Comportamenti ecofriendly
«Il 21 novembre è la giornata mondiale dell’albero. Bene. Chissà se l’ha celebrata anche il presidente dell’Ecuador, chissà se il tipo avrà avuto comportamenti quotidiani ecofriendly?
Questa espressione è una delle tante adottate nella lingua italiana dei vari politici per descrivere atteggiamenti che in inglese suonano più fighi. Vuol dire essere più civili, in poche scarne parole. Vuol dire avere a cuore la natura e rispettarla, tutto qui. Il caro Presidente ecuadoregno tale Rafael Correa, dopo aver per anni chiesto all’ONU di adoperarsi per preservare le biodiversità del Parco Yasuni che si trova nella Foresta Amazzonica, a un certo punto ha dovuto prender una decisione, da lui definita “sofferta ma necessaria”: ha autorizzato lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio che si trovano proprio in una zona incontaminata del parco.
Lo sviluppo degli idrocarburi in questa zona incontaminata della foresta amazzonica avrà delle tragiche ripercussioni sulla biodiversità e sull’ambiente. Si è studiato che un albero permette di assorbire una tonnellata di diossido di carbonio, l’equivalente delle emissioni emesse da 500 auto l’anno. Pensate e contate quanti alberi abbatteranno e da quel numero calcolate quanto veleno in più respirerà il mondo.
Non voglio giudicare tale Rafael Correa, ma m’interrogo: dove sono Sting e quegli altri che appoggiavano le tribù del posto? Tra un bicchiere di Chianti e una ribollita, pensate che avrà saputo del fatto? O forse, più probabile, se ne sbatte. Troppo lontana, troppo pericolosa, troppo tutto. E poi lui ultimamente preferisce altri lidi geografici, specie alcune nazioni dove vivono e si arricchiscono portatori sani di dittatura. E’ chiaro che il danaro muove il mondo, ma a me questa storia innervosisce non poco. Penso: ma quelli che guideranno le ruspe, non saranno consapevoli di stare per mettere la parola fine ad un ecosistema che esiste dal tempo dei tempi? Possibile che se ne freghino pur di portare un pezzo di pane a casa? Ma abbiamo davvero bisogno di tutto questo petrolio?
Siamo dei poveri stolti se permetteremo che questo avvenga. In Sudamerica forse c’è un personaggio che potrebbe fare la differenza, anche se alquanto singolare, un presidente che vive con pochi dollari e che destina il resto del suo stipendio alle persone bisognose, che guida una vecchia macchina vecchia di trent’anni; è il presidente dell’Uruguay, Josè Mujica. Io gli scriverò, per chiedergli di non permettere al suo collega questo omicidio verde. Ho cominciato ad apprezzarlo dopo aver sentito una frase da lui pronunciata all’ONU alla Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile: “Povero non è colui che ha poco, ma chi ha indefinitamente bisogno di molto”. Cioè, tradotto in italiano per non vedenti oltre la punta del naso, siamo noi i poveri!»
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