Giorni di svolta
Erano anni che a molti di noi non capitava di assistere a un’assemblea come quella dei Popolari per l’Italia organizzata al Teatro Quirino di Roma da Scelta Civica di Mario Mauro e dall’Udc.
A caratterizzarla è stata una partecipazione vasta, intensa, entusiasmante, motivata dalla ferma volontà di alimentare l’impegno politico in un unico contenitore che sappia rappresentare i liberal-moderati-riformisti presenti nell’elettorato italiano. Un contenitore con concrete regole democratiche di selezione della classe dirigente; capace di riproporre valori e ideali contestati e appannati dalla sinistra comunista nella Prima Repubblica e cancellati dal populismo nella Seconda; in grado di offrire un impegno di governo volto allo sviluppo di una nuova società moderna, solidale, non piegata da un cinico, indiscriminato e improduttivo rigore, ma lanciata verso una crescita reale.
Il Paese è stanco dei leaderismi sfrenati del populismo ciarlatano. Vanno cancellate le oligarchie partitiche che hanno prodotto una classe dirigente indifferente di fronte ai reali problemi dei cittadini, ossessionata solo dall’avere una poltrona in Parlamento nel contesto dell’attuale maledetta legge elettorale. C’è la necessità di una pacificazione sociale all’interno della quale ognuno possa offrire il meglio di sé stesso ponendo fine a quelle risse alle quali abbiamo assistito in questi ultimi vent’anni.
Lo sfidante politico è un avversario da rispettare e battere su programmi alternativi e non un nemico da abbattere con campagne squisitamente denigratorie. Chi non lo capisce può anche vincere, ma non riesce a governare. Quello che in questi giorni avviene nei partiti interessa poco: sono i bisogni reali che devono essere affrontati con celerità e capacità. La novità per la novità, televisivamente affascinante, non incanta più. Nel 1994 con Berlusconi abbiamo già dato e non sarà certo oggi Grillo o qualche altro mattatore da piccolo schermo ad attrarre il nostro consenso.
Abbiamo tutti bisogno di un’autorevole rappresentanza parlamentare europea che possa supportare il semestre di presidenza italiana nell’Ue e sfruttare questa occasione storica per promuovere riforme istituzionali e la revisione dei trattati di Bruxelles per ottenere un rilancio del nostro continente nel contesto mondiale e per rendere competitivi i Paesi europei nella globalizzazione del mercato. Per restituire un ruolo primario alla politica oggi prigioniera e succube dei forti poteri finanziari che rischiano di acuire sempre più la crisi del mondo occidentale nel suo complesso.
Insomma, ci auguriamo che da oggi, da questa assemblea, si proceda lungo un sentiero certo difficile e tortuoso, ma entusiasmante. Che si dia vita a una nuova Italia per una nuova Europa. Gli elettori di buon senso ci capiranno e sapranno, ne sono sicuro, condividere il coraggio delle scelte di una nuova generazione politica che oggi, finalmente, è sotto gli occhi di tutti.
©Futuro Europa®
[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]
2 Comments
Il tutto ha il sapore del ricompattamento della vecchia ala sx della vecchia Democrazia Cristiana, profittando del momento favorevole causato dalla decadenza di Berlusconi e dalle liti nel PD. Non c’è mai peggio in questo povero Paese!
La nostalgia non fa parte della politica. Non capisco pero’ questa acredine verso la Democrazia Cristiana visto che da anni sono stati accettati i post-comunisti e i post-fascisti. Forse i post-democristiani fanno paura perche’ più’ bravi…