo lascia denunciando le violenze da lui subite alla polizia. Purtroppo, in aula il caso seguito dall’avvocato della ragazza, interpretato proprio dall’avv. Giulia Bongiorno, viene rinviato per un vizio di notifica e la donna abbandonata da chi dovrebbe proteggerla muore per mano del suo aguzzino.

Il corto vuole denunciare la completa assenza da parte dello Stato in casi di violenza sulle donne, ma anche l’indifferenza della gente. Si tenta di scuotere l’opinione pubblica facendo leva sul senso civico affinché le donne che hanno subito violenza non vengano lasciate mai sole, denunciando ed intervenendo in loro difesa se si assiste a simili episodi, in una scena del corto, infatti, la ragazza viene aggredita sotto casa dal suo ex, sullo sfondo compare un passante che, assistendo all’episodio, sceglie di scappare invece di intervenire o chiamare la polizia.

Dopo tante campagne volte a far sì che le donne riconoscessero quei segnali di pericolo nei loro partner per staccarsi da loro e denunciarli, chiunque vedrà questo corto non potrà far altro che domandarsi il perché oggi le donne continuano a soccombere per mano dei loro aguzzini mentre lo Stato guarda altrove.

Di questo e molto altro si è discusso alla presenza della conduttrice Michelle Hunziker, l’avvocato Giulia Bongiorno e l’attore Alessio Boni. Per prima cosa Michelle Hunziker ha ringraziato gli sponsor che hanno finanziato il corto: Mediaset, Cotril, Morellato, Tantum Rosa, Magnum FC Girl Power, Sina Bernini Bristol.

La parola è passata all’avv. Bongiorno che nel ribadire la grave assenza da parte dello Stato, ancora oggi topo tanto tempo, ha introdotto le storie di due vittime di violenza: Noemi Durini e Gessica Notaro.

Noemi Durini, come ha testimoniato la madre, è stata uccisa a 17 anni dal fidanzato, il quale era già stato segnalato per violenze alle autorità dalla madre della ragazza, ma purtroppo mai perseguito. La donna ha descritto la storia sin dall’inizio fino al drammatico epilogo, soffermandosi su come solo attraverso le sue indagini sia giunta a scoprire che la figlia era stata brutalmente assassinata dall’ex ragazzo. Data la complessità del caso che ha riguardato la figlia, la donna ha deciso di istituire una fondazione in ricordo di Noemi al fine di sensibilizzare i giovani.

Ha usato parole molto dure nei confronti delle Istituzioni, che sapevano ma hanno comunque sottovalutato la gravità della situazione, per questo motivo ha dichiarato di aver informato il Ministro Orlando della volontà di sporgere denuncia contro lo Stato.

Davanti a tale racconto Alessio Boni ha chiesto di conoscere quali siano le basi sulle quali le Istituzioni si muovono in caso di violenza, visto che la maggior parte delle denunce vengono ignorate e si giunge inevitabilmente ad un tragico epilogo; la risposta dell’avv. Bongiorno non è tardata ad arrivare, ha spiegato che purtroppo vengono ignorate per un esubero di denunce, per questo spiega bisogna alzare il livello di prevenzione addestrando il personale addetto a riconoscere questi casi e portarli immediatamente all’attenzione delle autorità giudiziarie. L’avv. Bongiorno inoltre ha precisato che tramite la Fondazione Doppia Difesa ha chiesto che venga istituito un “codice rosso” sulla base del quale possono essere facilmente identificate le denunce di violenza sulle donne in moto tale da ricevere la priorità.

La seconda testimonianza arriva da Gessica Notaro, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, anche lei ha più volte denunciato le violenze subite e la pericolosità dell’uomo, ottenendo prima il divieto di avvicinarsi a lei di 500 metri, poi purtroppo ridotto a 50 metri. Poiché i due abitavano nello stesso comprensorio, ciò ha fornito all’uomo l’occasione per rovinare la vita alla Gessica gettandole l’acido in faccia. Oggi l’aggressore è stato condannato ad una pena detentiva di 18 anni.

Alla fine del dibattito si è dato spazio alle domande del pubblico, tra le quali è uscito un altro episodio di violenza, infine è intervenuto Giorgio Rastrelli di Mediaset che ha promesso la massima visibilità del corto, mentre la Hunziker ha chiarito che l’iniziativa non ha colore politico e il corto sarà dato a tutti i media che vorranno divulgarlo.

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