Italia delle Regioni

Accordo tra Stato e Regioni per il rilancio degli investimenti pubblici.  La Conferenza Stato-Regioni  ha sancito recentemente un accordo tra il Governo e le istituzioni regionali che – intervenendo sulle modalità del concorso delle Regioni alla finanza pubblica – istituisce un fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.  Si tratta di un accordo che – come ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini – mette “le Regioni nelle condizioni di poter funzionare e investire, mentre il Governo avrà certezza di investimenti per sostenere la crescita”.

Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra Governo e Regioni in materia di concorso regionale alla finanza pubblica, di rilancio degli investimenti pubblici e sul riparto del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese in attuazione delle sentenze della Corte costituzionale. Questi punti salienti dell’Accordo: 1) Lo Stato si impegna a riconoscere alle Regioni a statuto ordinario contributi per rilanciare e accelerare gli investimenti pubblici per 2.496,20 milioni di euro per l’anno 2019 e per 1.746,20 milioni di euro per l’anno 2020. 2) Le Regioni rinunciano ai trasferimenti a compensazione del concorso alla finanza pubblica per il settore non sanitario previsto dalla legislazione vigente a carico delle regioni a statuto ordinario per i medesimi anni 2019 e 2020 e si impegnano a effettuare nuovi investimenti diretti e indiretti. La realizzazione degli investimenti è oggetto di certificazione annuale ed è verificata attraverso il sistema di monitoraggio investimenti è oggetto di certificazione annuale ed è verificata attraverso il sistema di monitoraggio opere pubbliche della Banca dati delle Amministrazioni pubbliche (BDAP MOP), ai sensi del decreto legislativo 20 dicembre 2011, n. 229, fino al completamento degli stessi. 3) Le regioni a statuto ordinario effettuano gli investimenti in alcuni specifici settori: a) per opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici del territorio, incluso l’adeguamento e il miglioramento sismico degli immobili; b) per prevenzione del rischio idrogeologico e tutela ambientale; c) per interventi nel settore viabilità e trasporti; d) per interventi di edilizia sanitaria ed edilizia pubblica residenziale; e) per interventi in favore delle imprese, ivi incluse la ricerca e l’innovazione. 4) Le Regioni a statuto ordinario concordano con lo Stato l’applicazione delle sentenze della Corte costituzionale n. 247/2017 e n. 101/2018 in materia di pieno utilizzo dell’avanzo di amministrazione a decorrere dall’anno 2021 e concordano, altresì, di verificare, in occasione della predisposizione della legge di bilancio per l’anno 2020, la possibilità di anticiparne l’utilizzo. 5) Infine entro il 31 gennaio 2019, le Regioni esprimeranno  l’Intesa sulle risorse aggiuntive contenute nella prossima legge di bilancio per il fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nelle materie di competenza concorrente.

“Oggi presentiamo la proposta di disegno di legge, realizzata da Confindustria con il supporto di Anci, per interventi di ricostruzione e rilancio produttivo a seguito di calamità naturali. Una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’, una base normativa omogenea e organica, in grado di fornire certezza ed efficacia al mondo produttivo, imprese e lavoratori, rispetto alle risorse finanziarie, alle regole di contabilità, alle responsabilità istituzionali e ai ruoli”. Così il vicepresidente vicario Anci e sindaco di Valdengo, Roberto Pella, che, insieme al segretario generale Anci, Veronica Nicotra, è intervenuto presso la sala stampa della Camera dei Deputati alle celebrazioni del 50simo anniversario dell’alluvione nel biellese che ha registrato la presenza del presidente dell’Unione Industriali del Biellese, Carlo Piacenza, del sindaco del Comune di Valle Mosso, Cristina Sasso e del sindaco del Comune di Mosso e presidente dell’Unione Montana del Biellese Orientale, Carlo Grosso. e il presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta.

“Oggi – ha rimarcato Pella – ci siamo ritrovati alla Camera per due obiettivi: la memoria dei tragici fatti dell’alluvione che coinvolse il territorio biellese nel 1968 e l’impegno dell’Anci affinché si definiscano strumenti efficaci di ricostruzione, senza che i territori subiscano, oltre ai danni dovuti al verificarsi dell’evento calamitoso, ulteriori ritardi e attese estenuanti per la loro ripartenza economica e sociale”. “Ringrazio Confindustria – ha aggiunto Pella – per il supporto e la collaborazione nella stesura e Anci per l’opera di revisione dei provvedimenti, rispetto ai quali i sindaci sono primi attori”.

“I punti principali del Ddl – ha sottolineato da parte sua Veronica Nicotra – vanno nella direzione di semplificare e, al contempo, rendere immediatamente certe le misure di carattere sospensivo o agevolativo, all’indomani del verificarsi di un evento calamitoso sia per le imprese sia per i lavoratori e sia per i cittadini. La proposta intende inoltre individuare le agevolazioni attivabili per far ripartire l’economia locale anche attraverso l’istituzione di zone franche urbane. Avere una cornice normativa di base certa – ha concluso Nicotra – rappresenta anche un fattore di equità e garanzia di certezza per i territori”.

“Dall’esperienza piemontese – ha infine aggiunto il presidente di Anci Piemonte Avetta – parte un’iniziativa ambiziosa, che mira all’adozione di misure normative in grado di aiutare i sindaci e i vari attori sociali ad affrontare le urgenze in modo organico e uniforme. Le regioni italiane hanno caratteristiche geomorfologiche peculiari, ma l’esempio del Piemonte è particolarmente eclatante, perché è qui che si sono verificati eventi drammatici, come l’alluvione del ’68, che ci hanno insegnato a reagire e dai quali le nostre comunità hanno imparato a ripartire”.

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