La situazione politica, intervista a Massimo Cacciari
Nato a Venezia nel 1944, Massimo Cacciari si è laureato in Filosofia presso l’Università di Padova nel 1967, discutendo una tesi sulla Critica del Giudizio di Kant con i Professori Sergio Bettini e Dino Formaggio. Già incaricato di Letteratura Artistica e poi di Estetica presso la Università di Architettura di Venezia, è diventato ordinario in Estetica nel 1985. Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Accademia di Architettura di Lugano dal 1998 al 2005, nel 2002 fonda con don Luigi Verzè la Facoltà di Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è il primo preside. Dal 2012 è professore emerito di Filosofia presso lo stesso Ateneo. Ha tenuto lezioni, corsi e conferenze presso numerose università e istituzioni europee. Tra i più prestigiosi riconoscimenti: il premio Hannah Arendt per la filosofia politica nel 1999, il premio dell’Accademia di Darmstadt nel 2002, la medaglia d’oro del Circulo de bellas Artes di Madrid nel 2005, la medaglia d’oro “Pio Manzù” del Presidente della Repubblica Italiana nel 2008, il premio De Sanctis per la saggistica nel 2009, la laurea honoris causa in Architettura dell’Università di Genova nel 2002, quella in Scienze politiche dell’Università di Bucarest nel 2007, quella in Filologia classica dell’Alma Mater di Bologna nel 2014. E’ stato co-fondatore e co-direttore di alcune delle riviste che hanno segnato la vita politica, culturale e filosofica italiana tra gli anni ’60 e ’90, da “Angelus Novus” a “Contropiano”, da “Laboratorio politico” al “Centauro”, a “Paradosso” [fonte UNISR]. Abbiamo raccolto le sue opinioni sull’attuale situazione politica.
Ho letto il suo appello dello scorso 3 agosto, pensa veramente che in questa situazione ci sia speranza di aggregare una grande forza europeista e di sinistra? In Italia la situazione poi pare veramente difficile. Con le europee alle porte, è tutto caduto nel dimenticatoio o sta andando avanti?
No, non solo della sinistra, ma un movimento delle persone ragionevoli. Continuano ad esserci movimenti come a Padova, Salerno, si formano liste civiche. Tanti si stanno muovendo anche in previsione del congresso del Partito Democratico. Mi pare che quel sassolino che abbiamo buttato qualche risultato lo stia fruttando. Perlomeno 30.000 persone lo hanno firmato.
Gli italiani detestano l’amministrazione Trump, ma si sono spostati in massa su di un insieme di desiderata che ricalcano in larga parte le azioni di The Donald, respingimenti, American First e Italian First, sovranismo, autarchia.
Gli italiani hanno votato a marzo, perché non dovrebbero continuare a sostenerli? Per ora non hanno ancora fatto nulla, dicono che faranno con questa legge finanziaria, quelli che ci hanno creduto e votati continuano a farlo, mi pare tutto logico. Anche Renzi dopo 6 mesi andava alla grande ed arrivò al 40%.
Come ha già avuto modo di osservare, per una questione di numeri, non si può prescindere dal coinvolgimento del PD, ma si è mai visto che una compagine a guida partito perde le elezioni in maniera disastrosa e rimane al suo posto? Perché sono rimasti tutti lì, Renzi, Orfini, Martina, non ricordo un altro paese. Come pensano di essere credibili e non comprendere che serve un rinnovamento?
Esatto, bisogna vedere che se con il congresso cambia qualcosa, se non cambia niente non è credibile.
Pare quasi essersi creata una contrapposizione tra gli intellettuali sbrigativamente etichettati con superficiale sufficienza di sinistra e gli ignoranti che votano a destra sull’onda di paure amplificate ad arte. I vincitori delle elezioni hanno puntato molto sulle paure della gente, come l’immigrazione.
