Verso il baratro
Nessuna rivoluzione ha prodotto tanti danni quanto l’avvento dei social; da quando qualsiasi imbecille (mi metto anche io nella categoria) ha la possibilità di avere un pubblico esternando qualunque opinione lettera o testamento, il mondo ha cominciato la sua rincorsa verso il baratro. Sono troppo severa? Pensate agli sproloqui di alcuni politici; in altri tempi un cronista annoiato avrebbe scritto tre righe condensando così un pensiero inutile e dannoso che sarebbe stato letto da una o due persone; adesso invece tutto ciò che chiunque solo pensi, viene doverosamente postato, in modo che il mondo social possa sapere.
Allora succede che quello che è sempre stato un becero razzista si sente in dovere di aiutare la razza , quale però? Lo scrive sui social e molti inorridiscono ma anche moltissimi tirano a lucido mentalmente la divisa delle SS. Oppure la tardona controcorrente che ha gli estrogeni pieni di denunciatrici seriali di abusi che dice, molestatemi pure, ma fatelo con garbo. E allora dalle addosso. Ma come, tu, bella di notte e anche di giorno, proprio tu: e parte la crociata. E a questo punto non è più l’idea o l’opinione giusta o sbagliata, è il popolo web che s’inalbera o plaude. In una totale confusione e mancanza di idee.
Poi accade che una ragazza caruccia, senza arte né parte, generazione tutto e subito, che fa? Studia e si migliora? Trova un buon lavoro? No, mette all’asta la sua verginità sui social, perché a lei, poverina, servono danari. E la cosa atroce è che già ci sono pretendenti e addirittura qualcuno che ha offerto un milione di dollari: l’imene più caro della storia. Mi viene in mente una serie di definizioni poco etiche.
E poi i soliti adolescenti che danno fuoco a uno per gioco, che vandalizzano un presepe fatto con le offerte degli abitanti di una piccola città e mettono tutto sui social. Posto, dunque esisto. Non ci sono più regole.
E non c’è più soluzione; tutto il mondo avrebbe bisogno di tornare a scuola a fare ore obbligatorie di educazione civica; cominciando dai più famosi che dovrebbero essere esempi; ne abbiamo tanto bisogno, in questa epoca così superficiale. A proposito, dimenticavo la diciottenne italiana che ha messo all’asta la sua verginità ha voluto mantenere l’anonimato: ha fatto bene, sai com’è, chi di social ferisce di social perisce.
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Cerco di fare una riflessione. Io sono uno dei tanti imbecilli della “rete”, e ne sono fiero. Perchè pur sapendo di scrivere delle imbecillità, esse sono frutto della mia libertà di pensiero ed opinione del tutta personale. Cerco di non offedere mai nessuno, ne di scrivere o pubblicare oscenità.
Quello che pubblico essendo un perfetto sconosciuto, so in anticipò che non condizionerà nessuno e colo che visioneranno i mie post, sapendo del mio essere ignoto, non penseranno mai di prendere in considerazione.
Però io seguo vari “blog”, di personaggi noti al grande pubblico, più per la loro onnipresenza nelle TV pubbliche o private. Il 90 % di codesti personaggisia sui propri profili e negli studi televisi, raccontano delle imbecillità mostruose(per fargli un complimento).
Allora io mi chiedo: QUALE SIA LA DIFFERENZA TRA LA MIA IMBECILLITA’ SCRITTA O DETTA DA ME PERFETTO SCONOSCIUTO, E DA QUELLE DETTE DA PERSONAGGI PIU’ CHE NOTI?
Io credo che siano più deleterie quelle dei famosi personaggi