Digital kidnapping

Inevitabile che, nell’era della rivoluzione informatica, in cui ogni reato tradizionale sembra proprio possa essere commesso in rete, si parli anche di rapimento digitale. Anche se potrebbe non sembrare così spaventoso come quello fisico, è tuttavia un tipo di furto di identità particolarmente grave in quanto colpisce principalmente i bambini e sta crescendo ad un ritmo allarmante. Ed il problema è che sembra agevolato dai genitori.

Di che cosa si tratta? Riflettiamo un attimo sulla circostanza che, dalla nascita al compimento dei due anni, un bambino ha già una presenza sui social; e ciò non certo perché si uniscono a frotte su Snapchat o Facebook. I bambini non sanno nemmeno leggere o scrivere i loro nomi; sono pertanto i genitori, i nonni, gli zii a creare la loro impronta digitale senza approvazione o consenso. E, quasi sempre, senza neppure considerare come le foto dei bambini possano essere utilizzate.

Il rapimento digitale si verifica nel caso in cui anonimi utenti in rete si impossessano della foto di un minore presa in Internet, ripubblicandola come se fosse la loro sui loro account per poi divertirsi con like e commenti. Esistono persino una serie di hashtag che possono accompagnare tali immagini, indicando che si tratta di un gioco di ruolo per creare, ad esempio, una finta. Questi hashtag possono includere #adoptionrp, #orphanrp e #babyrp.

Se ciò è già preoccupante, si pensi che esiste anche un livello successivo, nel quale criminali informatici hanno sfruttato foto di bambini per creare identità completamente nuove persino usandole per infiltrarsi nella vita di altri bambini. Possiamo immaginare alcune terribili conseguenze.

Si calcola che ogni giorno si muovono sui social 2,8 miliardi di utenti, circa il 37% della popolazione mondiale. Questi canali stanno crescendo in modo esponenziale, così come il numero di foto, anche di bambini che circolano senza alcuna forma di cautela. Nascite, compleanni, eventi sociali, cerimonie e i bambini sono orgogliosamente esposti da genitori orgogliosi ma decisamente incauti..

Quando inizia il nuovo anno scolastico, l’ondata di immagini che si concentra sui bambini è una valanga e una pacchia per i malintenzionati della rete. Molti genitori non solo hanno pubblicato una foto scolastiche, ma hanno indicato anche il nome, la classe, la scuola e l’insegnante del bambino e collegando le amicizie dei genitori si giunge anche ad una composizione della classe sufficientemente completa.

Immagini back-to-school o del primo giorno che sono un grande ricordo, ma che possono fornire a un ladro di identità i mezzi necessari per ottenere le informazioni personali di tuo figlio. Combinare queste immagini e la possibilità di tracciare il geotag, ed il gioco è fatto. E possiamo aggiungere anche le foto del compleanno, della prima comunione e così via per fornire tutti  i dati a chi voglia ricalcare la vita di un bambino e creare un doppione virtuale da usare al momento giusto. Magari per commettere truffe chiedendo una carta di credito o aprendo un conto on line o vedere usati questi profili da parte di adulti per incontrare minori spacciandosi per l’amichetto o un coetaneo.

Come fare a tenere al sicuro l’immagine e l’identità dei figli premesso che in molti non smetteranno certo di postarle sui social? Consigliare cautela e non esagerare è un consiglio che sarebbe poco seguito, ma un recente studio indica come le persone che pubblicano un gran numero di foto sui social media potrebbero essere afflitti da una forma di depressione. Essere quindi consapevoli delle proprie abitudini in tal senso appare fondamentale, ma tenere d’occhio ciò che amici parenti pubblicano e con quale frequenza potrebbe essere un indicatore.

Anche limitare l’accesso alle foto dei bambini mediante le impostazioni di privacy per limitarne la visibilità potrebbe essere un piccolo passo avanti, così come evitare di fornire la propria posizione, specialmente per immagini, ad esempio, della festa di compleanno o di una vacanza. Ricordiamo che ogni volta che si usa uno smartphone, vengono creati dati chiamati EXIF, che includono la posizione precisa o le coordinate GPS. Rimuovere le informazioni EXIF ​​da smartphone e fotocamere digitali per proteggere le informazioni sulla tua posizione appare indispensabile.

Infine, ricordiamo che internet è per sempre: nulla viene veramente cancellato dal web. I social media sono ancora paradossalmente agli inizi e hanno una memoria a lungo termine tant’è che l’oblio in rete sembra solo utopia.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

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