Dio, come ti amo (Film, 1966)
C’era una volta il musicarello, genere cinematografico legato al gusto degli anni Sessanta che i Manetti citano in maniera atipica – insieme a musical e sceneggiata – nel geniale e pluripremiato ultimo film (Amore e malavita). Il pubblico s’innamorava di una canzone, soprattutto di un interprete, e lo seguiva fino in fondo, dal disco al cinema, per riascoltare fino alla noia il brano tanto desiderato. Il musicarello nasce da questa esigenza – in tempi di musica non certo liquida – e costruisce improbabili storie d’amore ispirate a un brano musicale, portando il cantante a recitare sul grande schermo e a cantare i suoi brani più importanti. Per la gioia del popolo dei fan. Oggi come oggi pare fantascienza, in tempi di videoclip e di youtube, quando basta un clic per avere a portata di mano – ogni giorno e a ogni ora – tutta la produzione di un cantante.
Dio, come ti amo! di Miguel Iglesias nasce dal successo al Festival di Sanremo del 1966 dell’omonimo brano di Domenico Modugno, eseguito anche da Gigliola Cinquetti, scelta come interprete ideale per raccontare la storia d’amore tra una nuotatrice italiana e lo spagnolo Luis (Damon). La storia si riassume in poche battute. Gigliola e Angela sono due nuotatrici, diventano grandi amiche quando la prima salva la vita alla seconda dopo un tuffo non riuscito in piscina, quindi viene invitata a Barcellona nella casa principesca dove Angela (Pignatelli) vive con la governante e il nonno. Per i casi della vita Gigliola s’innamora (ricambiata) di Luis, il fidanzato dell’amica, ma decide di non confessare il sentimento per non rovinare il rapporto. Angela e Luis rendono la visita a Gigliola, che vive a Napoli e non è ricca come aveva fatto credere, ma figlia dei servitori del principe (Vianello). La storia si complica fino al lieto fine che vede la canzone Dio, come ti amo cantata da Gigliola a Luis per evitare la sua definitiva partenza verso Barcellona.
Il film è una coproduzione italo-spagnola diretta da un regista catalano come Miguel Iglesias (1915-2012), poco noto nel nostro Paese ma piuttosto attivo a Barcellona nel cinema popolare (37 pellicole, tra le quali Il licantropo e lo yeti, 1975, scritta da Paul Naschy). La pellicola serve anche a magnificare nei rispettivi mercati turistici (che cominciano a espandersi) le bellezze di Napoli e Barcellona, ben fotografate – con tecnica da cartolina – da Cecilio Panagua. Molta musica, sin dai titoli di testa dove Gigliola Cinquetti canta in piscina Non ho l’età (che non c’entra niente con il film ma era il suo cavallo di battaglia), fingendo di suonare un’improbabile chitarra contornata da amici. Ascoltiamo anche Anema e core, Napoli fortuna mia, Io ti penso sempre e l’immancabile Dio, come ti amo.
Apprezziamo duetti comici Vianello-Taranto, non irresistibili ma servono a spezzare il ritmo blando segnato da musica e sentimento. Lo statunitense Mark Damon è bello e impossibile, come sempre, ma sfoggia sempre la stessa espressione sognante; Gigliola Cinquetti è bravissima quando canta ma la recitazione non è cosa per lei; Micaela Pignatelli è diligente ma non fondamentale nell’economia di una pellicola che la vede in secondo piano.
Ennio De Concini e Giovanni Grimaldi (forse regista della parte italiana) hanno scritto di meglio, ma nel 1966 questo si chiede al musicarello: storie dallo spessore di un fotoromanzo, che facciano sognare il pubblico, improbabili soggetti che vedono ricchi nobili che sposano figlie di domestici e soprattutto canzoni di successo. Dio, come ti amo assolve bene al suo compito di pellicola sentimentale girata con il solo scopo di intrattenere. Rivista a distanza di 52 anni pare persino invecchiata bene. La trovate su RaiPlay.
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Regia: Miguel Iglesias. Soggetto: Ennio De Concini. Sceneggiatura: Giovanni Grimaldi, Eliana De Sabata. Fotografia: Cecilio Paniagua. Montaggio: Franco Fraticelli. Produttore esecutivo: Miguel Berard. Case di Produzione: Ultra Film – Sicilia Cinematografica, Altura Films S.L.. Paesi di Produzione: Italia, Spagna. Genere: musicarello, sentimentale. Durata: 107’. Colore: B/N. Interpreti: Gigliola Cinquetti (Gigliola), Mark Damon (Luis), Micaela Pignatelli (Angela), Antonio Mayans (Gianni), Carlo Croccolo (Gennaro), Raimondo Vianelo (il principe), Nino Taranto (Vincenzo Di Francesco).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]