L’odissea della Brexit

Dopo il referendum inglese sulla Brexit, in molti avevamo previsto e scritto che l’insensata decisione di uscire dall’Europa avrebbe causato più difficoltà e più danni all’Inghilterra che agli altri europei. Il difficile, tortuoso andamento dei negoziati lo ha dimostrato puntualmente. Uscendo dall’UE gli inglesi hanno molto da perdere e pochissimo da guadagnare (a parte l’illusoria superbia sovranista). I problemi affiorati sono tanti e di ardua soluzione e comportano un costo politico e finanziario molto elevato per la Gran Bretagna.

Le elezioni parlamentari convocate subito dopo il referendum da Teresa May, del resto, non avevano certo premiato il partito conservatore, che della Brexit era stato antesignano. Ora, a mettere in crisi il Governo May sono due Ministri direttamente implicati nel negoziato con l’UE: il Ministro incaricato delle trattative, David Davis, e il Ministro degli Esteri, Boris Johnson; due falchi, il secondo davvero, anche fisicamente, un Trump in sedicesimo. Se ne sono andati, accusando la May di mettere in pericolo, con la sua tiepidezza, i sacrosanti interessi inglesi.

Non credo di peccare per partito preso europeista se dico che gente di quel tipo è veramente esiziale per gli interessi e la stessa sopravvivenza di un’Europa forte e autorevole e, in definitiva, per il loro stesso Paese (non ci ricordano alcuni in Italia?).

Però dicono il vero. Teresa May si è comportata in questi due anni con equilibrio e moderazione, evitando di sbattere i pugni sul tavolo. Si sa che era stata contraria alla Brexit, contro cui aveva votato nel referendum. Trovatasi in mano la patata bollente ha agito con una certa coerenza: dar corso alla Brexit ma (tenendo conto del vero rapporto di forza tra la Gran Bretagna e il resto dell’Europa) giungere a un divorzio consensuale e pacifico, salvaguardando alcune conquiste alle quali la stessa Gran Bretagna era associata e di cui era beneficiaria (prima fra tutte l’appartenenza a un blocco economico-commerciale poderoso, in grado di far fronte con autorità agli altri giganti mondiali).

In definitiva, si è comportata da persona responsabile. Accusarla di colpevole  tiepidezza è dunque far prova di uno stupido fanatismo. Come andrà a finire? Certo è che di vittime la Brexit ne sta mietendo molte: soprattutto in Inghilterra.

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