Sayonara
Almeno una volta nella vita bisognerebbe visitare il Giappone. È un luogo assolutamente unico dal quale si può solo imparare.
Il primo impatto – che poi porterà chi come me abita a Roma a diventare una disadattata – è quello con la metropolitana di Tokyo. Efficientissima, non ricordo nemmeno quante linee che ricoprono in lungo e largo tutto il territorio della città. E pulitissima anche nelle ore di punta; non una carta in terra, non una scritta, tutto ordinato con il sottofondo di voci gentili che segnalano il nome della prossima fermata e anche le eventuali coincidenze che vi si possono trovare. Nessuno spinge, tutti – e dico tutti – aspettano che prima scendano quelli che arrivano per poi salire nel vagone.
Il secondo choc lo si ha quando si va in un gabinetto pubblico. Super puliti e profumati hanno l’asse che si riscalda e il bidè incorporato e accompagnano un momento così intimo con musichette adeguate. Niente contorsioni per noi donne, tutto perfetto. E poi gli inchini. Che meraviglia che eleganza. Tutti si inchinano tutti salutano così.
Non si sente un rumore per le strade, nessun clacson solo a volte il fischio dei solerti poliziotti che riprendono sprovveduti stranieri che non rispettano le regole. Tutti si fermano ai semafori , fare la fila è obbligatorio per ogni cosa e nessuno prova a infilarsi.
Direte forse troppo ordine? No incredibilmente ci si abitua subito e si soffre pensando a città belle come la mia trattata così male senza rispetto e senza nessuna regola in balia di chiunque. Noi, forse anche per colpa del nostro temperamento, non potremmo mai arrivare alla perfezione del Giappone, però potremmo sicuramente rivedere i nostri standard e avvicinarci a essere un paese civile. Insomma, un po’ meno quarto mondo, tanto sognare è gratis. Sayonara.
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