Elezioni. E dopo?

I sondaggi elettorali mostrano un Paese fortemente tripartito tra centrodestra, centro sinistra e movimento 5 stelle. Ciò al netto dei numerosi partitini che stanno nascendo, da una parte e dall’altra, che portando in dote nelle coalizioni le loro modeste percentuali cercano di accaparrarsi qualche seggio e salvare qualche professionista della politica.

Ma se i due principali leder, Berlusconi e Renzi continuano a sostenere di non guardare in alcuna maniera ad un governo di coalizione (italianizzato in “inciucio”) che prospettive ci posso essere per il nostro paese? Di certo a quattro mesi dalle elezioni (data probabile il 18 marzo) fare previsioni è difficile ma alcuni segnali sono già percepibili. Una possibilità è data da una grande rimonta del centrodestra dovuta alla presenza di Berlusconi in Tv. L’ex premier è ancora il leder indiscusso del piccolo schermo e ogni sua apparizione fa rimontare nei sondaggi Forza Italia.

Se la progressiva crescita del centro destra dovesse confermarsi nei prossimi mesi, si potrebbe quasi sperare di riuscire a formare un governo. Difatti le vicende dovute alle banche per il PD, più la scissione della sinistra radicale, e la difficile posizione dei 5 stelle su Roma, potrebbero far volgere a favore di Lega Forza Italia e Fratelli d’Italia l’elezioni.

Ma al di là di difficili rimonte, la tendenza sembra essere quella che si è registrata negli ultimi anni in Europa con spaccature profonde nelle società che hanno portato all’annacquamento del voto dei partiti tradizionali. Ultima illustre vittima proprio la solida Germania della  Merkel che ora rischia di dover far ricorso nuovamente alle urne.

E in Italia? Il rischio di non avere un governo “monocolore” è altissimo e difficilmente si riuscirebbe a trovare soluzioni alternative. Anche in una remota ipotesi di accordo tra Renzi e Berlusconi il centrodestra si spacchetterebbe inesorabilmente non riuscendo di fatto a catalizzare le stesse forze e con una Forza Italia in cui la carta d’identità del Leder pesa ogni giorno di più.

In alternativa, un ritorno immediato alle urne potrebbe produrre un effetto ancora più problematico, dove il movimento guidato da Di Maio potrebbe effettivamente sbaragliare tutti i competitors e arrivare alla guida del paese con probabilmente non poche ripercussioni sul piano finanziario del nostro paese.

Insomma prospettive non rosee quelle che potrebbero attendere  l’Italia in un contesto così frammentato dove, quasi per assurdo anche l’Europa potrebbe trovarsi a fare il tifo per Berlusconi e Salvini sperando che riescano autonomamente a formare un governo. In alternativa assisteremo inesorabilmente ad un periodo di transizione politica che potrebbe far riprecipitare il Paese in una profonda sofferenza economica e politica.

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