Gianfranco Grosso per Angelo Azzurro Onlus

Roma – L’arte come mezzo privilegiato per meglio interpretare la fragilità e la complessità umana. E’  questo l’obiettivo del progetto A-Head di Angelo Azzurro Onlus, associazione costituita nel 2009 con lo scopo di sostenere pazienti e familiari in condizioni di disagio fisico, psichico e sociale di tutte le età.

Con il progetto A-Head Angelo Azzurro sostiene in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori – che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali – rendendo possibile la realizzazione dei loro progetti artistici. Il suddetto progetto sviluppa quindi, nella pratica, un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, aprendo le porte ad una conoscenza radicale dell’anima che privilegia le emozioni e acuisce la sensibilità, oltreché le capacità di attenzione e di ascolto, di immedesimazione e di introspezione. Tutti questi sono anche i pilastri della Legge 180, o legge Basaglia, che quest’anno compie quarant’anni e in virtù della quale sono state gettate le basi per una nuova psichiatria conferendo più dignità alla persona, proprio come voleva il medico psichiatra Franco Basaglia promotore della legge.

La prossima tappa del progetto A-Head è  la mostra personale dell’artista cosentino Gianfranco Grosso, Poeta in Pittura” come lo ha definito il cronista d’arte e poeta americano Alan Jones. L’appuntamento è per giovedì 7 giugno, dalle ore 19, nella sede romana dell’associazione, in via delle Provincie 19. Per l’associazione Angelo Azzurro la mostra di Grosso è anche un’occasione per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la lotta contro lo stigma della malattia mentale, e quindi l’innovativa Legge Basaglia.

Emblematico il titolo della mostra di Grosso: “Vero/falso… Eros è la Vita… Metafisico è il viaggio”. “Vero o Falso? Poiché non godiamo di certezze circa il mondo esterno alla mente – scrive Piero Gagliardi curatore della mostra di Grosso – la dimensione della soggettività conserva la sua purezza solo a patto di essere protetta dalla contaminazione della realtà naturale”. La separazione tra intelletto e universo tangibile crea però “una biforcazione di pensiero che spinge l’individuo a procedere automaticamente verso una scelta: idealismo o scetticismo”. Tale interrogativo è al centro della ricerca artistica di Gianfranco Grosso anche se l’artista non mira a una risposta definitiva. “Per Grosso l’importante è cogliere quanto essenzialmente distingue, accomuna e rende tali i pensieri. Lo spettatore viene così invitato a impegnarsi con tutte le sue forze nel superamento della visione parziale, il punto di vista di puro istinto, per guadagnare una prospettiva più meditativa e per niente superficiale. Partendo da questo presupposto l’artista inizia il suo viaggio metafisico”, spiega Gagliardi.

Per Gianfranco Grosso le dimensioni si annullano, il “fuori” non è più una transizione ma l’elemento di stabilità, è il “dentro” si trasforma in variabile. È proprio da questa nuova visione che nascono le sue opere, nelle quali l’uso di oggetti di scarto carichi del loro vissuto e l’impiego di svariati materiali generano delle stratificazioni segnico/cromatiche che rimandano a nuovi codici simbolici; il linguaggio poetico, inoltre, è proiettato verso una dimensione di inafferrabilità linguistica dell’opera. La narrazione è celata, misteriosa e enigmatica così come lo è la vita e il vissuto delle persone: misteriosa ed enigmatica è l’umanità, l’interiorità, la storia della vita.

La poetica di Grosso è una miscela di suggerimenti esterni e lavoro personale; sempre alla ricerca di nuovi modi di vedere il mondo, l’artista usa fonti di ispirazione primordiali come pensare e camminare. Scrive il filosofo francese Frederic Gros: “L’atto del camminare immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la partecipazione di tutti i sensi, si cammina per nessun motivo, per il piacere di gustare il tempo che passa, per scoprire luoghi e volti sconosciuti, o anche, semplicemente, per rispondere al richiamo della strada. Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio”. Così come è un cammino la vita.

L’Associazione ospita infine una selezione di lavori tratti dal progetto “Uno sguardo nuovo”, realizzati dai pazienti in collaborazione con gli artisti, durante i laboratori che la Onlus porta avanti dal 2009 accanto ai percorsi di psicoterapia tradizionali. In ognuna di queste occasioni le emozioni si trasformano in opere d’arte restituendo una diversa consapevolezza di sé ai pazienti, i quali assumono per l’appunto “Uno sguardo nuovo”.

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