Berlusconi in campo
Berlusconi è tornato in campo con un’iniziativa nuova: non solo sollecitare la caduta di un governo che, grazie in gran parte ai grilliini, sta danneggiando l’economia e (sono parole sue) “isolando l’Italia in Europa e nel mondo” (come negarlo decentemente?), ma dicendosi disposto a sostenere un governo a guida di Salvini e sostenuto dal centro-destra, con lla possibilità di trovare una maggioranza parlamentare composita o, più verosimilmente, di andare a nuove elezioni, sfruttando due fattori importanti: le crepe evidenti tra Lega e 5Stelle (la TAV non è che la punta dell’iceberg), e i risultati incoraggianti ottenuti dal centro-destra in Abruzzo e Sardegna, che potrebbero far presagire una vittoria in eventuali elezioni nazionali, che metterebbe i grillini nell’angolo e sposterebbe l’asse di potere verso una coalizione di forze più omogenee di quelle attuali.
In una prospettiva del genere, l’ex-Cavaliere tornerebbe sulla scena come azionista chiave di una nuova maggioranza e formula esecutiva. Non è da oggi che questo resta l’obiettivo prioritario di Berlusconi e, dal suo punto di vista, si può perfettamente capire. Oggi, con il fiuto politico che gli resta, sente che il Paese pensa in una sua parte significativa a destra: apprezza le iniziative di Salvini su immigrazione e sicurezza (che sono a costo zero), ma vorrebbe un’economia più orientata alla produttività e allo sviluppo e per questo diffida del populismo assistenzialista grillino. Questo è certo l’orientamento del Nord industriale, dove la Lega, ma anche FI, hanno le basi elettorali più pingui.
Non si può certo negare all’ex-Cavaliere intuito e capacità manovriera. Altro è vedere se riuscirà a realizzare il suo insistente obiettivo. Ci sta provando da tempo senza successo. Quello che è abbastanza nuovo è la carta che si sta giocando ora, cioè l’offerta di Palazzo Chigi a Salvini. Si farà tentare il leader della Lega? A parte l’ambizione di guidare a pieno titolo il governo, Salvini dovrà anche cercare di interpretare i sentimenti prevalenti nell’elettorato, e valutare l’ipotesi avversa (anche se improbabile) di un accordo PD-5Stelle per il governo; e naturalmente tener conto degli orientamenti del Capo dello Stato. Se non ci sarà una rottura insanabile sulla TAV, credo comunque che poco avverrà prima delle elezioni europee. Ma è certo che tutto è in movimento ed è difficile pensare al governo Conte come ad un esecutivo di legislatura.
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