Roboetica, la posizione del Vaticano

“L’impatto radicale e onnipresente delle nuove tecnologie su tutta la società, su ognuno di noi, sulle relazioni sociali, richiede non solo un maggiore controllo ma anche un dibattito pubblico che coinvolga non solo gli esperti, ma il più ampio numero possibile di persone”, queste la parole con cui Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita ha presentato l’Assemblea generale su Roboetica: persone, macchine e salute. Proseguendo “non si tratta di prendere posizione contro la tecnologia, ma di orientarne lo sviluppo in modo che si rispetti il più possibile la dignità umana e il bene comune. Si tratta di diventare consapevoli e d’accordo sulla necessità di regolare queste possibilità radicalmente nuove che abbiamo di fronte a noi e che sono in grado di influenzare sempre più profondamente gli esseri viventi e il corpo umano”.

Nella Società moderna abbiamo a disposizione non solo nuovi strumenti tecnici, ma ci troviamo a dover affrontare e gestire cambiamenti profondi e radicali del modo in cui ci “poniamo di fronte al mondo”, gestiamo la realtà che ci circonda, l’ambiente, le risorse naturali e tecnologiche che abbiamo a disposizione.

E’ a disposizione dell’uomo la capacità di modificare strutturalmente, intervenire profondamente nella materia che ci circonda (animata o inanimata): le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica grazie alle possibilità offerte dalla fisica, dalla genetica, dalle neuroscienze, dalle tecnologie informatiche incidono e mutano in modo radicale la realtà secondo i voleri dell’uomo.

Il senso di quest’Assemblea generale su Roboetica: persone, macchine e salute è proprio questo: affrontare lo sviluppo della robotica “identificando le domande più importanti sulle implicazioni etiche ed e antropologiche e proponendo criteri di valutazione che coinvolgono la sua dimensione globale”, tematiche complesse per le quali occorre una riflessione approfondita con l’obiettivo di offrire strumenti di lettura e interpretazione appropriati.

Papa Francesco, salutando i presenti, nel suo intervento ci tiene a rilevare che le innovazioni tecnologiche devono essere impiegate per la “protezione della nostra casa comune”. L’intelligenza artificiale, i robot devono “essere al servizio dell’umanità, non una minaccia come alcune valutazioni purtroppo prevedono”. Nel suo intervento, molto articolato sul tema dell’uomo e della tecnica, sulle tecnologie “emergenti e convergenti” Francesco ricorda che “…l’odierna evoluzione della capacità tecnica produce un incantamento pericoloso: invece di consegnare alla vita umana gli strumenti che ne migliorano la cura, si corre il rischio di consegnare la vita alla logica dei dispositivi che ne decidono il valore”.

Si tratta di un rovesciamento di valori e prospettive che è destinato a produrre “esiti nefasti” per il Santo Padre. “La macchina non si limita a guidarsi da sola, ma finisce per guidare l’uomo. La ragione umana viene così ridotta ad una razionalità alienata dagli effetti, che non può essere considerata degna dell’uomo” conclude Papa Francesco.

Questa la ragione di realizzare, nell’ultima Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, un convegno centrato su queste questioni, di mobilitare le coscienze e coinvolgere quanti più soggetti possibile per promuovere la discussione e il confronto in modo che le migliori risorse intellettuali siano invogliate a offrire il proprio contributo su temi quali la “promozione della dignità della persona e del bene universale”.

La chiave di lettura che esce dal Convegno, in definitiva, è di stabilire un nesso tra teologia e intelligenza artificiale e robotica, con cui si stabilisca una funzione di critica della prima verso le altre due: di stimolo.

Nella Laudato Si’ si è parlato dell’importanza dell’ecologia integrale, questo vuol dire guardare alle cose non in maniera disconnessa tra loro, ma in “interconnessione, per vederle in una prospettiva più ampia”. Questo vuol dire guardare all’innovazione, all’intelligenza artificiale, agli strumenti delle nuove tecnologie in modo da andare oltre la produttività e l’efficienza, guardando al loro impatto sulla Società, sulla vita individuale e familiare, sull’ambiente. Quella che si affronta è un a questione di etica e di dignità umana.

Quelle ascoltate nelle giornate di Convegno sono, quindi, testimonianze volte a creare appunto questo dialogo tra coloro che si occupano di tecnologie avanzate, affinché quello che si realizzerà sia uno sviluppo al servizio dell’uomo, che non lo “schiavizzi”, non lo mortifichi. Affinché la tecnica resti al servizio dell’uomo e non prenda il sopravvento, sostituendosi all’uomo. Queste le ragioni per cui nei lavori dell’Assemblea si è spaziati a tutti i differenti approcci alla questione: dalla ricerca allo sviluppo in robotica, alle implicazioni socio-antropologiche fino alle implicazioni etiche nel rapporto tra robotica e salute.

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