Si evidenziano semplicemente alcuni problemi, non è questione di ignoranza o di cultura, si tratta di ragionamenti elementari che può fare chiunque. Se si pensa che in futuro si possa andare verso un’astratta sovranità della politica o un’astratta sovranità fatta di staterelli nazionali, si finirà per essere in una posizione subalterna verso i grandi imperi, le multinazionali, le grandi potenze economico-finanziarie. L’unico modo vero per combattere questo pericolo è creare uno spazio comune, bisogna muoversi in modo completamente diverso da come ci si è mossi finora, ma la prospettiva è questa. Le altre possibili vie sono semplicemente suicidarie, questo si vede con i dati che abbiamo a disposizione, con le tendenze in atto economiche e culturali, con i problemi dell’immigrazione che non è minimamente affrontabile se non su scala europea. Non è che la gente ha votato Lega e Movimento 5 Stelle sulla base delle promesse con le quali ci troviamo ora a fare i conti. Reddito di cittadinanza, riduzione delle tasse e così via, nella situazione difficile in cui ci troviamo è evidente che è facile credere a queste promesse. Ovviamente io non spero che si sfasci tutto, non sono uno sfascista, ma certo la situazione è drammatica. Per realizzare qualcosa di quello che hanno promesso dovranno aumentare il debito, nella situazione italiana questo non è facile. Non è un problema di Europa che non c’entra assolutamente niente, la UE ha già deciso di mandare a casa Draghi e che la BCE non comprerà più debito, quindi si dovranno rivolgersi ai mercati, se questi lo compreranno bene, se lo compreranno al 10% di interesse male, ma sono fatti nostri, l’Europa non c’entra niente. Sono ragionamenti elementari, se la gente li capisce bene, altrimenti pace, il popolo è sovrano, pazienza. Non sarà né la prima né l’ultima volta che il popolo pensando di fare il proprio interesse si fa del male da solo. Le paure essenziali sono sempre quelle, il reddito, il potere di acquisto fermo da 20 anni, i figli che non trovano lavoro. Se non ci fossero questi motivi, degli immigrati non se ne sarebbero nemmeno accorti.
Lo studio del Cattaneo sulle elezioni di marzo, che poi abbiamo approfondito intervistando Valbruzzi, ha evidenziato come la sinistra abbia perso in periferia e tenuto in centro. Siamo alla conferma del paradigma su ‘i comunisti con il Rolex’?
Sono le cose che mi chiedono sempre, è evidente che negli ultimi 20 anni la sinistra ha perso la propria base sociale, andando a caccia del centro, dei moderati. Dimenticandosi totalmente i resti della classe operaia, il lavoro dipendente, il falso lavoro autonomo a 5-700 euro al mese. Soprattutto grazie al compagno Renzi, per cui prendono i voti nei quartieri del centro e li perdono in periferia.
La fine della sinistra si può far risalire allo scioglimento della DC e conseguente democristianizzazione del PD? In fondo i vari Franceschini, Gentiloni, Renzi, vengono da lì.
No! Cosa c’entra? C’erano anche i comunisti, c’erano i Bersani e i D’Alema, c’erano vecchi democristiani e vecchi comunisti.
Il gruppo di Visegrad si sta dimostrando un freno fortissimo all’Europa, quasi un corpo estraneo, molti analisti non si stupiscono di questo in quanto ricordano come la matrice sia quella del blocco di Varsavia. Hanno sbagliato loro ad accettare l’acquis communautaire, senza evidentemente esserne veramente convinti, o l’Europa ha avuto troppa fretta a volerli portare nella propria orbita?
Certo che si è avuta troppa fretta, è stata una sciagura. Paesi con molti problemi interni che non erano coerenti con i principi dei paesi fondatori della comunità europea. E’ stata un’integrazione totalmente avventata, impreparata, decisa più che altro per motivi militari, sulla spinta della NATO. Bisognerà ripensare ad un Europa a due velocità è indubbio, sempre che l’Europa sopravviva alle prossime elezioni.
Siamo ancora in tempo ad evitare una deriva anti-europeista? E’ il momento della finestra di Overton ove tutto diventa plausibile e possibile?
Tutto è pensabile, che l’Unione si disgreghi se vincono i sovranisti e populisti, è pensabile che si salvino e continuino con le politiche messe in atto finora il che sarebbe ancora peggio, è pensabile che finalmente qualcuno abbia capito la lezione e ci siano liste coordinate che si presentano con un progetto di nuova Europa. E’ possibile tutto ed il contrario di tutto, siamo in una situazione dove tutto è pensabile ed ipotizzabile.
Come vede il futuro con la Lega che ha superato il M5S, un possibile ribaltone che porti un centro-destra al governo estromettendo il Movimento è possibile?
Penso che sia del tutto presumibile, le contraddizioni tra Lega e Movimento 5 Stelle sono macroscopiche, sia di cultura che di strategia e cultura sociale. Potrebbe benissimo accadere che ci sia un ribaltone dopo le europee, difficile prima, ma possibile dopo, dipenderà dal risultato delle europee. Salvini potrebbe avere ogni vantaggio ad andare ad elezioni anticipate con i M5S che arretreranno di sicuro e lui avanzerà. Come ho già detto, complicato prima, ma possibilissimo dopo. Tenderei ad escludere che questo governo, con tutte le contraddizioni che si porta dentro, possa durare fino alla fine della legislatura.
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