Destra e nazionalismo

Commentando certe prese di posizione della destra estrema in Austria, mi è capitato di fare un’osservazione circa l’atteggiamento delle varie destre italiane (ed altre europee). Le destre estreme, in Italia e altrove, si rallegrano dei successi delle forze a loro affini in altri Paesi, come se si trattasse di vittorie loro o, meglio, di una specie di vento di liberazione dalle odiose pastoie europee e inaugurare una nuova linea, libera infine dai lacci del multilateralismo.

Rallegrarsi del ritorno delle destre ipernazionaliste è, in sé, prova di una terrificante ignoranza della Storia. Dovunque, sempre, il nazionalismo esacerbato ha portato sanguinosi conflitti. Il Presidente Mattarella ha ricordato nel suo messaggio di fine d’anno che un secolo fa i nostri giovani combattevano e morivano in una guerra fratricida. Frutto di contrapposti nazionalismi.  Questa tragedia si è ripetuta su scala ben maggiore tra il 1939 e il 1945. Fu per evitarla in futuro che i grandi padri dell’Europa concepirono l’integrazione europea. Un processo che va avanti da 60 anni, non facile, spesso controverso, non privo di errori e di eccessi, ma il cui risultato è stato triplice: accantonare i secolari conflitti nazionali, promuovere la crescita economica, ridare all’Europa un posto nel mondo e contribuire a garantire, grazie ovviamente anche agli Stati Uniti e alla NATO, la nostra sicurezza. Sono cose che tendiamo facilmente a dimenticare, attratti dalle sirene di un falso patriottismo sovranista, tanto stupido quanto antistorico.

Tutto questo, però, rischia di essere rimesso in gioco. Negli Stati Uniti, la dissennata politica di Donald Trump ha già causato gravi guasti al sistema e altri ne provocherà in futuro. In Europa, i focolai di risorgente nazionalismo minacciano tutte le conquiste di 60 anni di integrazione. Già l’esempio nefasto della Gran Bretagna aveva fornito una prova lampante di insofferenza dei vincoli, liberamente accettati e necessari al bene comune, in nome di uno sciovinismo ignorante. In Francia, l’eventuale vittoria di Marine Le Pen avrebbe gettato il caos. In Austria, in Polonia, nella Repubblica Ceca, risollevano la testa i demoni nazionalisti del passato.

Fa veramente una penosa impressione vedere i portatori dei vari nazionalismi riunirsi tutti sorridenti in congressi di mutua ammirazione e appoggio; come una nuova lega di forze destinata a soppiantare il vecchio, fastidioso sistema. Sublime idiozia: i nazionalismi esistono e si affermano in opposizione ad altri nazionalismi. Una destra estrema al potere, poniamo in Francia, si affermerà in funzione antieuropea e innanzitutto antitedesca. In Austria, in funzione anti-italiana. Se a Berlino andassero mai al potere i neo-nazi prima o poi, inevitabilmente, riaprirebbero vecchie questioni, rimetterebbero in causa la frontiera Oder-Neiße, promuoverebbero un riarmo massiccio. In una parola, si metterebbero a disfare quanto di buono e di saggio è avvenuto dal 1945 ad oggi.

Che ne pensano Salvini, Meloni e compagnia di un’Austria che rivoglia indietro l’Alto Adige? Cosa ne pensano il gregge grillino e il serafico Di Maio, di cui non si sa se è maggiore l’impreparazione o l’irresponsabilità? Pensiamoci, quando andremo a votare: può non piacerci Renzi, può non piacerci Berlusconi, o magari Grasso, ma le alternative sono assai peggiori.

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Un Commento

  • Grazie. Eccellente. Condivido sulla mia pagina Fb.

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