Venezuela, la repressione
Quello che è avvenuto sabato scorso alla frontiera tra Colombia e Venezuela è di un’estrema gravità. Per impedire il passaggio di aiuti umanitari di provenienza colombiana e americana, il regime di Maduro ha schierato polizia ed esercito, che hanno usato armi e lacrimogeni contro una folla disarmata, causando almeno 5 morti e centinaia di feriti e arrestando decine di persone. Come si reagisce a questi fatti è davvero un test di civiltà e di democrazia. A favore di un cambio di regime stanno la maggior parte dei Paesi occidentali e latinoamericani. Contro, i soliti: Russia, Cina, Cuba, Nicaragua, gli uni per cinismo o calcolo, altri per affinità ideologica.
Poi ci sono i “neutri”, veri e propri pilati che nascondono dietro considerazioni di non interferenza le loro vere e segrete simpatie populiste. È grave che tra questi ci stiano il Vaticano e l’Italia. Il nostro governo ha trovato un’altra occasione per isolarsi dal consesso europeo ed occidentale e dare prova di seria ambiguità morale e democratica. Non sarà questo a determinare il corso delle cose in Venezuela, d’accordo, ci sono ben altri giocatori e il nostro peso, in questa fase, è minimo. Potevamo però, e dovevamo, dare una dimostrazione di senso morale. Se i partiti al potere si vogliono civili e democratici, con che faccia tacciono di fronte ai crimini di una dittatura demagogica? Dobbiamo ancora considerarci parte della cultura e della civiltà occidentale o stiamo scivolando verso un equivoco terzomondismo populista? Va bene per i grillini, si sa di che pasta sono fatti, ma i leghisti? Dove stanno, cosa fanno? Se i loro valori sono quelli civili e cristiani con cui si presentano, si facciano sentire.
Il caso del Vaticano è più influente e quindi più grave. Dall’inizio della tragedia venezuelana, il Papa si è limitato a vaghe esortazioni, cercando di restare al di sopra delle parti. Ciò in contrasto con la posizione ben più chiara e netta presa dalla Chiesa locale nei confronti del regime. Si tratta di prudenza o di segrete simpatie populiste, che sono in parecchi, in America Latina e nella stessa Chiesa, ad attribuire a Francesco? Comunque sia, c’è una buona dose di ipocrisia nel reclamare a grida il rispetto dei diritti umani degli immigranti e tacere su gravi, sanguinose violazioni dei diritti e della stessa vita dei venezuelani perseguitati da un regime oppressivo e illegale. Evitando di levare alta e forte una voce che ha ancora autorità in America Latina, Bergoglio evade il suo dovere di magistero morale e si assume una responsabilità grave.
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