Cronache dai Palazzi
Il decretone con Reddito di cittadinanza e Quota 100 è diventato legge. Nel contempo il mondo delle imprese annuncia un crescita pari a zero per il 2019 e un modesto +0,4% del Pil per il 2020. È il Centro Studi di viale dell’Astronomia (Confindustria) a lanciare l’allarme mettendo nero su bianco un “progressivo crollo di fiducia” di imprese e famiglie.
“Il rallentamento era previsto”, ha affermato il premier Conte e il sottosegretario Giorgetti ammette che la prossima legge di Stabilità sarà “un arduo esercizio”. Nel frattempo ogni provvedimento adottato per cercare di continuare a galleggiare non compensa la mancanza di “riforme strutturali”. In sostanza l’Italia è in recessione tecnica e per ora la svolta è tutta da costruire. “Le preoccupazioni di Confindustria– ha affermato il vicepremier Di Maio intervistato dalla CNBC all’interno di Wall Street – sono le nostre preoccupazioni. C’è un rallentamento in Europa, in particolare in Germania che condiziona anche la nostra economia, per esempio nel settore dell’automotive”. La formula risolutiva sembra essere il rilancio delle “esportazioni”, che si sono rivelate la chiave di svolta anche in altri periodi di crisi; in questo momento le esportazioni sono in calo ma rappresentano comunque lo strumento migliore per fronteggiare l’impasse.
Mentre il vicepremier parlava a New York, a Roma la Simest (la società nata all’interno del ministero del Commercio estero) esaminava l’andamento non positivo dell’economia nazionale, rilevando la difficoltà del prodotto interno lordo di compensare gli interessi sul debito pubblico. La Simest supporta decine di migliaia di imprese italiane per poter affrontare al meglio la competizione sui mercati internazionali, e nel 2018 sono stati registrati vari crolli di commesse: – 21%in Arabia Saudita; – 15% negli Emirati Arabi; – 13% in Egitto e Turchia; -7% in Algeria; – 4% in Russia.
L’assedio dei numeri che arrivano dal Paese reale sembrano dei bollettini di guerra. Nel primo trimestre del 2019 è previsto un ulteriore calo del Pil dello 0,2%. E dietro al ribasso relativo delle bollette di luce e gas, più che una chance concessa ai cittadini, si cela un drastico calo dei consumi, e quindi una pesante contrazione della domanda interna scesa del 2,2%. In questo frangente l’Italia registra in pratica un nuovo cedimento dei consumi interni e degli investimenti, e s’intuisce che i numeri virtuali del Def, o il rilancio del Pil per “decreto”, non bastano per far rifiorire l’economia del sistema Paese.
“Saranno smentiti clamorosamente dai fatti”, è stata la risposta del vicepremier Salvini di fronte ai dati di viale dell’Astronomia, dove si anniderebbero dei “gufi”, un lugubre epiteto immediatamente tramutato in un appello: “Agli amici di Confindustria che dicono che il Paese è fermo, dico fateci lavorare. Sono convinto che si torna non dico a correre, ma a crescere. Amici di Confindustria dateci una mano”.
Entro il 10 aprile, inoltre, il ministro dell’Economia Giovanni Tria dovrà incardinare il Def, il Documento di economia e finanza con il quale il governo illustra le prime misure da adottare in vista della prossima legge di Bilancio, e quindi sulla base della variazione del Pil prevista per il 2019. È previsto un ribasso delle stime del Pil (dal +1% allo 0,1-0,2%) e il deficit salirà dal previsto 2% al 2,3-2,4% del Pil. Occorre “contrastare il rallentamento. Dobbiamo aumentare il nostro tasso di crescita e intraprendere un passo di riduzione del rapporto debito-Pil”, ha affermato in definitiva il ministro Tria.
Per Confindustria il sostegno e la spinta al Pil da parte dei due provvedimenti contenuti nel “decretone”, Reddito di cittadinanza e Quota 100, sarà “modesta”, soprattutto tenendo conto del peso del deficit, del calo della fiducia da parte di imprese e famiglie e del rialzo dello spread. Si prevedono inoltre misure tampone non “indolori” nella prossima legge di Bilancio, come un possibile rincaro dell’Iva per 23 miliardi. Ed ancora, dopo un aumento di 198 mila occupati nel primo semestre dello scorso anno si è registrato un calo di 84 mila nel successivo. Il 2018 si è in sostanza concluso con un “crollo” dell’attività industriale.
Una situazione non rosea che Palazzo Chigi vuole però fronteggiare. “L’Italia ha solide fondamenta – ha rassicurato il premier Conte -. È il momento in cui dobbiamo lavorare tutti insieme, con fiducia e operosità”. Palazzo Chigi intende quindi reagire e far sì che l’Italia risalga la china. Due sono i segnali concreti: il decreto “sblocca cantieri” approvato il 20 marzo con la formula “salvo intese”, in pratica è in fase di modifica, prima di essere presentato in Parlamento, in quanto gli azionisti della maggioranza (Lega e M5S) non sarebbero d’accordo sulla lista di opere da sbloccare e sul numero di commissari; e il decreto “crescita” che dovrebbe essere varato la prossima settimana, in cui si preannuncia un taglio dell’Ires dal 24 al 22,5%, l’aumento della deducibilità dell’Imu sui capannoni dal 40 al 60% e il ripristino del superammortamento del 130% sugli investimenti in innovazione.
A proposito di legittima difesa, che è ormai legge, il giudizio finale spetterà sempre al giudice che valuterà eccessi e sanzioni. Chi si difende da un’aggressione all’interno della propria abitazione, con le armi, sarà inoltre sottoposto sempre e comunque ad indagine, e il giudice valuterà un eventuale rinvio a giudizio e per un’archiviazione. I processi in materia dovrebbero inoltre essere più veloci.
Per la legittima difesa domiciliare, con la nuova legge si considera “sempre sussistente” il rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa. “Agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”. La proporzionalità “sempre presunta” tra difesa e offesa – l’aggressione può avvenire in casa ma anche sul luogo di lavoro – metterebbe sullo stesso piano beni primari come la vita, la salute, l’incolumità personale (tutelati anche per chi commette un reato) e beni patrimoniali.
È esclusa la punibilità di colui che, trovandosi in condizioni di debolezza (minorata difesa) o di grave turbamento causato dal trauma subito (assalti notturni, presenza di figli piccoli, donne sole in casa, anziani aggrediti), commette il fatto per “salvaguardia della propria o della altrui incolumità”. Il “grave turbamento”, che secondo la nuova legge dovrebbe neutralizzare i casi di eccesso colposo di legittima difesa, dovrà comunque essere valutato dal giudice. Il magistrato dovrà inoltre valutare l’eventuale ricorso a “un’arma legalmente detenuta o ad altro mezzo idoneo” per la “difesa legittima della propria o dell’altrui incolumità” o dei “beni propri o altrui”.
Un rapinatore ferito non potrà essere risarcito per il danno subìto, e nemmeno la famiglia di chi viene ucciso potrà chiedere il risarcimento. Se il giudice riconosce però l’eccesso colposo di legittima difesa per chi ha sparato il rapinatore ferito potrebbe beneficiare di un indennizzo. Nel caso di furto in appartamento o furto con strappo, la sospensione condizionale della pena dovrà invece essere subordinata al pagamento integrale dell’importo, dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa. È infine previsto un inasprimento della pena da 4 a 7 anni per chi si introduce in un edificio per rubare. Mentre la pena per violazione di domicilio passa da 1-5 anni a 2-6 anni qualora il fatto è commesso con violenza sulle cose o alle persone.
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