Berlusconi in campo
Silvio Berlusconi ha annunciato la sua ennesima “discesa in campo” anticipando questa volta che pensa di presentarsi alle Europee. Anche questa volta “per salvare l’Italia”. Non più contro i comunisti mangiabambini (quei pochi che restano, anche al di fuori dell’armata Brancaleone piddina – ormai sparuto drappello – non fanno più paura a nessuno) ma contro i 5 stelle, dichiarati “peggiori della sinistra”. Lo credo! Stanno facendo cose così populiste e demagogiche che neppure Bertinotti si sognava di fare.
In questa posizione, Berlusconi ha un problema evidente: i 5 Stelle sono alleati del suo intermittente amico Salvini. Senza la Lega non hanno maggioranza, ma lo stesso vale per Forza Italia, con la differenza che FI e Lega insieme la maggioranza comunque non l’hanno. Berlusconi ripropone con insistenza la coalizione di Centrodestra, ma se anche Salvini lasciasse le sponde sicure dei 5 Stelle, come formerebbero un governo? A meno, si capisce, che il calcolo sia una nuova tornata elettorale che porti il Centrodestra al di là del 40%. È possibile? Se l’attuale maggiorana saltasse e il PD restasse nella torre d’avorio, sarebbe forse la sola via d’uscita. A Fiuggi, Berlusconi si è lasciato sfuggire la vera ragione del suo scontento: i 5 Stelle vogliono penalizzare le imprese (leggi Mediaset), benché il via libera a Foa alla RAI sa proprio di scambio di favori tra FI e Lega per proteggere le aziende dell’ex-Cavaliere.
Ma lui dice che fa tutto questo per salvare la Patria che ama. Di passaggio, dice cose abbastanza allucinanti, come l’attacco alla crescita della spread (proprio lui! Ma non lo lasciò a 540?). Però altre cose sono esatte: che Rocco Casalino dovrebbe fare le valige è sacrosanto, un portavoce che minaccia i tecnici del Tesoro va cacciato, e in generale l’assalto a Tria è indegno e pericoloso. Il Ministro dell’Economia ha il dovere primario di salvaguardare l’equilibrio del bilancio ed evitare un nuovo indebitamento. Se non lo facesse, dovrebbe essere il Capo dello Stato a chiederne l’allontanamento. Quando si leggono frasi di Di Maio come “non ci impiccheremo sullo zero virgola del deficit per realizzare i programmi di governo”, c’è solo da accendere candeline perché Tria resti al suo posto.
Comunque sia, Berlusconi come rinnovato salvatore della Patria mi sembra francamente improbabile. Però poi mi dico, turandomi il naso: è tutto quello che passa il convento!
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