Venezuela e vergogna

La tragedia del Venezuela sta provocando una tipica farsa italiana. Su questa vicenda, Governo e maggioranza avevano dimostrato sin dal primo momento dilettantismo, incompetenza e poca serietà, del resto  manifeste in tutta la loro politica estera (mi ha lasciato senza parole il video che mostra Conte che spiega allegramente alla Merkel che i 5Stelle, in calo nei sondaggi, hanno deciso di condurre la campagna elettorale contro la Francia; davvero stiamo regredendo alla peggiore immagine di mandolinari  e per capirlo bastava vedere l’espressione della Merkel mentre Conte, zelante e ridente, le spiegava gli arcani della politica italiana; per la prima volta mi sono rallegrato di non far più parte della diplomazia italiana attiva).

Però ora la farsa è diventata vergogna, se è vero che l’Italia, unico tra i 28 paesi europei, ha bloccato un compromesso che avrebbe permesso all’Unione un passo in avanti nel riconoscimento di Guaidó come Autorità transitoria in Venezuela. Le spiegazioni che ha dato Di Maio sono puerili e sbagliate: va da sé che sono i venezuelani a dover decidere il futuro del loro Paese; ma come possono farlo se il regime risponde alla domanda democratica di nuove elezioni con la forza e la violenza?  È vero che, in principio, va evitato di interferire nei fatti interni di altri paesi, ma qui non è questione di interferenza: qui si tratta di prendere una posizione chiara e degna in un conflitto in cui da una parte c’è uno che ha rubato l’elezione ed è a capo di un regime corrotto, autoritario e violento, che affama il popolo, dall’altra c’è un’opposizione democratica che reclama il ritorno alla libertà e alla democrazia effettiva a traverso elezioni libere e garantite. Per capire da che parte stanno giustizia e verità. Basta guardare a chi appoggia Maduro: all’interno, i militari, veri privilegiati del regime e veri padroni del campo, all’esterno Cuba, Russia, Cina, Nicaragua e Turchia, cioè regimi autoritari fin troppo noti per lo sprezzo completo della morale e dei diritti umani.

Nel Governo è vero, Salvini reclama l’appoggio a Guaidó. Come sempre ha più fiuto degli altri. Mai come nel caso del Venezuela (per non parlare della TAV) è apparsa evidente, per una forza come la Lega, che ha radici nella borghesia imprenditoriale del Nord, la difficoltà di convivere con il populismo dei grillini. Ma la necessità di tenersi abbrancati al potere è ancora forte. Temo che ne uscirà l’ennesimo pasticcio. E una vergogna sulla scena internazionale.

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